E quando giunsero al luogo, detto del Teschio, là crocifissero lui e i malfattori, l’uno a destra e l’altro a sinistra. Luca 23:33 VC 276.1
Adamo ed Eva furono esclusi dall’Eden per avere trasgredito la legge di Dio. Gesù, il nostro sostituto, doveva essere immolato fuori di Gerusalemme. Egli morì fuori della porta, nel luogo in cui venivano giustiziati i delinquenti e gli assassini. Ricche di profondo significato sono le seguenti parole: Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi. (Galati 3:13) VC 276.2
The Desire of Ages, p. 741 VC 276.3
Cristo, il nostro sostituto e la nostra salvezza, prese su di sé la malvagità di noi tutti. Per poterci redimere dalla condanna della legge, fu annoverato tra i peccatori. I peccati di tutti i discendenti di Adamo gravavano sul Suo cuore; la collera di Dio contro il peccato, terribile manifestazione della sua disapprovazione, riempiva di costernazione il cuore di Gesù. Durante la sua vita, Cristo aveva fatto conoscere al mondo decaduto il buon annuncio della misericordia del Padre e del Suo amore che perdona. Egli voleva salvare anche i più grandi peccatori. Ma in quel momento, portando sulle spalle il peso del male, non poteva godere della comunione con il Padre. Il distacco dal Padre in quell’ora suprema di angoscia straziava il cuore del Salvatore con un dolore che nessun uomo può comprendere pienamente. La Sua sofferenza morale era tanto grande da non fargli quasi avvertire quella fisica. Satana rivolse contro Gesù le sue tremende tentazioni. Il Salvatore non riusciva a scorgere nulla al di là della tomba. La speranza della Sua vittoria sul sepolcro vacillava, e non era più sicuro che il Suo sacrificio fosse gradito al Padre. Sapendo che il peccato è odioso agli occhi di Dio, temeva che la separazione fosse eterna. Cristo avvertì l’angoscia che ogni peccatore prova quando la misericordia cessa di intercedere in suo favore. Furono la consapevolezza del peccato e della disapprovazione divina a rendere tanto amaro il calice e a spezzare il cuore del Figlio di Dio. (p. 753) In mezzo alle tenebre orrende, apparentemente abbandonato da Dio, Cristo aveva bevuto fino in fondo la coppa del dolore umano. In quelle ore terribili aveva confidato nella benevola accettazione del Suo sacrificio, di cui il Padre aveva testimoniato nel passato. Egli conosceva il carattere del Padre, ne comprendeva la giustizia, la misericordia e il grande amore; e poneva la Sua piena fiducia in Colui alla cui volontà aveva sempre ubbidito con gioia. Affidandosi al Padre, in piena sottomissione, superò il senso del Suo distacco. Per fede Cristo riportò la vittoria. (p. 756) ibid. p. 756 VC 276.4