IL GIORNO DI ESPIAZIONE
Una volta l’anno, nel solenne giorno dell’Espiazione, il sacerdote entrava nel luogo santissimo per la purificazione del santuario, che completava il ciclo del servizio annuale. GSS 45.4
Nel giorno dell’Espiazione, due capretti venivano portati all’ingresso del tabernacolo, dove si tirava a sorte per scegliere quale doveva essere offerto all’Eterno e quale ad Azazel. Il capro tirato a sorte per primo veniva sacrificato per il peccato del popolo, e il sacerdote doveva portarne il sangue nel luogo santissimo, per spruzzarlo sul propiziatorio. Così farà l’espiazione per il santuario, a motivo delle impurità dei figli d’Israele, delle loro trasgressioni e di tutti i loro peccati. Lo stesso farà per la tenda di convegno che è stabilità fra loro, in mezzo alle loro impurità. (Levitico 10:16)GSS 46.1
Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra di esso tutte le iniquità degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto. Quel capro, portandosi addosso tutte le loro iniquità in una regione solitaria, sarà lasciato andare nel deserto. (Levitico 16:21,22)GSS 46.2
Solo quando il capro veniva abbandonato il popolo si poteva considerare libero dal peso dei propri peccati. Mentre si svolgeva l’espiazione, ognuno doveva pentirsi per i propri errori. Tutto il popolo lasciava le proprie occupazioni, e in quel giorno si presentava in solenne penitenza davanti a Dio, pregando, digiunando e ricercando sinceramente la presenza del Signore. GSS 46.3
Questo rito annuale insegnava al popolo importanti verità riguardanti l’espiazione delle colpe individuali. Le offerte per il peccato, presentate durante l’anno, indicavano che Dio aveva accettato un sostituto per la condanna del trasgressore: il valore di questi sacrifici non arrivava però a esaurire del tutto l’espiazione. Il peccato veniva semplicemente trasferito nel santuario.GSS 46.4
Con l’offerta del sangue di una vittima, il colpevole riconosceva l’autorità della legge e confessava le proprie trasgressioni, esprimendo la sua fede in colui che avrebbe preso su di sé il peccato del mondo. Tuttavia, egli non era completamente libero dalla condanna della legge. Nel giorno dell’Espiazione il sommo sacerdote compiva un sacrificio cruento in favore della comunità: quindi si recava nel luogo santissimo, dove aspergeva il sangue sul propiziatorio, sopra le tavole dei dieci comandamenti. In questo modo egli soddisfaceva i diritti espressi nella legge, che reclamava la vita del trasgressore. Nel suo ruolo di mediatore, il sacerdote si caricava dei peccati; quando lasciava il santuario, portava su di sé il peso delle colpe d’Israele. All’ingresso del tabernacolo, imponeva le mani sulla testa del capro sorteggiato per l’espiazione, confessando tutte le iniquità dei figli di’Israele, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati, mettendoli sulla testa del capro. Quando il capro veniva allontanato dal campo, portava su di sé tutti i peccati del popolo, che non veniva più considerato colpevole. Questo era il rituale seguito in quel che è figura e ombra delle cose celesti. (Ebrei 8:5)GSS 47.1