Poiché l’uomo non poteva vincere Satana con le proprie forze, Cristo scese dal Suo Regno per venirgli in soccorso con la Sua potenza umana e divina. Egli sapeva che Adamo in Eden, con i suoi vantaggi superiori avrebbe potuto resistere alle tentazioni di Satana e vincerlo. Ma Egli sapeva pure, che l’uomo fuori dal Paradiso, separato dalla Luce e dall’amore di Dio, e dopo la caduta, era impossibile vincere la potenza del nemico. Al fine di portare la speranza all’uomo e salvarlo dalla sua completa rovina, Gesù umiliò sé stesso, prese la natura umana e combinata con quella divina, raggiunse l’uomo là dove egli si trovava. MS1 228.5
Per i figli e le figlie d’Adamo, ottenne quella forza che è impossibile ottenere da sé stessi, affinché nel nome di Cristo possano vincere le tentazioni di Satana. Il Figlio di Dio, nell’assumere l’umanità, si avvicinò all’uomo peccatore, prese il suo posto e si identificò nella sua sofferenza e afflizione. E poiché Egli stesso fu tentato in ogni cosa, poté venire in soccorso di quelli che furono tentati, perché Lui vinse al posto del peccatore. MS1 228.6
Giacobbe, in una visione notturna, vide una scala che univa la terra con il trono di Dio. Vide gli angeli di Dio rivestiti con delle vesti splendenti scendere e salire questa luminosa scala. La parte bassa della scala era appoggiata sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva i cieli fino al trono di Jehovah. Lo splendore del trono di Dio brillava su questa scala e rifletteva una luce di inesprimibile gloria sulla terra. MS1 229.1
Questa scala rappresenta Cristo, Colui che ha aperto la comunicazione tra cielo e terra. Nella Sua umiliazione, Cristo scese fino alla profondità della miseria umana con simpatia e pietà per l’uomo caduto, Egli fu rappresentato davanti a Giacobbe con le estremità della scala che si appoggiava sulla terra, mentre la cima che arrivava fino al cielo, rappresentava la potenza divina di Cristo, che si afferra all’Infinito, e quindi collega la terra al cielo e l’uomo finito al Dio Infinito. MS1 229.2
Mediante Cristo fu aperta una via di comunicazione tra Dio e l’uomo. Gli angeli, potevano andare dal cielo alla terra con messaggi d’amore e per servire coloro che erediteranno la salvezza. Soltanto attraverso Cristo questi messaggeri celesti possono comunicare con l’uomo. Adamo ed Eva furono posti in Eden, in circostanze estremamente favorevoli. Era loro privilegio comunicare con Dio e con gli angeli. Erano senza la condanna del peccato. La luce di Dio e degli angeli era con loro e intorno a loro. L’Autore della loro esistenza era il loro Maestro. Purtroppo però, essi caddero sotto il potere e la tentazione dell’astuto nemico. MS1 229.3
Per quattromila anni, il nemico lavorò intensamente contro il governo di Dio, e durante quel periodo, ottenne forza ed esperienza dal suo risoluto agire. Gli uomini caduti non ebbero gli stessi vantaggi di Adamo in Eden, perché furono separati da Dio per quattro mila anni. La saggezza di comprendere e di poter resistere alle tentazioni di Satana diventava sempre più debole, al punto che questi sembrava regnare trionfante sulla terra. Gli appetiti, le passioni, la presunzione, l’amore per il mondo, e i peccati insolenti erano i grandi rami del male dalle quali crescevano ogni sorta di crimini, violenze e corruzione. MS1 229.4
L',albero al quale si fa riferimento qui è ovviamente l',Albero della Conoscenza e non l',Albero della vita. La Frase “della vita” evidentemente è un errore di stampa. Non si trova nella prima pubblicazione di questo articolo, in Segni dei Tempi del 9 luglio 1874, né nella ristampa in forma di opuscolo, intitolato “La Redenzione o la Tentazione di Cristo,” pag. 42 — I COMPILATORI. MS1 229.5