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    32 - FEDE E PREGHIERA

    Fede significa avere fiducia in Dio, credere che egli ci ama e sa ciò che è meglio per il nostro bene. Essa ci insegna a scegliere le sue vie al posto delle nostre; ad accettare la sua sapienza invece della nostra ignoranza, la sua forza in luogo della nostra debolezza, la sua giustizia anziché la nostra natura peccaminosa. La nostra vita appartiene già al Signore; la fede riconosce questa sovranità e accetta le benedizioni che ne derivano. Verità, onestà, purezza sono indicate come segreti di riuscita nella vita, e la fede ci permette di venirne in possesso. Ogni impulso positivo, ogni nobile aspirazione, sono un dono di Dio. Da lui la fede riceve la vita che sola può determinare la vera crescita e la vera efficienza.LP 325.1

    È bene precisare come la fede dev’essere esercitata. Ogni promessa divina è condizionata. Se noi siamo disposti a fare la volontà del Padre, tutta la sua potenza sarà messa a nostra disposizione. Qualunque dono egli prometta, è racchiuso nella promessa stessa: “...il seme è la parola di Dio”. Luca 8:11. Come la quercia è potenzialmente racchiusa nella ghianda, così il dono di Dio è racchiuso nella sua promessa. Solo accettandola, veniamo in possesso del dono.LP 325.2

    La fede che ci mette in condizione di ricevere i doni di Dio è già in sé stessa un dono, che è distribuito in una certa misura a ogni essere umano. Essa cresce con l’esercizio fatto per appropriarci della Parola di Dio. Per rafforzarla, infatti, dobbiamo metterla spesso in contatto con le Scritture.LP 325.3

    Nello studio della Bibbia, lo studente dovrebbe essere guidato a vedere tutta la potenza della Parola. Alla creazione “...egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa apparve”. Salmi 33:9. Egli “...chiama all’esistenza le cose che non sono” (Romani 4:17), perché quando egli le chiama, esse sono.LP 325.4

    Quante volte coloro che confidarono nella Parola di Dio, seppero resistere a tutta la forza del mondo! Enoc, mantenendo una fede salda, fece trionfare la giustizia in mezzo a una generazione corrotta e schernitrice. Noè e la sua famiglia resistettero ai loro contemporanei, uomini e donne dotati di grande forza fisica e intellettuale, ma moralmente degradati. Israele al Mar Rosso, indifeso e terrorizzato manipolo di schiavi, vinse contro il più poderoso esercito della più potente nazione del mondo. Davide, giovane pastore, avuta da Dio la promessa del trono, vinse su Saulle, monarca regnante ben determinato a conservare il potere. Sadrac e i suoi amici sconfissero la forza del fuoco e le minacce del re Nabucodonosor. Daniele, nella fossa dei leoni, vinse i nemici che occupavano alte posizioni di governo. Gesù, sulla croce, ottenne la vittoria sui sacerdoti e sui capi d’Israele che incitavano perfino il governatore romano a soddisfare la loro volontà. Paolo, portato in catene alla morte come un criminale, non cedette a Nerone, despota di un impero universale. LP 326.1

    Simili esempi non si trovano solo nella Bibbia, abbondano anche in ogni vicenda della storia umana. I valdesi e gli ugonotti, Wyclif e Hus, Gerolamo e Lutero, Tyndale e Knox, Zinzendorf e Wesley, insieme con intere folle di altre persone, resero testimonianza della potenza della Parola di Dio contro la forza e i sistemi di uomini sostenitori del male. Questa è la vera nobiltà del mondo, la sua stirpe reale. Di questa dinastia sono chiamati a far parte i giovani di oggi.LP 326.2

    La fede è necessaria nelle piccole esperienze della vita non meno che nelle grandi. In tutte le nostre attività quotidiane la forza soccorritrice di Dio diventa per noi realtà per mezzo di una completa fiducia in lui.LP 326.3

    Da un punto di vista umano, la vita è un sentiero inesplorato lungo il quale, per quel che si riferisce alle nostre esperienze più personali, ognuno procede da solo. Nessuno, infatti, può entrare pienamente nell’intimo della nostra vita interiore. Quando i bambini piccoli iniziano a intraprendere questo viaggio, quanto intenso dovrà essere lo sforzo per dirigere la loro fiducia nelle mani di colui che è una guida e un aiuto sicuri.LP 326.4

    Come scudo contro la tentazione e come ispirazione alla purezza e alla verità, nessun influsso può uguagliare la percezione della presenza di Dio. “Tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto”. Ebrei 4:13. “Tu, che hai gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male, e che non puoi tollerare lo spettacolo dell’iniquità...”. Abacuc 1:13 Questo pensiero protesse sempre Giuseppe in mezzo alla corruzione dell’Egitto. Alle lusinghe della tentazione, egli rispose con fermezza: “Come dunque potrei io fare questo gran male e peccare contro Dio?” Genesi 39:9. La fede, se coltivata, fornirà questa protezione a ogni persona.LP 326.5

    Solo il senso della presenza di Dio può scacciare la paura che renderebbe la vita insopportabile ai bambini più timorosi. Aiutateli a imprimere bene nella mente la promessa: “L’angelo del Signore si accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera”. Salmi 34:7. Fate leggere loro la storia meravigliosa di Eliseo che stava sulla cima di un monte e vedeva fra lui e l’esercito nemico una potente schiera di angeli. Raccontate come l’angelo di Dio apparve a Pietro mentre era in carcere condannato a morte, e come, passando oltre le guardie armate, le spesse porte della prigione e il grande cancello di ferro munito di chiavistelli e sbarre, lo condusse fuori al sicuro. Descrivete loro la scena sul mare in cui Paolo, prigioniero e in viaggio verso il processo e la condanna, pronunciò queste grandiose parole di coraggio e di speranza: “...vi esorto a stare di buon animo, perché non vi sarà perdita della vita per nessuno di voi ma solo della nave. Poiché un angelo del Dio al quale appartengo e che io servo mi è apparso questa notte, dicendo: ‘Paolo, non temere; bisogna che tu compaia davanti a Cesare, ed ecco, Dio ti ha dato tutti quelli che navigano con te”. Atti 27:22-24. Siccome su quella nave c’era un uomo mediante il quale Dio poteva agire, l’intero equipaggio, i soldati pagani e i passeggeri furono salvati e “...tutti giunsero salvi a terra”. Atti 27:44.LP 327.1

    Queste cose non sono state scritte semplicemente perché noi, leggendole, fossimo pieni di ammirazione, ma perché la stessa fede che in passato operò in favore dei servitori di Dio possa agire anche in noi. In modo non meno notevole il Signore si manifesterà oggi ovunque ci siano cuori pieni di fede pronti per essere canali della sua potenza. Insegnate a coloro che non hanno fiducia in sé stessi, e la cui mancanza di sicurezza li conduce a non accettare incarichi o responsabilità, a fare affidamento su Dio. In questo modo, molti che altrimenti sarebbero nel mondo una nullità, se non addirittura individui aggravati dall’incapacità di aiutare perfino sé stessi, potranno dire con l’apostolo Paolo: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”. Filippesi 4:13.LP 327.2

    Per il bambino che si risente facilmente delle offese, la fede ha in serbo preziose lezioni. La tendenza a opporsi al male o a vendicarsi dei torti subiti spesso è provocata da un vivo senso di giustizia e da uno spirito energico e attivo. Ai bambini dovrebbe essere insegnato che Dio è l’eterno difensore dei diritti e che cura teneramente gli esseri che ha così tanto amati da dare il suo diletto Figlio per la loro salvezza. Ogni malfattore dovrà rendere conto a lui. “...chi tocca voi, tocca la pupilla dell’occhio suo”. Zaccaria 2:8. “Riponi la tua sorte nel Signore; confida in lui, ed egli agirà. Egli farà risplendere la tua giustizia come la luce, e il tuo diritto come il sole di mezzogiorno”. Salmi 37:5, 6.LP 328.1

    “...quelli che conoscono il tuo nome confideranno in te, perché, o Signore, tu non abbandoni quelli che ti cercano”. Salmi 9:10.LP 328.2

    Dio ci dice di avere per gli altri la stessa compassione che egli manifesta per noi. Incoraggiate quanti sono impulsivi, presuntuosi, vendicativi a contemplare colui che è mansueto e umile, colui che, condotto all’uccisione come un agnello, non si ribellò come una pecora non si ribella a coloro che la tosano. Indicate loro colui che è stato trafitto dai nostri peccati, fiaccato dalla nostra malvagità; allora impareranno a resistere, a sopportare, e a perdonare.LP 328.3

    Per la fede in Gesù, ogni lacuna di carattere può essere colmata, ogni impurità rimossa, ogni difetto corretto, ogni virtù sviluppata “e voi avete tutto pienamente in lui”. Colossesi 2:10.LP 328.4

    Preghiera e fede sono intimamente unite e devono essere studiate insieme. Nella preghiera ispirata dalla fede c’è una scienza divina, una scienza che deve essere capita da chiunque voglia riuscire nella vita. Gesù dice: “...tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete”. Marco 11:24. Egli chiarì, però, che le nostre richieste devono essere in armonia con la volontà del Padre. Dobbiamo chiedere le cose che egli ha promesso, e poi adoperare nell’adempimento della sua volontà tutto quello che riceviamo. Se le condizioni sono rispettate, la promessa si compirà inequivocabilmente. Noi possiamo pregare per il perdono dei peccati, per lo Spirito Santo, per un carattere cristiano, per la saggezza e il vigore necessari per compiere la sua opera, per ogni dono promesso da Dio; quindi dobbiamo credere che riceveremo, e ringraziare il Signore di averlo ricevuto. Non dobbiamo cercare nessuna evidenza della benedizione: il dono è nella promessa, e possiamo continuare nel nostro compito, sicuri che il dono, che già possediamo, si concretizzerà quando più ne avremo bisogno.LP 328.5

    Vivere così della Parola di Dio significa una resa totale della nostra vita al Signore. Proveremo, allora, un costante senso di bisogno e di dipendenza, un’incessante aspirazione del cuore che si eleva verso di lui. La preghiera è una necessità, perché è la vita dell’anima. In famiglia e in pubblico, essa ha il suo posto, però è la comunione segreta con Dio che sostiene la vita dell’anima.LP 329.1

    Mosè, sul monte con Dio, vide il modello di quel meraviglioso edificio che doveva essere abitacolo della gloria divina. Ed è sul monte con Dio, nel segreto luogo di comunione, che noi dobbiamo contemplare il glorioso ideale stabilito da lui per l’umanità. Potremo così erigere l’edificio del nostro carattere affinché per noi si adempia la promessa: “Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo”. 2 Corinzi 6:16.LP 329.2

    Fu durante le ore di solitaria preghiera che Gesù ricevette saggezza e potenza. Incoraggiate i giovani a seguirne l’esempio, cercando all’alba e al tramonto, un luogo quieto per mettersi in comunione con il Padre nel cielo. Durante il giorno, poi, innalzino i loro cuori a Dio. A ogni passo del nostro cammino, egli ci ripete: “...io, il Signore, il tuo Dio, fortifico la tua mano destra e ti dico: ‘Non temere, io ti aiuto! ‘” Isaia 41:13.LP 329.3

    Queste lezioni possono essere insegnate solo da chi le ha apprese personalmente. L’insegnamento delle Scritture non produce talvolta sui piccoli e sui giovani un effetto maggiore, perché molti genitori e insegnanti che dicono di credere nella Parola di Dio ne rinnegano la potenza con la loro vita. Una cosa è trattare la Bibbia come un libro di buoni precetti morali da seguire fin là dove si armonizzano con lo spirito del tempo e con la nostra posizione nel mondo, e un’altra cosa è considerarla come essa realmente è: Parola del Dio vivente, Parola che è la nostra vita, che deve modellare le nostre azioni, le nostre parole e i nostri pensieri. Ritenere che la Bibbia sia qualcosa di meno di ciò, equivale a rigettarla. E tale rigetto da parte di chi afferma di credere in essa è fra le principali cause dello scetticismo e dell’incredulità dei giovani.LP 329.4

    Il mondo è preda di una vertigine di un’intensità che non ha precedenti. Nel divertimento, nella ricerca del denaro, nella corsa al potere, nella stessa lotta per la vita, c’è una forza terribile che assorbe corpo, mente e spirito. In mezzo a questa corsa pazzesca, Dio sta parlando. Egli ci invita ad appartarci per essere in comunione con lui: “Fermatevi”, dice “e riconoscete che io sono Dio”. Salmi 46:10.LP 330.1

    Molti, perfino nei momenti di devozione, non riescono a ricevere le benedizioni che derivano dalla vera comunione con Dio perché troppo precipitosi. Oltrepassano rapidamente il cerchio dell’amorevole presenza di Cristo limitandosi a soffermarsi solo un istante nel recinto, senza aspettare di ricevere consiglio. Essi non hanno il tempo di rimanere con il divino Maestro. E con i pesi che già li opprimevano, ritornano al loro lavoro.LP 330.2

    Questi operai non potranno giungere al successo fino a che non avranno imparato il segreto della forza. Si devono concedere il tempo di pensare, di pregare, e di aspettare da Dio il rinnovamento delle facoltà fisiche, mentali e spirituali. Costoro hanno bisogno dell’influsso nobilitante del suo Spirito. Ricevendolo, si sentiranno animati da nuova vita: l’organismo stanco, il cervello affaticato saranno rinvigoriti e il cuore affannato sarà illuminato.LP 330.3

    Il nostro bisogno non consiste in una breve pausa momentanea in presenza di Dio, ma in un contatto personale con Cristo: dobbiamo stare con lui in intima comunione. Beati i bambini delle nostre case e gli studenti delle nostre scuole i cui genitori e insegnanti imparano nella propria vita la preziosa esperienza descritta nelle seguenti parole di Salomone: LP 330.4

    “Qual è un melo tra gli alberi del bosco,
    tal è l’amico mio fra i giovani.
    Io desidero sedermi alla sua ombra,
    il suo frutto è dolce al mio palato.
    Egli mi ha condotta nella casa del convito,
    l’insegna che stende su di me è amore”. Cantico dei Cantici 2:3, 4. — Education, 253-261
    LP 331.1

    *****LP 331.2

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