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Gesù Nel Suo Santuario

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    ORA È IL TEMPO DI ESPIAZIONE

    Viviamo nell’epoca del giorno dell’espiazione. Nel servizio cerimoniale terreno, mentre il sommo sacerdote compiva l’opera di espiazione per Israele, tutti erano invitati a pentirsi dei loro peccati e a umiliarsi davanti a Dio per non essere esclusi dal popolo. Allo stesso modo, tutti coloro che desiderano che i loro nomi rimangano scritti nel libro della vita dovrebbero ora, nei pochi giorni che ancora rimangono del tempo di grazia, rendersi conto del proprio stato nei confronti di Dio, provare un sincero dolore per i propri peccati e dimostrare un vero pentimento. È necessario un profondo e scrupoloso esame di coscienza. Molti cristiani dovranno rinunciare alla leggerezza e alla frivolezza. Si profila una lotta accanita per tutti coloro che vogliono vincere quelle tendenze al male che minacciano di avere il sopravvento. L’opera di preparazione è individuale. Noi non siamo salvati in gruppo; la purezza e la devozione dell’uno non possono compensare l’assenza di questi requisiti nell’altro. Sebbene tutte le nazioni debbano comparire in giudizio davanti a Dio, egli esaminerà con la massima cura il caso di ogni singola persona, come se fosse l’unico essere al mondo. Ognuno dovrà essere provato e trovato “senza difetto né macchia” (1 Pietro 1:19) né cosa alcuna simile. Le scene relative all’opera conclusiva dell’espiazione sono particolarmente solenni. Gli interessi implicati sono della massima importanza. Attualmente è in atto il giudizio nel santuario celeste e si tratta di un’opera che ormai si svolge da moltissimi anni. Presto, anche se nessuno sa quando, il giudizio riguarderà i viventi. In presenza di Dio la nostra vita sarà presa in considerazione. Perciò, oggi più che mai, bisogna tener conto dell’invito di Gesù: “...vegliate, poiché non sapete quando sarà quel tempo”. (Marco 13:33) “...Se tu non vegli, io verrò come un ladro, e tu non saprai a quale ora verrò su di te”. (Apocalisse 3:3)GSS 174.1

    Quando finirà il giudizio investigativo, il destino di tutti sarà deciso per sempre: o per la vita o per la morte. Il tempo di grazia si chiuderà poco prima dell’apparizione del nostro Signore sopra le nuvole del cielo. Alludendo a quel tempo, Gesù dichiara: Chi è ingiusto sia ingiusto ancora; chi è contaminato si contamini ancora; e chi è giusto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora. Ecco, io vengo tosto, e il mio premio è con me per rendere a ciascuno secondo che sarà l’opera sua. (Apocalisse 22:11,12) I giusti e i malvagi vivranno ancora sulla terra. Gli uomini continueranno a piantare e a costruire, a mangiare e a bere, inconsapevoli del fatto che la sentenza finale sia già stata pronunciata nel santuario celeste e sia irrevocabile. Prima del diluvio, dopo che Noè era entrato nell’arca, Dio chiuse la porta lasciando fuori gli empi. Per sette giorni la gente, ignorando che il proprio destino era ormai deciso, continuò a vivere con superficialità, preoccupata di soddisfare i propri piaceri e beffandosi degli avvertimenti relativi all’imminente castigo. “...Così” disse il Salvatore “avverrà alla venuta del Figliuol dell’uomo”. (Matteo 24:39) Silenziosamente, in modo furtivo e inatteso come il ladro di notte, giungerà l’ora decisiva che segnerà il destino eterno in ogni uomo, l’ora in cui l’offerta misericordiosa fatta all’uomo colpevole sarà ritirata.GSS 175.1

    “Vegliate dunque... che talora, venendo egli all’improvviso, non vi trovi addormentati”. (Marco 13:35, 36) È pericolosa la condizione di chi, stanco di vegliare, si volge verso le attrazioni che ci offre la società. Mentre l’uomo d’affari è intento a ricercare nuove possibilità di guadagno, chi ama il piacere segue le proprie inclinazioni e chi è schiavo della moda si preoccupa della sua apparenza, il Giudice di tutta la terra potrebbe pronunciare la sentenza: “...tu sei stato pesato con la bilancia, e sei stato trovato mancante”. (Daniele 5:27)GSS 176.1

    Great Controversy, pp. 479-491GSS 176.2

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