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Umiltà SC 201

Nella scelta di uomini e donne da consacrare al proprio servizio, il Signore non si chiede se siano colti, eloquenti o ricchi, bensì: “Possiedono un'umiltà tale che io possa insegnare loro le mie vie? Posso mettere sulle loro labbra le mie parole? Mi rappresenteranno?” — Testimonies for the Church 7:144 (1902). SC 201.2

Nel tentativo di aiutare i poveri, i disperati e gli abbandonati non fatelo pontificando dall'alto della vostra dignità e della vostra superiorità perché in questo modo non otterrete nulla. — Testimonies for the Church 6:277 (1900). SC 201.3

Ciò che renderà robuste e vittoriose le nostre chiese impegnate nella loro missione non sarà l'agitazione ma un'azione tranquilla e umile. Niente discorsi pomposi e sfilate, ma impegno paziente, ispirato dalla preghiera e perseverante. — Testimonies for the Church 5:130 (1889). SC 201.4

L'umiliazione della sconfitta spesso costituisce una benedizione, perché sottolinea la nostra incapacità di compiere la volontà di Dio senza il suo aiuto. — Patriarchs and Prophets, 633 (1890). SC 201.5

Nel lavoro di porta a porta servono i talenti della persona umile, che in questo tipo di opera ripagano molto più di doni brillanti. — Testimonies for the Church 9:37, 38 (1909). SC 201.6

Tutto il cielo è interessato all'opera che i messaggeri di Dio stanno svolgendo nel mondo, nel nome di Gesù Cristo di Nazaret. Si tratta di una grande missione, fratelli e sorelle; dovremmo sottometterci quotidianamente davanti al Padre e non credere di avere una perfetta saggezza. Dovremmo occuparci di quest'opera con grande entusiasmo; non chiediamo a Dio di abbassare il nostro orgoglio, perché quando il Signore si impossessa di noi può sottometterci in un modo a noi non gradito; ma giorno dopo giorno umiliamoci personalmente sotto la sua possente mano. Pianifichiamo la nostra salvezza con timore e tremore. Se è Dio a operare in noi il volere e il fare secondo il suo piacere, a noi non resta che collaborare con lui mentre agisce per nostro tramite. — The Review and Herald, 12 luglio 1887. SC 201.7

Dobbiamo lottare per poter passare dalla porta stretta. Ma questa porta non vacilla nei suoi perni e non farà passare caratteri pieni di dubbi. Oggi siamo chiamati a combattere per la vita eterna con un'intensità proporzionata al valore della ricompensa che ci attende. Non saranno il denaro, i terreni o i ruoli di prestigio ad aprirci le porte del Paradiso, ma dimostrare un carattere simile a quello di Cristo. Non saranno la dignità o le conquiste intellettuali a farci conquistare la corona dell'immortalità. Solo i mansueti e gli umili, che hanno riposto la loro fiducia in Dio, riceveranno questo dono. — The Southern Watchman, 16 aprile 1903. SC 202.1

Quando tornate a casa dopo aver fatto del lavoro missionario, non lodatevi, ma esaltate Gesù; elevate la croce del Calvario. — Testimonies for the Church 5:596 (1889). SC 202.2

L'umiltà precede la gloria. Per svolgere un compito importante davanti agli uomini, Dio chiama dei collaboratori che, come Giovanni il battista, scelgano un posto umile davanti a lui. Il discepolo il cui spirito è simile a quello dei fanciulli è il più efficiente nel servizio per il Signore. Gli angeli collaborano con chi cerca di salvare gli uomini anziché esaltare se stesso. — The Desire of Ages, 436 (1898). SC 202.3