Mangiare Dall’albero Della Vita, 24 dicembre

Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: a chi vince io darò da mangiare dell'albero della vita, che è in mezzo al paradiso di Dio. Apocalisse 2:7FFD 373.1

In vista all’avvento del nostro Signore, con grande serietà dovremmo prendere il tempo nel formare il nostro carattere alla Sua somiglianza... “Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine, il primo e l'ultimo». Beati coloro che adempiono i suoi comandamenti per avere diritto all'albero della vita, e per entrare per le porte nella città”. Apocalisse 22:13-16 Non vale forse la pena lottare per questo? Se perdiamo il paradiso, perdiamo tutto, eppure nessuno può permetterci di farlo. Se prendiamo in considerazione le gioie eterne che attendono il vincitore, se confidiamo in Cristo mentre ci battiamo per perfezionare il nostro carattere, se impariamo a seguire il Suo esempio e il Suo ministero, non credete che ciò ci renderà felici?...FFD 373.2

Dobbiamo vivere la vita di Cristo; ma per fare questo, la nostra natura deve arrendersi alla volontà di Dio. Dobbiamo vivere in modo tale da poter andare a Dio con fiducia aprendo i nostri cuori davanti a Lui, parlandogli delle nostre necessità e credendo che Egli ascolta e che ci darà grazia e forza per mettere in pratica i principi della Parola di Dio. Il nostro più grande desiderio dovrebbe essere raggiungere il paradiso, la corona del vincitore, e un'entrata attraverso le porte della città di Dio; e infine il diritto di mangiare dell'albero della vita. Chi di voi non vuole vedere il Re nella Sua bellezza? Teniamo allora ogni giorno gli occhi fissi su Cristo e sul Suo carattere perfetto. Se afferriamo la Sua divinità, essa ci aiuterà a superare ogni cattiva tendenza e desiderio. MS 87, 1909FFD 373.3

Io ringrazio Dio sempre per la mia vita ... Con la fede guardo al futuro e vedo l'albero della vita. Su di esso crescono preziosi frutti e le sue foglie servono per la guarigione delle nazioni. In quel Regno non ci saranno più cuori spezzati, né tristezza, né peccato; non più dolore né la sofferenza. RH, Dec. 23, 1884.FFD 373.4