Nel suo complesso la socievolezza cristiana è troppo poco coltivata dal popolo di Dio. Non si deve perdere di vista, né trascurare questo ramo della pedagogia nelle nostre scuole. TT2 289.3
Si deve insegnare agli studenti che essi non sono degli atomi indipendenti ma che, invece, ciascuno di essi è un filo che dovrà unirsi ad altri fili per formare un tessuto. In nessun settore si può impartire questa istruzione in modo più efficace che nell’ambiente scolastico. Qui gli studenti sono quotidianamente circondati da opportunità che, se messe a profitto, saranno di valido ausilio nello sviluppo della socievolezza del loro carattere. Essi hanno la possibilità di approfittare del tempo e delle occasioni loro offerte, per sviluppare un carattere che li renderà lieti e utili. Quelli che si chiudono in se stessi, che non sono disposti a rendere felici gli altri mediante contatti amichevoli, perdono molte benedizioni perché dal reciproco contatto le menti ricevono grazia e si affinano. Grazie ai contatti sociali si fanno delle conoscenze e si contraggono delle amicizie che portano a una unità di cuori la quale crea un’atmosfera di affetto gradita nel cospetto del cielo. TT2 289.4
Quanti hanno gustato l’amore di Cristo dovrebbero sviluppare le proprie facoltà sociali perché così potranno conquistare delle anime al Salvatore. Cristo non deve rimanere celato nel loro cuore come un tesoro ambito, sacro e dolce da godere unicamente per sé; né devono dimostrare l’amore di Cristo unicamente a coloro che soddisfano la loro fantasia. Gli studenti debbono imparare a essere simili a Cristo, a manifestare un benevolo interessamento, un’inclinazione alla socievolezza nei confronti di quelli che si trovano in maggior bisogno, anche se essi non sono i loro compagni preferiti. In ogni occasione e in ogni luogo, Gesù dava prova di amabile premura per la famiglia umana e diffondeva intorno a sé i raggi di una serena devozione. Gli studenti debbono imparare a calcare le sue orme. Si deve insegnar loro, perciò, a esprimere sollecitudine cristiana, comprensione e affetto verso i loro giovani camerati, adoperandosi per attrarli a Cristo. Gesù deve essere nel loro cuore come una fonte di acqua che scaturisce a vita eterna, rinfrancando tutti quelli che entrano in contatto con loro. TT2 289.5
Questo servizio volenteroso e amorevole in favore del prossimo nei momenti di necessità, è stimato da Dio come qualcosa che ha pregio in sé. Così, anche mentre frequentano la scuola, gli studenti, se fedeli a quanto professano, potranno essere dei missionari per Dio. Tutto ciò richiede tempo; però il tempo così usato è fruttuoso, perché gli studenti imparano a presentare il cristianesimo al mondo. TT2 290.1
Cristo non rifiutò di unirsi agli altri in rapporti di amicizia. Invitato a pranzo da un fariseo o da un pubblicano, accettava l’invito. In quelle occasioni, ogni sua parola era per quanti lo ascoltavano un profumo di vita a vita, perché Egli faceva del pranzo un’occasione per impartire molte preziose lezioni adattate ai loro bisogni. Cristo insegnò, così, ai suoi discepoli il modo di comportarsi quando si sarebbero trovati in compagnia sia di persone religiose sia di persone non religiose. Col suo esempio Egli insegnò loro che partecipando a una riunione pubblica la loro conversazione non sarebbe stata dello stesso tipo di quelle che in genere si tengono in tali circostanze. TT2 290.2
Quando gli studenti si mettono a tavola, se Cristo abita nell’anima, dal forziere del cuore usciranno parole pure e di edificazione; se Cristo invece non vi dimora si troverà piacere nella frivolezza, negli scherzi e nelle beffe, il che è di ostacolo alla crescita spirituale ed è causa di afflizione per gli angeli di Dio. La lingua è un membro sregolato, ma così non dovrebbe essere. Bisogna convertirla, perché il talento della parola è prezioso. Cristo è sempre pronto a distribuire le sue ricchezze e sta a noi accettare i gioielli da lui offerti, affinché quando parliamo essi possano uscire dalle nostre labbra. TT2 290.3
Il temperamento, le caratteristiche personali, le abitudini che contribuiscono allo sviluppo del carattere, tutto ciò che si mette in pratica nel focolare domestico si manifesteranno nei rapporti con i nostri simili. Le inclinazioni seguite determinano pensieri, parole e azioni della medesima natura. Se ogni studente che fa parte della famiglia scolastica cercasse di reprimere tutte le parole sgarbate e scortesi e parlasse con tutti in modo rispettoso; se si ricordasse che egli si sta preparando a diventare membro della famiglia celeste; se controllasse il proprio influsso personale con l’ausilio delle sacre sentinelle, affinché tale influsso non abbia per effetto quello di allontanare da Cristo; se cercasse di fare di ogni suo atto il mezzo per proclamare le lodi di Colui che lo ha chiamato dalle tenebre alla sua meravigliosa luce, quale potenza si sprigionerebbe da ogni focolare scolastico! TT2 290.4