Per impedire che il male si diffonda in tutto il corpo, e metta in pericolo la vita stessa, un uomo può anche accettare di sacrificare la sua mano destra. A maggior ragione dovrebbe essere disposto a rinunciare a ciò che mette in pericolo la sua vita spirituale. GMB 75.2
Tramite il messaggio del Vangelo coloro che Satana ha portato alla degradazione e ridotto in schiavitù possono gustare la libertà dei figli di Dio. Il piano di Dio non prevede soltanto di liberarci dalla sofferenza, che è la conseguenza inevitabile del peccato, ma salvarci dal peccato stesso. Lo spirito corrotto e degradato deve essere trasformato e purificato, perché possa essere rivestito “secondo la grazia del Signore, nostro Dio” (Salmi 90:17) “all’immagine del Figlio suo”. Romani 8:29. Perché “...le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell’uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano”. 1 Corinzi 2:9. Solo l’eternità potrà rivelare il glorioso destino che ogni uomo, rigenerato da Dio, può raggiungere. GMB 75.3
Per realizzare un obiettivo così elevato, è necessario sacrificare tutto ciò che può rappresentare un’occasione di intoppo. È a causa della nostra volontà che il peccato conserva il suo predominio su di noi e quindi il nostro spirito deve essere affidato a Dio. Questa rinuncia Gesù la paragona al taglio di una mano o alla perdita di un occhio. Spesso pensiamo che compiere un gesto simile ci mutilerà per tutta la vita; ma anche se dovesse essere così Gesù afferma che è meglio menomare, amputare, sminuire il proprio io piuttosto che non entrare nel regno di Dio. Quella che apparentemente può sembrarci una sconfitta ci apre invece l’accesso alla felicità eterna. GMB 76.1
Dio è la fonte della vita e noi possiamo ottenerla solo se siamo in comunione con lui. Lontani da lui possiamo esistere per un attimo ma non affermare di possedere la vita. “Ma quella che si abbandona ai piaceri, benché viva, è morta”. 1 Timoteo 5:6. GMB 76.2
Soltanto se ci affidiamo a Dio egli ci offre la sua vita. Gesù afferma che rinunciando a noi stessi potremo vivere una vita che ci permetterà di abbandonare anche i peccati più nascosti. Forse possiamo pensare di riuscire a nasconderli nel profondo del nostro cuore, e quindi agli occhi dei nostri simili, ma come potremo presentarci davanti a Dio? GMB 76.3
Se amate voi stessi fino al punto di rinunciare a sottomettere la vostra volontà a Dio significa che state scegliendo la morte. Il Signore è un fuoco consumante e il peccato non può resistergli. Se scegliete il male, e rifiutate di separarvene, la presenza di Dio consumerà entrambi. GMB 76.4
È necessario fare un sacrificio per affidarsi a Dio, ma si tratta di scambiare ciò che è vile con ciò che è nobile, ciò che è carnale con ciò che è spirituale, ciò che è deteriorabile con ciò che è eterno. GMB 77.1
Dio non vuole annullare la nostra volontà perché esercitandola possiamo adempiere ciò che egli desidera da noi. Dobbiamo affidargliela affinché egli ce la restituisca purificata e rigenerata, in questo modo ci legheremo a lui che ci offrirà la forza del suo amore divino. Per quanto difficile e dolorosa questa sottomissione si rivelerà “per il nostro bene”. Ebrei 12:10. GMB 77.2
Giacobbe, quando cadde esausto e zoppicante nelle braccia dell’Angelo del patto, sperimentò questa fede vittoriosa e gli venne attribuito il titolo di principe di Dio. Solo dopo la lotta con l’Angelo del Signore gli uomini armati di Esaù si riconciliarono con lui e il faraone stesso si inchinò davanti a lui per ricevere la sua benedizione. Infatti “l’autore della salvezza fu reso perfetto per via delle sofferenze” e i figli della fede “divennero forti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri”. Ebrei 11:34. Infatti “...gli stessi zoppi prenderanno parte al saccheggio” (Isaia 33:23) e i deboli diventeranno “come Davide... e la casa di Davide... come l’angelo del Signore”. Zaccaria 12:8. GMB 77.3