Infatti, la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria. 2 Corinzi 4:17 CIF 244.1
Se Paolo ha sopportato le persecuzioni, afflizioni e altre prove, noi cristiani di che cosa dovremmo lamentarci oggi? Quanto sono insignificanti le nostre prove rispetto a quelle di Paolo. Non sono degni di essere paragonati alla luce della gloria eterna che aspetta il vincitore. Gli operai di Dio sono consacrati alla perfezione del carattere. Per quanto grande possa essere la privazione e la sofferenza del cristiano, per quanto oscura e imperscrutabile possa sembrare la via della provvidenza, egli deve rallegrarsi nel Signore, sapendo che tutto coopera al Suo bene. Quanti ce ne sono che rattristano lo Spirito Santo lamentandosi continuamente, è questo perché hanno perso di vista Cristo. Se contempliamo Colui che ha portato i nostri dolori e morì in sacrificio per noi, affinché potessimo vedere la Sua gloria, non possiamo e non dobbiamo considerare la nostra sofferenza un peso eccessivo. Pensiamo invece al Salvatore sulla croce, pieno di lividure, percosso, deriso, senza mai lamentarsi, senza mai mormorare. Questo è il Signore del cielo, il cui trono è eterno. Tutta la Sua sofferenza e vergogna Egli ha sopportato per noi, per donarci la vita eterna. Quando ci concentriamo sulla croce di Cristo, l’intero essere viene nobilitato. La conoscenza dell’amore del Salvatore sottomette l’anima a Lui ed eleva la mente al di sopra di tutto. Allora impariamo a stimare tutte le cose temporali nella luce che brilla dalla croce. Cerchiamo di sondare le profondità dell’umiliazione a cui il nostro Salvatore è disceso per rendere l’uomo il possessore di ricchezze eterne. Mentre studiamo il piano di redenzione, il cuore sente il palpito dell’amore del Salvatore e allora sarà rapito dal fascino del Suo carattere. È l’amore di Cristo che ci fa conoscere il paradiso. Ma quando cerchiamo di parlare di questo amore, ci mancano le parole. Pensiamo alla Sua vita sulla terra, al Suo sacrificio per noi; pensiamo alla Sua missione in cielo come nostro Avvocato, alle dimore che Egli sta preparando per coloro che lo amano; e allora possiamo “...comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, la profondità e l'altezza”. E mentre ci soffermiamo sotto la croce, otteniamo una vaga concezione dell’amore di Dio, e diciamo: “In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l'espiazione per i nostri peccati”. 1 Giovanni 4:10 Nel cuore di ogni discepolo di Cristo questo amore dovrebbe avere suo posto. Fu sulla terra che l’amore di Dio fu rivelato attraverso Gesù. E sulla terra che i Suoi figli devono testimoniare questo amore attraverso il comportamento irreprensibile. Solo così i peccatori potranno essere condotti alla croce per conoscere l’Agnello di Dio. RH, May 6, 1902 CIF 244.2