Capitolo 12: La tentazione
“Gesù, pieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano, e fu condotto dallo Spirito nel deserto”. Luca 4:1. Marco aggiunge altri particolari. “Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto; e nel deserto rimase per quaranta giorni, tentato da Satana. Stava tra le bestie selvatiche”. Marco 1:12, 13. “Durante quei giorni non mangiò nulla”. Luca 4:2.GDN 74.1
Lo Spirito condusse Cristo nel deserto perché fosse tentato. Il Salvatore non cercava la tentazione, ma voleva essere solo per meditare sul suo futuro e prepararsi con il digiuno e la preghiera ad adempiere la sua dolorosa missione. Satana, sapendo che Gesù era nel deserto, pensò che quello fosse il momento più favorevole per avvi-cinarglisi.GDN 74.2
Una gran posta era in gioco nel conflitto tra il Principe della luce e quello delle tenebre. Dopo aver indotto l'uomo a peccare, Satana aveva preteso la signoria della terra e si era definito principe di questo mondo. Avendo resi ubbidienti a sé i nostri progenitori, pensò di stabilire qui il suo regno. Affermava che gli uomini lo avevano designato come loro sovrano. Controllandoli, teneva il mondo sotto il suo dominio. Ma Cristo era venuto per confutare le sue pretese. Come fl-glio dell'uomo sarebbe rimasto fedele a Dio e avrebbe mostrato che Satana non aveva un potere assoluto sulla stirpe umana e che la sua pretesa di essere il sovrano della terra era falsa. Tutti coloro che desideravano sfuggire al potere di Satana sarebbero stati liberati. Si sarebbe ristabilito il dominio che Adamo aveva perso con il peccato.GDN 74.3
Fin dall'annuncio dato nell'Eden al serpente: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei” (Genesi 3:15), Satana era venuto a sapere che il suo dominio sul mondo non era assoluto: fra gli uomini era già in azione un potere che gli si opponeva. Osservò attentamente Adamo e i suoi Agli mentre offrivano i sacrifl-ci e riconobbe un segno del ristabilimento dell'intima relazione spirituale fra la terra e il cielo. Si prefisse di interrompere questa relazione. Falsò il concetto di Dio e il significato dei riti che annunciavano il Salvatore. Gli uomini furono indotti ad avere paura di Dio, come se egli provasse piacere nel distruggerli. I sacrifici intesi a manifestare il suo amore divennero solo un mezzo per placarne la collera. Satana eccitò le più abiette passioni degli uomini per dominarli. Quando la Parola di Dio fu scritta, egli studiò le profezie sulla venuta del Salvatore e si impegnò a ingannare il popolo affinché il Messia fosse respinto alla sua venuta.GDN 74.4
Quando Gesù nacque, Satana comprese che era venuto per contestargli il suo dominio. Tremò nell'udire il messaggio dell'angelo sull'autorità del Re appena nato. Conosceva molto bene la posizione che Cristo occupava in cielo, come prediletto del Padre. L'incarnazione del Figlio di Dio lo riempiva di stupore e sgomento. Non riusciva a comprendere il mistero di quel grande sacrificio. Il suo animo egoista non poteva concepire un così grande amore per l'umanità decaduta. Gli uomini possono avere soltanto una pallida idea della gloria, della pace del cielo e della gioia che deriva dalla comunione con Dio. Ma Lucifero, il cherubino protettore, sapeva ciò che aveva perduto, ed era deciso a vendicarsi, trascinando altre creature nella sua caduta. Per raggiungere i suoi fini, avrebbe indotto gli uomini a sottovalutare i beni divini e ad attaccarsi a quelli terreni.GDN 75.1
Il Sovrano del cielo avrebbe dovuto lottare duramente per conquistare gli uomini per il suo regno. Fin da quando era un bambino, a Betlemme, fu contrastato dal suo avversario. Siccome in Cristo si rifletteva l'immagine di Dio, Satana era deciso a vincerlo. Finora nessun uomo era riuscito a sfuggire alla sua potenza. Le forze del male si coalizzarono per attaccare Gesù, e possibilmente per sopraffarlo.GDN 75.2
Satana assistette al battesimo del Salvatore. Vide la gloria del Padre circondare il Figlio e udì la voce che ne attestava la divinità. Il peccato di Adamo aveva allontanato gli uomini da Dio, e i contatti con il cielo erano stati possibili unicamente attraverso Cristo. Ma ora che era venuto “in carne simile a carne di peccato” (Romani 8:3), il Padre stesso faceva udire la sua voce. In passato aveva comunicato con gli uomini mediante Cristo; ora comunicava in Cristo. Satana aveva sperato che l'orrore di Dio per il male producesse una separazione eterna fra il cielo e la terra. Ma ora appariva evidente la possibilità di una ripresa delle relazioni fra Dio e l'uomo.GDN 75.3
Satana si rese conto che era necessario vincere o morire. Il conflitto era troppo importante perché ne lasciasse la cura ai suoi seguaci. Diresse personalmente la battaglia e tutte le forze dell'apostasia si coalizzarono contro il Figlio di Dio. Cristo divenne il bersaglio di tutti gli attacchi del male.GDN 75.4
Molti ritengono che la lotta fra Cristo e Satana non influisca sulla loro vita, e la giudicano di scarso interesse. In realtà questa lotta si ripete in ogni cuore. Nessuno può abbandonare il male e servire Dio senza affrontare gli attacchi di Satana. Le prove contro cui Cristo resistette sono le stesse contro le quali noi oggi lottiamo con tanta dif-flcoltà; erano però maggiori delle nostre quanto lo è il suo carattere rispetto al nostro. Portando su di sé il terribile peso dei peccati del mondo, Cristo superò la prova dell'avidità, dell'amore del mondo e dell'orgoglio. Queste erano le tentazioni che avevano travolto Adamo ed Eva e che tanto facilmente travolgono anche noi.GDN 75.5
Satana si era servito del peccato di Adamo per dimostrare che la legge di Dio è ingiusta e che non si può osservarla. Diventato uomo, Cristo doveva riscattare la colpa di Adamo. Ma Adamo, al momento della tentazione, non portava su di sé le conseguenze del peccato; aveva la forza di un'umanità perfetta e un completo sviluppo mentale e fisico. Circondato dagli splendori dell'Eden, comunicava ogni giorno con gli angeli. Ma queste non erano le condizioni in cui si trovava Gesù quando entrò nel deserto per affrontare Satana. Per quattromila anni le facoltà fisiche, mentali e morali dell'umanità si erano affle-volite. Cristo prese su di sé le debolezze di un'umanità degenerata. Solo così poteva riscattare l'uomo dalla sua profonda degradazione.GDN 76.1
Molti pensano che Cristo non potesse cedere alla tentazione, ma in tal caso non avrebbe potuto prendere il posto di Adamo e vincere dove questi era caduto. Se dovessimo affrontare delle lotte più dure delle sue, allora non potrebbe esserci di aiuto. Ma il nostro Salvatore ha rivestito l'umanità con tutti i suoi limiti. È diventato uomo con il rischio di essere sopraffatto dalla tentazione. Noi non dobbiamo affrontare nulla che egli stesso non abbia affrontato.GDN 76.2
Per Cristo, come per i nostri progenitori nell'Eden, la prima grande tentazione riguardò la gola; e la redenzione doveva cominciare proprio là dov'era iniziata la caduta. Adamo cadde cedendo all'appetito; Cristo vinse dominandolo. “E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame”. Matteo 4:2. Quando il tentatore gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani”. Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Versetti 3, 4.GDN 76.3
Da Adamo fino a Gesù l'autocompiacimento aveva fatto crescere gli appetiti e le passioni in maniera smisurata. Gli uomini, degradati e ammalati, non erano in condizione di vincere da soli. Cristo vinse per loro, sottoponendosi alla prova più dura. Per amor loro esercitò su di sé un dominio più forte della fame e della morte. La sua prima vittoria ha reso possibili le altre in tutti i nostri conflitti con le potenze delle tenebre.GDN 76.4
Quando Gesù entrò nel deserto fu circondato dalla gloria del Padre. Assorto nella comunione con Dio, fu innalzato al di sopra delle debolezze umane. Poi la gloria si allontanò e rimase solo contro la tentazione. La sua natura provava ripugnanza per il compito incombente. Per quaranta giorni digiunò e pregò. Debole e dimagrito, estenuato per l'angoscia, “tanto era disfatto il suo sembiante al punto da non sembrare più un uomo”. Isaia 52:14. Era giunta l'occasione che Satana attendeva. Ora avrebbe potuto riportare la vittoria sul Cristo.GDN 77.1
Si presentò allora al Salvatore, come in risposta alle sue preghiere, un essere dall'aspetto di un angelo che gli annunciava di essere stato divinamente incaricato di dirgli che Dio aveva gradito la sua ubbidienza, che il suo digiuno era finito e che lo liberava, così come un altro angelo aveva impedito ad Abramo di immolare Isacco. Satana disse poi al Salvatore debole e affamato, mostrandogli le pietre disseminate nel deserto e che sembravano pani: “Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani”. Matteo 4:3.GDN 77.2
Benché avesse l'aspetto di un angelo, queste parole rivelarono la sua natura. Nella frase: “Se tu sei Figliuol di Dio”, viene insinuato il dubbio. Se Cristo avesse fatto ciò che Satana gli diceva, avrebbe consentito a quel dubbio. Il tentatore cercò di far cadere Gesù servendosi degli stessi mezzi usati con successo con i nostri progenitori. Molto abilmente era entrato in contatto con Eva nell'Eden: “Come!Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?” Genesi 3:1.GDN 77.3
Il tentatore citava la Parola di Dio, ma alterandola e pronunciandola con tono di disprezzo. La sincerità divina veniva messa in dubbio. Satana cercava di insinuare nella mente di Eva il pensiero che Dio non avrebbe fatto ciò che aveva detto e che, privandoli di un frutto così bello, non era coerente con i suoi princìpi di amore e compassione. Ugualmente Satana cercava di ispirare in Cristo i suoi stessi sentimenti. “Se tu sei Figlio di Dio”: queste parole tradiscono il livore del suo cuore, mentre il tono della voce esprime una piena incredulità. Avrebbe Dio inflitto a suo Figlio un simile trattamento? Lo avrebbe abbandonato nel deserto, solo, senza cibo, senza compagni, senza conforto, fra le bestie feroci? Dio non avrebbe mai lasciato il proprio Figlio in questa condizione. “Se tu sei Figlio di Dio” manifesta la tua potenza, sfamandoti con queste pietre trasformate in pani.GDN 77.4
Le parole del Signore: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto” (Matteo 3:17), risuonavano ancora nelle orecchie di Satana. Ma egli spingeva Cristo a dubitare di questa testimonianza. Quelle parole davano a Gesù la certezza che la sua missione era divina. Era venuto fra gli uomini ma aveva una stretta relazione con il cielo. Satana induceva Cristo a dubitare di questa testimonianza. Se fosse riuscito a sminuire la fiducia che egli nutriva, quella grande lotta si sarebbe risolta in suo favore: avrebbe potuto avere il sopravvento su Gesù. Sperava che per lo scoraggiamento e la fame Cristo perdesse la fede nel Padre e compisse un miracolo in proprio favore. Se ciò fosse avvenuto, il piano della salvezza sarebbe fallito.GDN 77.5
Quando Satana e il Figlio di Dio si affrontarono per la prima volta, Cristo era al comando delle schiere degli angeli; Satana, che aveva diretto la rivolta, fu scacciato dal cielo. Ora le parti sembravano invertite. Satana cercava di trarre il maggior profitto dal suo supposto vantaggio. Uno degli angeli più potenti, egli diceva, era stato cacciato dal cielo. Gesù rivelava con il suo aspetto di essere quest'angelo caduto, respinto da Dio e abbandonato dagli uomini. Un essere divino sarebbe stato capace di sostenere le sue pretese compiendo un miracolo. “Se tu sei Figliuol di Dio, di' che queste pietre divengan pani”. Un atto di questo genere avrebbe costituito una prova decisiva di divinità e avrebbe posto fine al conflitto.GDN 78.1
Gesù fece un grande sforzo per ascoltare in silenzio le parole del tentatore. Ma il Figlio di Dio non aveva bisogno di fornire a Satana le prove della sua divinità, né di spiegargli le cause della sua umiliazione. Cristo, se avesse seguito il suggerimento di quel ribelle, non sarebbe stato utile né all'uomo né alla gloria di Dio. Se avesse ceduto, Satana avrebbe potuto ancora chiedere: mostrami un segno, perché io possa credere che sei il Figlio di Dio. Ma nessun segno avrebbe potuto piegare il suo cuore ribelle. Inoltre, Cristo non doveva esercitare il suo potere divino a suo vantaggio personale. Egli era venuto ad affrontare la prova come noi, per darci un esempio di fede e di sottomissione. Non fece mai un miracolo in proprio favore, né in questa occasione né in altre. Tutte le sue opere potenti miravano al bene degli altri. Benché Gesù avesse subito riconosciuto il tentatore, non volle mettersi a discutere con lui. Pieno di fiducia nella testimonianza divina e nell'amore del Padre, non volle scendere a patti con la tentazione.GDN 78.2
Gesù affrontò Satana con le Scritture: “È scritto”. In tutte le prove, la sua arma è stata la Parola di Dio. Satana chiedeva a Cristo un miracolo come segno della sua divinità. Ma ciò che era più grande di ogni miracolo, una piena fiducia nel “Così dice l'Eterno”, era un segno che non si poteva mettere in dubbio. Finché Cristo manteneva quella posizione, il tentatore non poteva trarne alcun vantaggio.GDN 78.3
Proprio nel momento di maggior debolezza, Gesù fu assalito dalla tentazione più terribile. Satana sperava di vincere: quel metodo gli era riuscito in passato. Uomini che avevano combattuto a lungo e con successo per il bene, erano caduti quando le loro forze erano venute meno, la loro volontà si era indebolita e la fede non si era più appoggiata su Dio. Mosè, stanco per quarant'anni di peregrinazioni con Israele, aveva lasciato che la sua fede vacillasse. Egli era venuto meno proprio sulla soglia della terra promessa. Lo stesso era accaduto a Elia che non aveva vacillato di fronte al re Achab e aveva resistito al popolo intero guidato dai quattrocentocinquanta profeti di Baal. Ma dopo la prova vittoriosa del Carmelo, quando i falsi profeti erano stati uccisi e il popolo aveva giurato fedeltà a Dio, era fuggito di fronte alle minacce dell'idolatra Jezebel.GDN 78.4
Satana ha sempre approfittato delle debolezze dell'umanità e ne approfitterà sempre. Quando il nostro orizzonte è oscuro, quando gli eventi ci rendono perplessi o la povertà e la prova ci affliggono, egli è pronto a tentarci e a contrariarci. Ci colpisce nei punti deboli e cerca di scuotere la nostra fiducia in Dio, accusandolo di non essere intervenuto per cambiare le cose. Allora la fiducia che abbiamo in Dio e nel suo amore vacilla. Spesso il tentatore, come fece con Cristo, sottolinea le nostre debolezze e le nostre infermità per scoraggiarci e per renderci più deboli. Allora è sicuro del successo. Ma resistendogli come fece Gesù eviteremo molte sconfitte. Discutere con il nemico significa concedergli un vantaggio.GDN 79.1
Quando Cristo disse al tentatore: “Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”, ripeteva quanto aveva già detto a Israele più di quattordici secoli prima. “Ri-còrdati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provar la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per insegnarti che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del Signore”. Deuteronomio 8:2, 3.GDN 79.2
Nel deserto, quando era venuto a mancare ogni mezzo di sostentamento, Dio aveva fatto scendere dal cielo la manna, in misura suf-fidente e senza interruzione. Tutto ciò mostrava agli israeliti che Dio non li avrebbe abbandonati finché confidavano in lui e ubbidivano ai suoi princìpi. Ora il Salvatore metteva in pratica la lezione che aveva insegnato a Israele. L'esercito d'Israele era stato soccorso dalla parola di Dio e Gesù sarebbe stato soccorso dalla stessa Parola. Egli attese il momento fissato da Dio per la liberazione.GDN 79.3
Si trovava nel deserto per ubbidirgli e non voleva procurarsi il cibo seguendo i consigli del tentatore. Davanti all'universo mostrò che sopportare qualsiasi cosa è un male minore dell'allontanarsi dalla volontà di Dio.GDN 79.4
“Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Spesso il discepolo di Cristo si trova nell'impossibilità di conciliare la prosperità dei propri affari con il servizio di Dio. A volte sembra che l'osservanza di un comandamento provochi la perdita di ogni mezzo di sussistenza. Satana vorrebbe fargli credere che è necessario sacrificare le proprie convinzioni. Ma l'unica cosa al mondo in cui possiamo confidare è la Parola di Dio. “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più”. Matteo 6:33. Anche nella gestione dei nostri affari non ci dobbiamo allontanare dal nostro Padre. Se conosciamo la potenza della sua Parola, non seguiremo i consigli di Satana per procurarci il cibo o per salvarci la vita. Dobbiamo porci un'unica domanda: “Che cosa ha ordinato Dio? Che cosa ha promesso?” Venuti a conoscenza di ciò, ubbidiremo all'ordine e confideremo nella promessa.GDN 80.1
Nell'ultima grande fase del conflitto con Satana, quelli che rimarranno fedeli a Dio si troveranno esclusi da ogni mezzo di sostentamento. Per il rifiuto di infrangere la legge di Dio e di ubbidire ai potenti della terra, sarà proibito loro di comperare e di vendere; verranno poi condannati a morte. Apocalisse 13:11-17. Ma a coloro che ubbidiscono viene rivolta questa promessa: “Il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata”. Isaia 33:16. Per questa promessa i fl-gli di Dio vivranno. Quando la terra sarà desolata dalla carestia, essi avranno il nutrimento. “Non saranno confusi in tempo di sventura, ma saranno saziati in tempo di fame”. Salmi 37:19. Prevedendo questo periodo di ristrettezze, il profeta Habacuc espresse con queste parole la fede della chiesa: “Infatti il fico non fiorirà, non ci sarà più frutto nelle vigne; il prodotto dell'ulivo verrà meno, i campi non daranno più cibo, le greggi verranno a mancare negli ovili, e non ci saranno più buoi nelle stalle; ma io mi rallegrerò nel Signore, esulterò nel Dio della mia salvezza”. Abacuc 3:17, 18.GDN 80.2
La lezione più importante che possiamo trarre dalla prima grande tentazione di Gesù è quella che riguarda il controllo degli appetiti e delle passioni. In ogni tempo le tentazioni rivolte alla natura fisica hanno avuto l'effetto più degradante e deleterio. Mediante l'intemperanza Satana cerca di distruggere le nobili facoltà mentali e morali di cui Dio ha dotato l'uomo.GDN 80.3
Così gli uomini diventano incapaci di apprezzare i beni eterni. Satana, attraverso la sensualità, cancella ogni traccia di somiglianza con Dio. L'intemperanza, la malattia e la degradazione, presenti al tempo della prima venuta di Cristo, si intensificheranno al tempo del suo ritorno. Gesù dichiarò che le condizioni morali del mondo sarebbero state simili a quelle dei giorni che avevano preceduto il diluvio e la distruzione di Sodoma e di Gomorra. “Il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo”. Genesi 6:5. Noi viviamo alla vigilia di un'epoca terribile e dovremmo far tesoro della lezione che il digiuno del Salvatore ci insegna. L'angoscia indicibile provata da Cristo ci permette di valutare tutta la gravità del male che si compie quando ci si abbandona a una vita di piaceri. Il suo esempio ci indica che la nostra unica speranza di vita eterna risiede nella sottomissione degli appetiti e delle passioni alla volontà di Dio.GDN 80.4
Con le nostre sole forze è impossibile resistere alle sollecitudini della nostra natura decaduta, attraverso le quali Satana ci tenta. Cristo sapeva che il nemico si sarebbe avvicinato a ogni uomo, approfittando delle debolezze ereditarie, per ingannare con le sue insinuazioni tutti coloro che non si confidano in Dio. Calcando il cammino che dobbiamo percorrere, il Signore ha preparato la strada per la nostra vittoria. Egli non ci vuole in posizione di svantaggio nella lotta contro Satana. Non vuole che ci scoraggiamo e ci intimidiamo per gli assalti del serpente, ma ci dice: “Fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. Giovanni 16:33.GDN 81.1
Chi lotta contro i propri appetiti, pensi al Salvatore nel deserto, mentre agonizza sulla croce, mentre grida di aver sete. Egli ha sofferto tutto ciò che noi possiamo soffrire. La sua vittoria è anche la nostra.GDN 81.2
Gesù ha confidato pienamente nella sapienza e nel sostegno spirituale del Padre. “Ma il Signore, DIO, mi ha soccorso; perciò non sono stato abbattuto... e so che non sarò svergognato... Il Signore, DIO, mi verrà in aiuto... Chi di voi teme il Signore?... Sebbene cammini nelle tenebre, privo di luce, confidi nel nome del Signore e si appoggi al suo Dio!” Isaia 50:7-10.GDN 81.3
Gesù ha detto: “Perché viene il principe di questo mondo. Egli non può nulla contro di me”. Giovanni 14:30. Tutto in lui era estraneo ai sofismi di Satana. Egli non acconsentì al peccato, neanche con il pensiero. Anche noi dobbiamo farlo. L'umanità di Cristo era unita alla divinità. La presenza continua dello Spirito Santo gli permise di affrontare la lotta. Egli è venuto per farci partecipi della sua natura divina; se siamo uniti a lui per fede, il peccato non ci dominerà. Dio ci guida perché la nostra fede si appoggi saldamente sulla divinità di Cristo, affinché possiamo giungere alla perfezione del carattere.GDN 81.4
Cristo ci ha mostrato come ciò possa avvenire. Egli ha riportato la vittoria contro Satana, servendosi della Parola di Dio. Solo con la Parola poté resistere alla tentazione. “È scritto”. Anche a noi “ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza”. 2 Pietro 1:4. Tutte le promesse della Parola di Dio sono per noi. Noi possiamo vivere “di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”. Quando giunge la tentazione non si deve pensare alla propria debolezza ma alla potenza della Parola. Essa è a nostra disposizione. “Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te”. Salmi 119:11. “Per ubbidire alla parola delle tue labbra, mi son guardato dalle vie del violento”. Salmi 17:4.GDN 81.5