Mi è stato chiesto: la moglie di un ministro dell’Evangelo dovrebbe adottare dei bambini? Ecco la mia risposta: Se essa non ha particolare inclinazione o capacità per il lavoro missionario fuori del focolare domestico, e stima suo dovere accogliere degli orfanelli e occuparsi di loro, può compiere una buona opera. Tuttavia, che la scelta avvenga fra orfani di genitori osservatori del Sabato. Dio benedirà gli uomini e le donne quando, con cuore volenteroso, divideranno il proprio focolare con quanti sono rimasti senza famiglia. Però, se la moglie del ministro è all’altezza di fare la sua parte nell’istruzione delle anime, dovrà consacrare le proprie energie a Dio in qualità di operaia cristiana, aiutando il marito, assistendolo nella sua opera, sviluppando il proprio intelletto e collaborando alla diffusione del messaggio. Alle donne umilmente consacrate, cui è stata conferita dignità dalla grazia di Cristo, la via è aperta perché visitino chi ha bisogno di aiuto e rechino la luce alle anime sconfortate. Esse possono sollevare quanti sono abbattuti pregando con loro e mostrando loro Cristo anziché consacrare il proprio tempo e le proprie energie a un piccolo essere che richiede cure costanti. Non dovrebbero così legarsi volontariamente le mani. TT2 345.6