Come un pastore ha cura del suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io avrò cura delle mie pecore e le strapperò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di dense tenebre. Ezechiele 34:12 CIF 210.1
La pecora smarrita che si allontana dal gregge è la più bisognosa tra le creature. Il pastore deve andare a cercarla perché da sola non saprebbe ritrovare la via del ritorno. Allo stesso modo, chi si allontana da Dio è debole come la pecora smarrita e non saprebbe ritornare a lui senza l’intervento dell’amore divino. Quando il pastore si accorge che una pecora manca, non se ne sta tranquillo a guardare il gregge che è rimasto al sicuro, pensando: “Ne ho altre novantanove e mi costerebbe troppo andarne a cercare una che si è smarrita. Aspetterò che torni indietro, e quando sarà arrivata, le aprirò la porta dell’ovile e la farò entrare”. Niente affatto? Non appena nota l’assenza, comincia a preoccuparsi e a rattristarsi. Conta e riconta il gregge. E quando è sicuro che manchi una pecora, non si metterà certo a dormire. Lascerà le novantanove nell’ovile e andrà in cerca di quella perduta. CIF 210.2
A mano a mano che la notte si fa più buia e tenebrosa, e la via più pericolosa, la sua ansia crescerà, ma anche il suo impegno nel ricercarla. Non baderà a sforzi e fatiche finché non l’avrà trovata. Ascolterà con grande sollievo i deboli lamenti avvertiti in lontananza. Seguirà quel lamento, disposto ad arrampicarsi per i pendii più ripidi, ad avanzare fino all’orlo del precipizio, a rischio della propria vita. continuerà le sue ricerche, mentre il belato, sempre più flebile, gli fa capire che non rimane molto tempo e che la pecorella potrebbe anche morire nel frattempo. Ma alla fine i suoi sforzi saranno premiati: la pecora sarà ritrovata! Non la sgriderà per avergli procurato tanti guai, non la manderà davanti a sé spingendola con la frusta né tenterà di ricondurla all’ovile: per la gioia che prova, si caricherà sulle spalle quella creatura ancora tremolante; se ferita o contusa la prenderà tra le braccia, e se la stringerà al peto per infonderle il calore del suo corpo. Felice per non averla cercata invano, la riporterà al sicuro col resto del gregge. CIF 210.3
Grazie a Dio, Cristo non ci presenta qui l’immagine di un pastore che, triste, è costretto a ritornarsene a mani vuote. La parabola non ci parla di un fallimento: al contrario, essa sottolinea il successo e la gioia per il ritrovamento! Ecco la garanzia di Dio: egli non ignora una sola pecora smarrita del suo gregge né l’abbandonerà senza prestargli soccorso. Cristo trarrà dall’abisso della corruzione e dai rovi del peccato chiunque voglia essere sa lui riscattato. COL 187, 188 CIF 210.4