Cristo è venuto in questo mondo per distruggere Satana, e redimere i suoi prigionieri. Egli desiderava dare un esempio all’uomo con la Sua stessa vita, per vincere le tentazioni del nemico. Non appena Cristo entrò nel deserto fu sottoposto alle tentazioni, e il Suo volto cambiò completamente. La gloria e lo splendore riflesse dal trono di Dio che illuminarono il Suo volto quando si apersero i cieli davanti a Lui e la voce del Padre lo riconobbe come Figlio, sparirono. Il peso dei peccati del mondo premeva sulla Sua anima e il Suo volto esprimeva una sofferenza indescrivibile a causa della profonda angoscia. Egli sentiva l’opprimente marea d’infelicità che inondava il mondo. Comprese la gravità della forza dell’appetito compiaciuto e della passione diabolica che dominava il mondo e che aveva causato indicibili sofferenze all’uomo. Dopo la caduta di Adamo, la compiacenza dell’appetito nelle generazioni successive, crebbe fino al punto, che la razza umana essendo così debilitata nel suo potere morale, non poteva vincere con le proprie forze. Cristo doveva vincere l’appetito sopportando in questo punto la prova più grande, al posto della razza umana. Percorrendo il sentiero delle tentazioni, Egli era completamente solo, nessuno venne in Suo soccorso, nessuno venne per sostenerlo. Egli da solo lottò contro le potenze delle tenebre. MS1 223.1
E poiché l’uomo, con le proprie forze umane non poteva resistere al potere delle tentazioni di Satana, Cristo si offrì volontariamente di venirgli in soccorso per intraprendere l’opera, portare i pesi dell’uomo e vincere al suo posto il potere dell’appetito. In favore dell’uomo, Egli doveva dimostrare che, nel digiuno è fondamentale il principio d’abnegazione, di perseveranza e di fermezza. Egli doveva mostrare l’autocontrollo per resistere agli appetiti, cosa che era più forte della fame e anche della morte. MS1 223.2