Infatti, colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno; per questo motivo egli non si vergogna di chiamarli fratelli. Ebrei 2:11 CIF 239.1
Dio offrì suo Figlio all’umanità decaduta non solo perché vivesse fra gli uomini, si immedesimasse nella loro realtà, ne comprendesse profondamente gli interessi e le necessità, unendosi indissolubilmente a loro tanto da non vergognarsi “...di chiamarli fratelli” (Ebrei 2:11), ma anche perché proprio lui, che era uno con Dio, ne portasse i peccati e morisse per loro. Il Cristo, nostro sacrificio, nostro avvocato e nostro fratello, che si presenta al Padre nella sua dimensione umana, rimarrà in eterno il Figlio dell’uomo. CIF 239.2
Questo piano è stato concepito per dare all’uomo la possibilità di risollevarsi dalla miseria e dalla degradazione del peccato, riflettere l’amore di Dio e condividerne la gioia e la purezza. CIF 239.3
Il sacrificio che il Padre ha accettato per la nostra redenzione, permettendo che Suo Figlio morisse per noi, dovrebbe farci comprendere quali mete possiamo raggiungere grazie al Cristo. CIF 239.4
L’apostolo Giovanni, contemplando l’immenso amore del Padre per l’umanità perduta, fu pervaso da un sentimento di rispetto e di adorazione. Non trovando parole adatte per esprimerne la grandezza e la bontà, invitò gli uomini a contemplarlo: “Vedete come ci ha voluto bene il Padre! Egli ci ha chiamati a essere suoi figli...”. 1 Giovanni 3:1. CIF 239.5
L’uomo assume così un valore enorme! Mentre a causa del peccato l’umanità era soggetta a Satana, grazie alla fede nel sacrificio espiatorio del Cristo i figli di Adamo possono diventare figli di Dio. ST 14,15 CIF 239.6
Il Cristo, assumendo la natura umana, ha nobilitato l’uomo; grazie a lui anche l’individuo più corrotto può diventare degno del nome di “figlio di Dio”. Solo un amore infinito, quell’amore straordinario di Dio per un mondo che non lo ama, può renderci figli del Re del cielo. Esso deve costituire il soggetto di una profonda riflessione e porre la mente e l’intero essere sotto il controllo della volontà di Dio. CIF 239.7
Osservando il carattere di Dio, alla luce dell’esperienza della croce, notiamo che la misericordia, la sensibilità e il perdono si armonizzano con la giustizia e comprendiamo con sempre maggiore chiarezza quell’amore così grande e intenso che supera anche il più profondo affetto di una madre per il figlio ribelle. ST 21,22 CIF 239.8