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Consigli su cibi e alimentazione

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    Capitolo 8: Controllo dell'appetito

    La mancanza di autocontrollo è stata la causa del primo peccato

    229. Adamo ed Eva erano di statura elevata e perfetti in armonia e bellezza. Non avevano sperimentato il peccato e godevano di una salute completa. Quale contrasto con l'umanità attuale. La bellezza è svanita e non si sa cosa sia una salute completa; guardandosi intorno, non si vede che malattia, deformità e stupidità. Io chiesi la causa di questa sorprendente degenerazione, e fui portata nell'Eden. La bellissima Eva era stata indotta dal serpente a prendere il frutto di quell'albero che Dio aveva proibito di mangiare e addirittura di toccare, pena la morte.CCA 102.1

    Eva aveva a disposizione tutto quello che poteva renderla felice. Era circondata da ogni possibile varietà di frutti; eppure il frutto dell'albero proibito le sembrava più appetibile rispetto a quello di tutti gli altri alberi presenti nel giardino di cui poteva nutrirsi liberamente. Eva non mise un freno ai suoi desideri; perciò ne mangiò e, influenzato da lei, anche Adamo ne mangiò, e la maledizione ricadde su di loro. La terra stessa fu maledetta per il loro peccato. E, dalla caduta, l'intemperanza ha fatto la sua comparsa in tutte le forme possibili. Da allora l'appetito ha preso il controllo della ragione; la famiglia umana ha assunto comportamenti di aperta ribellione e, come Eva, è stata indotta da Satana a disprezzare i divieti stabiliti da Dio, illudendosi che le conseguenze non sarebbero state così terribili come si poteva pensare. L'umanità ha violato le leggi della salute, e si è lasciata andare agli eccessi quasi in ogni cosa. La malattia è progressivamente aumentata. Ogni causa è stata presto seguita dai suoi effetti. — Spiritual Gifts 4:120 (1864).CCA 102.2

    Dai tempi di Noè ai nostri giorni

    230. Gesù, seduto sul monte degli Ulivi, istruiva i suoi discepoli circa i segni che avrebbero preceduto il suo ritorno: “Come fu ai giorni di Noè, così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni prima del diluvio si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e si andava a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, e la gente non si accorse di nulla, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo”. Matteo 24:37-39. I peccati che attirarono i giudizi di Dio sul mondo ai tempi di Noè, sono gli stessi dei nostri giorni. Oggi gli uomini e le donne si sono la sciati andare al mangiare e al bere fino a giungere all'ingordigia e all'ubriachezza. Questo peccato dilagante, l'indulgere in appetiti incontrollati, accese le passioni degli uomini al tempo di Noè, e produsse una corruzione generale. La violenza e il peccato giunsero fino al cielo, finché questa contaminazione morale fu spazzata via dalla terra attraverso il diluvio. Gli stessi peccati di ghiottoneria e ubriachezza ottenebrarono la sensibilità morale degli abitanti di Sodoma, tanto che il crimine sembrava qualcosa di piacevole per gli uomini e le donne di quella città malvagia. Gesù avverte così il mondo: “Similmente, come avvenne ai giorni di Lot: si mangiava, si beveva, si comprava, si vendeva, si piantava, si costruiva; ma nel giorno che Lot uscì da Sodoma piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece perire tutti. Lo stesso avverrà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo sarà manifestato”. Luca 17:28-30.CCA 102.3

    Cristo ci ha così lasciato una delle più importanti lezioni. Vuol farci comprendere il pericolo che corriamo quando facciamo del mangiare e del bere la nostra maggiore preoccupazione, e ci presenta gli effetti del soddisfacimento degli appetiti: le facoltà morali si affievoliscono tanto che il peccato non appare più pericoloso; il crimine è considerato con leggerezza, e le passioni controllano la mente; fino al punto che i buoni princìpi e gli impulsi generosi sono sradicati dal cuore, e Dio è bestemmiato. Tutto questo è il risultato degli eccessi nel mangiare e nel bere, ed è proprio la realtà che Cristo troverà al suo ritorno.CCA 103.1

    Il Salvatore ci indica che c'è qualcosa di più elevato per cui lottare, piuttosto che preoccuparsi semplicemente di ciò che mangeremo, berremo e di come ci vestiremo. Il desiderio di mangiare, bere e vestirsi scatenano tali forme di eccessi da diventare dei crimini. E figurano come i peccati prevalenti degli ultimi tempi, quelli dati come segni da Cristo per la sua prossima venuta. Tempo, denaro ed energie, beni che appartengono al Signore e ci sono stati affidati, vengono spesi per soddisfare appetiti incontrollati, frivolezze della moda e lussuria con la conseguenza di indebolire la vitalità e produrre sofferenza e rovina. È impossibile presentare i nostri corpi come un sacrificio vivente a Dio quando sono indeboliti da cattive abitudini e malattie a causa della nostra indulgenza nei confronti del peccato. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 11, 12 (1890); Counsels on Health, 23, 24.CCA 103.2

    231. Una delle maggiori tentazioni per un individuo è l'appetito. In principio il Signore aveva creato l'essere umano integro. Era stato creato con una mente perfettamente equilibrata, e tutto il suo organismo esprimeva energia e uno sviluppo armonioso. Ma, a causa della seduzione esercitata da un astuto nemico, l'avvertimento di Dio venne trascurato, e l'infrazione alle leggi naturali produsse la sua completa rovina.CCA 103.3

    Dopo il primo cedimento all'appetito, l'umanità si è progressivamente lasciata andare all'indulgenza egoistica, finché la salute non è stata sacrificata sull'altare dell'appetito. Gli abitanti del mondo antidiluviano erano stati intemperanti nel mangiare e nel bere. Desideravano i cibi carnei, nonostante Dio all'epoca non avesse accordato nessun permesso di mangiare cibi di origine animale. Mangiarono e bevvero fino a quando il soddisfacimento dei loro desideri smodati non conobbe più limiti, e diventarono così corrotti che Dio non poteva sopportarli più a lungo. Il livello della loro malvagità aveva raggiunto l'apice, e il Signore con un diluvio purificò la terra dalla sua corruzione.CCA 104.1

    Sodoma e Gomorra

    Quando gli uomini ricominciarono a moltiplicarsi sulla terra, dopo il diluvio, dimenticarono di nuovo Dio, e ripresero la via della corruzione. L'intemperanza si sviluppava in ogni forma possibile, finché quasi tutto il mondo non fu soggetto al suo dominio. Intere città vennero spazzate via dalla faccia della terra a causa dei loro crimini atroci e della loro odiosa malvagità che deturpavano la purezza e la bellezza della creazione di Dio. L'appagamento di appetiti contro natura condusse ai peccati che causarono la distruzione di Sodoma e Gomorra. Dio attribuisce la caduta di Babilonia ai suoi peccati di gola e all'uso dell'alcol. Il soddisfacimento degli appetiti e delle passioni fu alla base dei loro peccati. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 42, 43 (1890); Counsels on Health, 108-110.CCA 104.2

    Esaù vinto dall'appetito

    232. Esaù desiderava ardentemente mangiare il suo piatto preferito, e allora sacrificò la sua primogenitura per gratificare l'appetito. Dopo aver soddisfatto i desideri della gola, si rese conto della sua follia, ma non riuscì a provare un vero pentimento nonostante lo avesse ricercato con impegno e con lacrime. Molti assomigliano a Esaù. Egli rappresenta quel genere di persone che hanno a portata di mano una benedizione speciale e preziosa — un'eredità immortale, una vita da condividere con quella di Dio, il Creatore dell'universo, una felicità smisurata e una gloria eterna — ma hanno per così tanto tempo accondisceso ad appetiti, passioni e inclinazioni personali che la loro capacità di distinguere e apprezzare le realtà eterne si è affievolita.CCA 104.3

    Esaù aveva una predilezione incontenibile per un cibo particolare, ed aveva così a lungo soddisfatto il suo egoismo che non sentiva più la necessità di prendere le distanze dalle tentazioni del palato. Continuò a pensarci, non facendo nessuno sforzo particolare per controllare questa sua voglia irrefrenabile, tanto che la forza di tale desiderio, dominandolo, ebbe il sopravvento su qualsiasi altra considerazione. Arrivò perfino a immaginare che avrebbe dovuto affrontare gravi sofferenze e forse la morte, se non avesse potuto gustare quel piatto particolare. E più ci pensava, più il desiderio si rafforzava, finché la primogenitura, che rappresentava un santo privilegio, perse il suo valore e la sua sacralità. — Testimonies for the Church 2:38 (1868).CCA 104.4

    Il desiderio d'israele di nutrirsi di carne

    233. Quando il Dio d'Israele condusse i suoi figli fuori dall'Egitto, li privò quasi completamente di alimenti di origine animale, ma fornì loro del pane dal cielo e dell'acqua dalla roccia. Ma gli Israeliti non erano soddisfatti. Mangiavano controvoglia il cibo offerto, e desideravano tornare in Egitto, dove avrebbero potuto sedersi davanti a pentole piene di carne. Essi preferivano sopportare la schiavitù, e perfino la morte, piuttosto che essere privati della carne. Dio esaudì il loro desiderio dandogli la carne, e lasciandogliene mangiare fino quando la loro avidità produsse una malattia che ne uccise molti.CCA 105.1

    Degli esempi per noi

    Si potrebbero citare molti esempi per indicare le conseguenze del cedere agli appetiti. I nostri progenitori attribuirono scarsa importanza a quel gesto con cui avrebbero trasgredito un comandamento di Dio: mangiare il frutto di un albero così bello da vedere e così piacevole da gustare; in realtà in questo modo infransero il loro patto di fedeltà a Dio, e aprirono la strada a quell'ondata incontenibile di sofferenze e dolori che si sarebbe riversata sul mondo.CCA 105.2

    Il mondo attuale

    I crimini e le malattie aumentano con ogni nuova generazione. L'intemperanza nel mangiare e nel bere, e il soddisfacimento di vili passioni hanno ottenebrato le facoltà più nobili degli esseri umani. La ragione, invece di orientare gli uomini, è diventata, a livelli allarmanti, schiava degli appetiti. Per soddisfare il desiderio irrefrenabile di mangiare cibi raffinati, è diventa una moda nutrirsi di tutti i possibili manicaretti. Specialmente nei ricevimenti e nelle feste si dà libero sfogo all'appetito senza nessun tipo di restrizione. Si servono pranzi raffinati e cene in tarda serata, a base di carni molto condite, salse elaborate, torte, pasticcini, gelati, tè, caffè, ecc. Non c'è da stupirsi se con un simile stile alimentare la gente abbia un aspetto pallido e soffra di forti dolori causati dalla dispepsia. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 43, 44 (1890); Counsels on Health, 111, 112.CCA 105.3

    234. Mi è stata mostrata la malvagità di cui oggi è vittima il mondo. Una visione terribile. Io mi sono stupita che gli uomini non fossero stati sterminati, come gli abitanti di Sodoma e Gomorra. Mi sono resa conto delle cause dello stato di degenerazione e di mortalità di cui è vittima il mondo. Le passioni incontrollate dominano la ragione, e in molti casi ogni considerazione elevata viene sacrificata per appagare i desideri.CCA 105.4

    Il primo grande peccato si è manifestato con l'intemperanza nel mangiare e nel bere. Uomini e donne si sono votati alla schiavitù dell'appetito. Essi sono intemperanti anche nel lavoro. Un grande impegno, infatti, è richiesto per poter imbandire la tavola con cibi che in realtà danneggiano seriamente l'organismo già così affaticato. Le donne trascorrono buona parte del proprio tempo davanti ai fornelli, preparando cibo che aromatizzano con spezie per gratificare il palato. Di conseguenza i bambini sono trascurati e non ricevono nessuna educazione morale e religiosa. Una madre così indaffarata non si impegna a coltivare la dolcezza del carattere, che è come un raggio di sole che illumina la casa. Le prospettive eterne vengono relegate in secondo piano. Tutto il tempo è utilizzato nella preparazione di pietanze destinate a soddisfare l'appetito che minano la salute, inaspriscono il carattere e ottenebrano le facoltà mentali. — Spiritual Gifts 4:131, 132 (1864).CCA 106.1

    235. Ovunque si scorgono i segni dell'intemperanza. Li constatiamo mentre viaggiamo sui treni, sui battelli e ovunque andiamo; ma ci chiediamo cosa stiamo facendo per liberare gli uomini dalla morsa del tentatore. Satana è sempre all'erta per tenere l'umanità sotto il suo controllo. L'influsso più efficace lo esercita sull'uomo attraverso l'appetito, che cerca di incoraggiare in ogni modo possibile. Tutti gli eccitanti sono dannosi: suscitano il desiderio di bevande alcoliche. Come possiamo sensibilizzare la nostra società, e prevenire i terribili mali che derivano dall'uso di queste sostanze? Abbiamo veramente fatto tutto il possibile in questa direzione? — Christian Temperance and Bible Hygiene, 16 (1890).CCA 106.2

    Sacrificare sull'altare della gola

    236. Dio ha trasmesso un importante messaggio al suo popolo, ma noi non siamo ancora al sicuro dalla tentazione. Chi fra noi sta cercando aiuto dagli idoli di Ecron? [come accadde ad Acazia che dopo essersi ammalato in seguito a una caduta “inviò dei messaggeri, dicendo loro: ‘Andate a consultare Baal-Zebub, dio di Ecron, per sapere se guarirò da questa malattia’”. 2 Re 1:2, ndr] Pensiamo a questo scenario, che non è frutto dell'immaginazione. In quanti, perfino tra gli avventisti del settimo giorno, si possono rilevare tali caratteristiche? Un malato, evidentemente molto coscienzioso ma fanatico e borioso, confessa apertamente il suo disprezzo per le leggi della salute e della vita che la misericordia divina ci ha invitato ad accettare in quanto popolo di Dio. Il suo cibo deve essere sempre preparato in modo tale da soddisfarne i desideri morbosi. Piuttosto che sedersi a una tavola dove si servono alimenti sani, preferisce i ristoranti, per appagare il suo appetito, senza restrizioni. Difensore eloquente della temperanza, nella pratica ne disprezza i princìpi fondamentali. Cerca sollievo, ma rifiuta di ottenerlo attraverso la rinuncia. Quest'uomo sta adorando nel santuario innalzato agli appetiti. È un idolatra. Le sue facoltà che, santificate e nobilitate, potrebbero essere impiegate per onorare Dio, in realtà risultano indebolite e di scarsa utilità per il servizio. Un temperamento irritabile, un cervello confuso e un sistema nervoso fragile sono alcune delle conseguenze del suo disprezzo per le leggi della natura. È incapace e inaffidabile. — Testimonies for the Church 5:196, 197 (1882).CCA 106.3

    La vittoria di Cristo in nostro favore

    237. Nel deserto della tentazione Cristo affrontò le più grandi seduzioni che possano assalire l'uomo. E lì, da solo, incontrò il nemico, astuto e subdolo, e lo vinse. La prima e grande seduzione riguardava l'appetito; la seconda aveva per oggetto la presunzione; la terza, l'orgoglio e l'amore per il mondo. Satana ha avuto il sopravvento su milioni di persone convincendole a seguire i loro appetiti. Nel soddisfare il palato, il sistema nervoso si eccita mentre l'energia mentale si indebolisce, e diventa impossibile riflettere con calma e razionalità. Il cervello perde il suo equilibrio, le più elevate e nobili facoltà sono corrotte, al servizio di passioni carnali, e gli interessi sacri ed eterni vengono disprezzati. Quando ha raggiunto quest'obiettivo, Satana può proporre le altre due grandi tentazioni e trovare un terreno favorevole. Le sue molteplici tentazioni si inseriscono tutte in questi tre grandi filoni principali. — Testimonies for the Church 4:44 (1876).CCA 107.1

    238. La lezione più importante che possiamo trarre dalla prima grande tentazione di Gesù è quella che riguarda il controllo degli appetiti e delle passioni. Le tentazioni che coinvolgono la sfera fisica hanno prodotto sempre gli effetti più degradanti e deleteri. Attraverso l'intemperanza Satana cerca di distruggere le più nobili facoltà mentali e morali di cui Dio ha dotato l'uomo.CCA 107.2

    Così gli uomini diventano incapaci di apprezzare le benedizioni eterne. Satana, attraverso la sensualità, cancella ogni traccia di somiglianza con Dio. L'intemperanza, la malattia e la degradazione, che caratterizzavano l'epoca della prima venuta del Cristo, si intensificheranno al tempo del suo ritorno. Gesù ha dichiarato che le condizioni morali del mondo sarebbero state simili a quelle dei giorni che avevano preceduto il diluvio e la distruzione di Sodoma e Gomorra. “Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo”. Genesi 6:5. Noi viviamo nella prospettiva di un'epoca difficile e dovremmo far tesoro dell'esempio del digiuno del Salvatore. L'angoscia indicibile provata da Cristo ci permette di valutare tutta la gravità del male che si sperimenta quando ci si abbandona a una vita di piaceri. Il suo esempio ci indica che la nostra unica speranza di vita eterna sta nella sottomissione degli appetiti e delle passioni alla volontà di Dio.CCA 107.3

    Rivolgersi al Salvatore

    Con le nostre sole forze è impossibile resistere alle tendenze della natura decaduta, attraverso cui Satana ci tenta. Cristo sapeva che il nemico si sarebbe avvicinato a ogni uomo, approfittando delle debolezze ereditarie, per ingannare con le sue tentazioni tutti coloro che non si confidano in Dio. Percorrendo il cammino che noi stessi dobbiamo seguire, il Signore ha preparato la strada per la nostra vittoria. Non desidera che ci troviamo in posizione di svantaggio nella lotta contro Satana. Non vuole che ci scoraggiamo e ci lasciamo intimidire per gli assalti del serpente, ma ci dice: “Fatevi coraggio, io ho vinto il mondo”. Giovanni 16:33.CCA 108.1

    Chi sta lottando contro i propri appetiti, pensi al Salvatore nel deserto, mentre agonizza sulla croce, mentre grida di avere sete. Egli ha sofferto tutto quello che noi possiamo patire. La sua vittoria è anche la nostra.CCA 108.2

    Gesù ha confidato pienamente nella sapienza e nel sostegno spirituale del Padre. “Ma il Signore, DIo, mi ha soccorso; perciò non sono stato abbattuto... e so che non sarò svergognato... Il Signore, DIO, mi verrà in aiuto... Chi di voi teme il SIGNORE?... Sebbene cammini nelle tenebre, privo di luce, confidi nel nome del SIGNORE e si appoggi al suo Dio!”. Isaia 50:7-10.CCA 108.3

    Gesù ha detto: “Viene il principe di questo mondo. Egli non può nulla contro di me”. Giovanni 14:30. Tutto in lui era estraneo ai sofismi di Satana. Egli non acconsentì al peccato, neanche con il pensiero. Anche noi dobbiamo farlo. L'umanità di Cristo era unita alla divinità. La presenza costante dello Spirito Santo gli permise di affrontare la lotta. Egli è venuto per farci partecipi della natura divina; se siamo uniti a lui per fede, il peccato non ci dominerà. Dio ci guida perché la nostra fede si appoggi saldamente sulla divinità di Cristo, e possiamo giungere così alla perfezione del carattere. — The Desire of Ages, 122, 123 (1898).CCA 108.4

    239. Come fece con Cristo, Satana avvicina gli esseri umani attraverso le sue insidiose tentazioni perché diano libero sfogo ai proprio appetiti. Egli sa bene che il suo potere è in grado di vincerli su questo punto. Così avvenne nel giardino dell'Eden per Adamo ed Eva che persero il loro paradiso. Quanta miseria e quanti delitti hanno contaminato il nostro mondo in seguito alla caduta di Adamo! Intere città sono state spazzate via dalla faccia della terra a causa dei loro crimini degradanti e della più vile malvagità che hanno contagiato tutto l'universo. Alla radice dei loro peccati c'è stato il compiacimento dei propri appetiti. — Testimonies for the Church 3:561 (1875).CCA 108.5

    240. Cristo ha iniziato l'opera della redenzione nel momento stesso della caduta. La prima prova la affrontò sul terreno dove Adamo era caduto. Attraverso le tentazioni collegate all'appetito Satana aveva vinto una buona parte del genere umano, e questo successo gli ave va fatto credere che il controllo del pianeta decaduto fosse ormai nelle sue mani. Ma in Cristo trovò qualcuno in grado di resistergli, e quindi lasciò il campo di battaglia come un nemico battuto. Gesù dice: “Esso non ha nulla in me”. La sua vittoria ci assicura che anche noi possiamo risultare vincitori nei nostri conflitti con il nemico. Ma non è nei piani del Padre salvarci senza nessun impegno da parte nostra per collaborare con Cristo. Siamo chiamati a fare la nostra parte, in modo che la potenza divina, unita ai nostri sforzi, ci porti alla vittoria. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 16 (1890).CCA 108.6

    [Per noi Cristo esercitò un autocontrollo più forte della fame e della morte § 295] CCA 109.1

    [Grazie al digiuno, Cristo trovò la forza per resistere; la sua vittoria è un incoraggiamento per tutti § 296] CCA 109.2

    [Quando fu tentato, Cristo non mangiò nulla § 70]CCA 109.3

    [La forza della tentazione di compiacere all'appetito misurata dall'angoscia di Cristo durante il suo digiuno § 298]CCA 109.4

    Il successo di Daniele

    241. Le tentazioni suscitate dall'appetito sono talmente forti che possono essere vinte solo grazie all'aiuto che Dio ci offre. E noi abbiamo la promessa divina che per ogni tentazione ci sarà una via di uscita. Perché, allora, tanti risultano perdenti? Perché non hanno riposto la loro fiducia in Dio e non utilizzano i mezzi previsti per la loro salvezza. Perciò, le scuse invocate per giustificare un appetito alterato non hanno nessun peso per il Signore.CCA 109.5

    Daniele era consapevole delle sue possibilità umane, ma non puntò in questa direzione. La sua fiducia era riposta nella potenza che Dio ha promesso a tutti coloro che si presentano a lui con umiltà, affidandosi totalmente alla sua potenza.CCA 109.6

    Scelse di non contaminarsi con le porzioni di carne del re, né con il vino che beveva; perché sapeva che un simile regime alimentare non avrebbe rafforzato le sue facoltà fisiche e neanche sviluppato quelle mentali. Quindi non avrebbe consumato né il vino né qualsiasi altra sostanza eccitante; non avrebbe fatto nulla per ottenebrare la sua mente; e allora Dio gli concesse “conoscenza e intelligenza in tutta la letteratura, e sapienza”, e anche comprensione “d'ogni sorta di visioni e di sogni”. Daniele 1:17 (Luzzi).CCA 109.7

    I genitori di Daniele, nella sua infanzia, lo avevano educato a una rigida temperanza. Gli avevano insegnato che doveva conformarsi alle leggi della natura in tutte le sue abitudini; che il suo modo di mangiare e di bere aveva un influsso diretto sulla natura fisica, mentale e morale, e che era responsabile nei confronti di Dio di tutte le sue facoltà perché le aveva avute in dono dal Signore, e non doveva, per nessun tipo di debolezza nel suo comportamento, arrestarne lo sviluppo o menomarle. Il risultato di questo insegnamento fu che la leg ge di Dio venne esaltata nella sua mente e rispettata nel suo cuore. Nei primi anni della sua prigionia, Daniele fu costretto ad affrontare una grande prova venendo a contatto con il fasto, l'ipocrisia e il paganesimo della corte reale. Davvero una strana scuola per insegnargli a vivere una vita sobria, all'insegna dell'impegno e della fedeltà! Eppure non venne influenzato dall'atmosfera negativa da cui era circondato.CCA 109.8

    L'esperienza di Daniele e dei suoi giovani amici dimostra i benefici che possono derivare da un regime alimentare sobrio, e illustra ciò che Dio vuole fare per coloro che desiderano cooperare con lui nel purificare ed elevare la propria anima. Essi onorarono Dio e diventarono una luce viva e risplendente nella corte di Babilonia.CCA 110.1

    Attraverso questa esperienza, riusciamo a udire la voce di Dio che si rivolge a noi individualmente per invitarci a beneficiare dei preziosi insegnamenti collegati alla temperanza cristiana e per metterci in sintonia con le leggi della salute. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 22, 23 (1890).CCA 110.2

    242. Che cosa sarebbe successo se Daniele e i suoi compagni fossero giunti a un compromesso con quei funzionari pagani e avessero ceduto, davanti alla gravità del momento, mangiando e bevendo secondo le abitudini babilonesi? Quell'unico caso di allontanamento dai princìpi avrebbe indebolito il loro senso di giustizia e l'opposizione al male. Il soddisfacimento dell'appetito avrebbe comportato la rinuncia alla forza fisica, alla lucidità mentale e alla potenza spirituale. Un passo falso probabilmente ne avrebbe implicati altri, fin quando la loro relazione con il Signore si sarebbe interrotta ed essi sarebbero stati schiacciati dalla tentazione. — The Review and Herald, 25 gennaio 1881; Counsels on Health, 66. CCA 110.3

    [La lucidità mentale di Daniele era il frutto di un'alimentazione semplice e una vita di preghiera § 117]CCA 110.4

    [Altri insegnamenti su Daniele §§ 33, 34, 117]CCA 110.5

    Il nostro dovere di cristiani

    243. Quando comprendiamo quali sono i desideri di Dio, allora capiamo che ci chiede di essere temperanti in ogni cosa. L'obiettivo della creazione è glorificare Dio nel nostro corpo e nel nostro spirito che gli appartengono. Ma come possiamo farlo quando lasciamo che l'appetito danneggi le nostre facoltà fisiche e morali? Dio ci chiede di presentare i nostri corpi in sacrificio vivente. Abbiamo quindi il dovere di preservare il corpo nelle migliori condizioni di salute, per poter soddisfare le sue richieste. “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio”. 1 Corinzi 10:31. — Testimonies for the Church 2:65 (1868).CCA 110.6

    244. L'apostolo Paolo scrive: “Non sapete che coloro i quali corrono nello stadio, corrono tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, per una incorruttibile. Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato”. 1 Corinzi 9:24-27.CCA 110.7

    Nella nostra società molte persone indulgono in abitudini pericolose. L'appetito è la legge che le governa e, a causa di questo stile di vita, la sensibilità morale risulta annebbiata e la capacità di discernere le realtà sacre è in buona parte distrutta. Per i cristiani è necessario essere strettamente temperanti e porre i propri ideali a un livello molto elevato. È indispensabile la temperanza nel mangiare, nel bere e nel vestire, e lasciarsi guidare dai princìpi e non dall'appetito o dalla fantasia. Coloro che mangiano troppo, o quelli che si nutrono di un cibo di cattiva qualità, sono facilmente indotti a dissipare le loro potenzialità o lasciarsi trascinare da “. Molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione”. 1 Timoteo 6:9. I collaboratori di Dio devono usare tutto il loro influsso per incoraggiare la diffusione dei veri princìpi della temperanza.CCA 111.1

    La fedeltà a Dio è qualcosa di molto importante. Egli ha dei diritti su tutti coloro che sono impegnati al suo servizio. Vuole che la mente e il corpo siano mantenuti nelle migliori condizioni di salute, che ogni facoltà e talento siano sotto il controllo divino, e tutti diventino forti e prudenti grazie ad abitudini di stretta temperanza. È nostro dovere consacrarci a Dio senza riserve, anima e corpo, utilizzando al suo servizio le preziose facoltà che ci ha liberamente elargito.CCA 111.2

    Tutte le nostre capacità ed energie devono essere continuamente rafforzate e migliorate nel periodo di prova della nostra esistenza. Soltanto coloro che apprezzano questi princìpi, e sono stati istruiti a prendersi cura dei propri corpi in maniera intelligente e nel rispetto di Dio, devono essere scelti per assumersi delle responsabilità in questa opera. Coloro che da molto tempo conoscono la verità, e tuttavia non sanno distinguere tra i princìpi del bene e quelli del male, e la cui comprensione in merito alla giustizia, alla misericordia e all'amore di Dio è offuscata, devono essere sollevati dai loro incarichi. Ogni chiesa ha bisogno di un testimone chiaro e preciso, che dia alla tromba un suono sicuro.CCA 111.3

    Se riusciremo a risvegliare la sensibilità morale del nostro popolo sul tema della temperanza, riporteremo una grande vittoria. La temperanza deve essere insegnata e praticata in ogni aspetto della vita, perché la temperanza nel mangiare, nel bere, nel riposare e nel vestire è uno dei grandi princìpi della vita spirituale. Ogni verità, che penetra nel santuario dello spirito, diventa una guida per prendersi cura correttamente del proprio corpo. Nulla di ciò che riguarda la salute dell'uomo deve essere considerato con indifferenza. La nostra felicità eterna dipende dall'uso che facciamo, durante questa vita, del no stro tempo, delle nostre energie e del nostro influsso. — Testimonies for the Church 6:374, 375 (1900).CCA 111.4

    Schiavi dell'appetito

    245. Ci sono delle persone che professano di credere nella verità, che non fanno uso di tabacco, tè o caffè, e tuttavia sono colpevoli di appagare i loro appetiti. Essi desiderano sempre piatti a base di carne e molto conditi, con salse poco digeribili; il loro appetito è così alterato che non si sentono soddisfatti mangiando carne, a meno che non sia stata preparata nel modo più artificioso possibile. Lo stomaco è sotto stress, gli organi digestivi sono affaticati, e devono impegnarsi in un duro lavoro per smaltire il carico che li appesantisce. A questa fase di affaticamento segue una sensazione di languore. Molti vengono ingannati da questa sensazione e pensano che sia prodotta dalla mancanza di cibo; e allora, senza dare il tempo allo stomaco di riposare, ricominciano a mangiare e, momentaneamente quella specie di languore svanisce. Ma più si soddisfa l'appetito, più questo reclama per essere gratificato. Generalmente si avverte questo genere di languore quando si mangia carne, quando si mangia troppo spesso o in quantità eccessiva.CCA 112.1

    Per assecondare la moda e un appetito morboso, si ammucchiano nello stomaco torte elaborate, crostate, budini e ogni genere di alimenti nocivi. La tavola deve essere imbandita con una tale varietà di pietanze, per soddisfare un appetito privo di freni. Il mattino, le vittime dell'appetito hanno spesso un alito pesante e la lingua sporca. Non godono buona salute e si stupiscono di dover sopportare malesseri, cefalee e altri disturbi. Molti mangiano tre volte al giorno, e perfino al momento di mettersi a letto. Così, in breve tempo gli organi digestivi si logorano, perché non hanno avuto mai il tempo di riposarsi. Queste persone, diventate dispeptiche si chiedono cosa mai le abbia ridotte in quello stato. Il rapporto causa-effetto ha prodotto i suoi risultati. Non si deve consumare un secondo pasto se non si è concesso un adeguato tempo di riposo agli organi digestivi dopo il pasto precedente. E se proprio si dovesse prendere un terzo pasto, questo dovrebbe essere molto leggero, e consumato molte ore prima di andare a letto.CCA 112.2

    Molti sono così radicati nell'intemperanza che nessun ragionamento li allontanerà dall'abitudine di lasciarsi andare ai richiami della gola. Sono disposti a sacrificare la loro salute, e a morire prematuramente, piuttosto che controllare l'appetito. E ci sono molte persone che non sanno quale relazione intercorra tra il loro modo di mangiare e di bere e la loro salute. Se fossero stati informati, avrebbero trovato il coraggio morale di rinunciare alle passioni dell'appetito e mangiare con più sobrietà e soltanto cibo salutare; così, adottando questo nuovo stile di vita, si sarebbero risparmiati tante sofferenze.CCA 112.3

    Educare lappetito

    Le persone che hanno soddisfatto il loro appetito nutrendosi liberamente di carne, intingoli sofisticati e ogni tipo di dolci e marmellate, non possono subito apprezzare un regime alimentare semplice, salutare e nutriente, perché il loro gusto è così cambiato che non provano nessun interesse per un'alimentazione sana, costituita da frutta, pane integrale e verdure. Queste persone non devono aspettarsi di poter apprezzare immediatamente un cibo diverso da quello che erano abituate a mangiare. Se non riusciranno subito ad accettare alimenti semplici, dovranno digiunare fino a quando lo potranno. Tale digiuno si rivelerà per loro di maggior beneficio delle medicine, perché lo stomaco, del quale si è così a lungo abusato, troverà quel riposo di cui aveva bisogno da lungo tempo, e una vera fame potrà essere soddisfatta da un'alimentazione semplice. Ci vorrà del tempo perché il palato si adatti dopo gli abusi sofferti e per ricuperare il suo naturale equilibrio. Ma la perseveranza nel sapersi moderare, quanto al mangiare e al bere, renderà presto appetitoso il cibo semplice e sano, che sarà mangiato con maggiore soddisfazione rispetto a quella che provano gli epicurei con i loro sofisticati manicaretti.CCA 113.1

    In questo modo lo stomaco non è stressato a causa della carne, non è affaticato, ma si trova in una condizione di buona salute che gli consente di svolgere prontamente il suo lavoro. Occorre che l'opera della riforma non subisca ritardi; deve essere compiuto ogni sforzo per preservare saggiamente l'energia residua delle forze vitali, sbarazzandosi di qualsiasi carico eccessivo. Lo stomaco non potrà mai ritrovare tutta la sua salute, ma un'appropriata alimentazione rispar-mierà un peggioramento del suo stato, e molte persone recupereranno una buona condizione, a meno che non si siano spinte troppo in là nella loro golosità autodistruttiva.CCA 113.2

    Quelli che acconsentono a diventare schiavi della gola spesso si spingono oltre, fino ad assecondare le vili passioni suscitate dalla loro intemperanza nel mangiare e nel bere. Non pongono dei freni alle loro passioni corrotte, finché la mente e la salute ne subiscono gravi danni; e le facoltà razionali sono in larga misura annientate da uno stile di vita malsano. — Spiritual Gifts 4:129-131 (1864).CCA 113.3

    Effetti fisici, mentali e morali della golosità

    246. Molti studenti non conoscono gli effetti importanti che una dieta alimentare esercita sulla salute. Alcuni di loro non si sono mai impegnati seriamente per controllare l'appetito o per osservare regole alimentari equilibrate. Essi mangiano troppo ai pasti, e alcuni anche tra i pasti ogni volta che se ne presenta l'occasione. Se coloro che si dichiarano cristiani vogliono avere una risposta al perché la loro mente è così offuscata e le loro aspirazioni religiose così deboli, non hanno bisogno, in molti casi, di spingersi più in là della loro tavola; se non vi sono altre cause, quella è di per sé sufficiente.CCA 113.4

    Molte persone si separano da Dio per colpa della loro intemperanza. Colui che si interessa della caduta di un passero, che conosce il numero dei capelli che abbiamo in testa, registra anche il peccato di coloro che soddisfano un appetito mutato a spese dell'indebolimento delle energie fisiche, dell'annebbiamento dell'intelletto e della distruzione delle percezioni morali. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 83 (1890).CCA 114.1

    Un rimorso tardivo

    247. Molti sono incapaci di effettuare un'attività mentale e fisica a causa di un'alimentazione eccessiva e della gratificazione di passioni depravate. E mentre la sensibilità morale e spirituale si indebolisce, gli istinti si rafforzano. Quando ci troveremo intorno al grande trono bianco, quale rapporto sarà presentato sulla vita di molti? In quel giorno essi vedranno che cosa potevano aver realizzato se non avessero sprecato le facoltà affidate loro da Dio. Capiranno poi quale livello di forza intellettuale avrebbero potuto raggiungere se avessero dedicato a Dio tutta quella forza fisica e mentale che egli aveva affidato loro. Nell'agonia del loro rimorso, desidereranno ardentemente tornare a vivere di nuovo la loro vita. — Testimonies for the Church 5:135 (1882).CCA 114.2

    [Effetti fisici e mentali causati dagli eccessi alimentari §§ 219, 220]CCA 114.3

    Bisogna controllare un appetito smodato

    248. La Provvidenza ha guidato il popolo di Dio ad allontanarsi dalle abitudini innaturali del mondo, dall'appagamento dell'appetito e delle passioni, affinché assuma una posizione ferma sulla via della rinuncia e della temperanza in ogni cosa. Il popolo che Dio guida sarà un popolo speciale. I suoi figli non assomiglieranno alla gente comune. Se seguiranno le linee direttive di Dio, saranno in grado di realizzarne i propositi e sottomettere la propria volontà alla sua. Cristo abiterà nel loro cuore e il tempio di Dio sarà santificato. Il vostro corpo, dice l'apostolo Paolo, è il tempio dello Spirito Santo. Dio non vuole che i suoi figli si spingano sulla via della rinuncia fino a danneggiare la loro forza fisica. Egli chiede loro di ubbidire alle leggi della natura, per preservare la salute del corpo. La via della natura è la strada che egli ci indica, ed è larga abbastanza per ogni cristiano. Dio ci ha provveduto, generosamente, di ricche e svariate benedizioni per il nostro sostentamento e la nostra gioia. Ma, per permetterci di godere di un'alimentazione naturale che ci consentirà di mantenerci in salute e prolungare la nostra esistenza, egli pone dei limiti al nostro appetito. E ci avverte: “Attenzione! Dominate l'appetito innaturale”. Se lasciamo che l'appetito degeneri, violiamo le leggi che regolano la nostra vita e ci assumiamo la responsabilità di abusare del nostro cor po e di procurarci delle malattie. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 150, 151 (1890).CCA 114.4

    249. Coloro che hanno ricevuto delle indicazioni in merito all'uso di alimenti carnei, tè, caffè e preparazioni elaborate e malsane, e sono decisi a fare un patto con Dio che passi attraverso la rinuncia, non continueranno a soddisfare l'appetito con cibi nocivi. Dio esige che i desideri siano purificati e venga tralasciato tutto ciò che non è buono. Questa opera dovrà essere portato a termine prima che il suo popolo possa comparire davanti a lui come un popolo perfetto. — Testimonies for the Church 9:153, 154 (1909).CCA 115.1

    250. Dio non ha cambiato, né si propone di cambiare, il nostro organismo per permetterci di infrangere anche una sola delle sue leggi senza risentire gli effetti di questa violazione. Molti chiudono volontariamente gli occhi per non vedere la luce... Nel soddisfare le loro inclinazioni e i loro appetiti, violano le leggi della salute e della vita; se invece ascoltassero la coscienza, sarebbero controllati dai princìpi nel loro modo di mangiare e di vestirsi, piuttosto che lasciarsi guidare dalle inclinazioni, dalla moda e dall'appetito. — The Health Reformer, settembre 1871.CCA 115.2

    L'utilità dei collaboratori di Dio dipende dal controllo dell'appetito

    251. Avvertite la gente di resistere alla tentazione di essere intemperanti. Molti sono caduti per questo motivo. Spiegate la stretta relazione che intercorre tra corpo e mente, presentando la necessità di mantenere entrambi nelle migliori condizioni possibili.CCA 115.3

    Tutti coloro che assecondano il proprio appetito, indeboliscono le energie fisiche e la sensibilità morale, prima o poi sperimenteranno gli effetti della trasgressione della legge fisica.CCA 115.4

    Cristo offrì la sua vita per ottenere la salvezza del peccatore. Il Redentore del mondo sapeva che nell'appagare l'appetito si provoca debolezza fisica e si affievoliscono le più sottili percezioni, tanto da non riuscire a distinguere le cose sacre ed eterne. Egli sapeva che il soddisfacimento dei desideri perverte le facoltà morali, e che il più grande bisogno dell'uomo è quello della conversione, nel cuore, nella mente e nell'anima, il passaggio da una vita egoistica a una vita di rinunce e di dono di se stessi. Possa il Signore aiutarla, in quanto suo figlio, a esortare i pastori e a risvegliare le chiese addormentate. Faccia che il suo lavoro di medico sia in armonia con quello di pastore. È per questo che sono state create le nostre strutture mediche: per proclamare il messaggio della vera temperanza.CCA 115.5

    Come popolo, abbiamo bisogno di una riforma, e in modo particolare ne hanno bisogno i pastori e gli insegnanti. Sono stata invitata a trasmettere questo messaggio ai nostri pastori e ai presidenti delle nostre Federazioni: la vostra utilità, come collaboratori di Dio nell'opera di recupero di coloro che si perdono, dipende molto dal suc cesso nel controllo dell'appetito. Tenete a freno il desiderio di soddisfare l'appetito, e questo vi permetterà di controllare più facilmente le vostre passioni. Così le vostre facoltà mentali e morali si rafforzeranno. “Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello, e con la parola della loro testimonianza”. Apocalisse 12:11. — Lettera 158, 1909.CCA 115.6

    Un appello a un compagno di lavoro

    252. Il Signore ha scelto lei per compiere il suo lavoro, e se lei lavora con attenzione e con prudenza, ponendo la sua abitudine di mangiare sotto lo stretto controllo della conoscenza e della ragione, avrà ore molto più dolci e confortevoli che se agisse scriteriatamente. Metta mano ai freni, controlli strettamente il suo appetito, e poi si affidi alle mani di Dio. Prolunghi la sua vita vigilando attentamente su lei stesso. — Lettera 49, 1892.CCA 116.1

    La sobrietà sviluppa la forza

    253. Le persone che sono impegnate nel trasmettere l'ultimo avvertimento al mondo, un messaggio che deve decidere il destino di tanti uomini, devono applicare alle proprie vite quelle verità che proclamano agli altri. Devono essere un esempio nel modo di mangiare e di bere, nel modo di conversare e di comportarsi. La gola, l'indulgenza verso le passioni più basse e i peccati più gravi vengono tenute nascoste sotto le apparenze della santità da molti che si professano rappresentanti di Cristo sulla terra. Ci sono individui dotati di eccellenti abilità naturali che però non realizzano neppure la metà di quanto potrebbero fare se fossero temperanti. L'appagamento del loro appetito e delle loro passioni offusca la mente, diminuisce la forza fisica e affievolisce la sensibilità morale. I loro pensieri non sono chiari e le loro parole sono prive di potenza, perché non sono vivificate dallo Spirito divino per raggiungere il cuore degli ascoltatori.CCA 116.2

    Così, come i nostri progenitori persero l'Eden per compiacere all'appetito, la nostra unica speranza di riconquistarlo consiste nel dominare con determinazione l'appetito e le passioni. Una dieta sobria e il controllo di ogni passione preserveranno l'intelletto e gli comunicheranno vigore, aumentando anche la sensibilità morale e rendendo le persone capaci di porre tutte le loro inclinazioni sotto il controllo delle più nobili facoltà, in modo da saper distinguere tra il bene e il male, tra il sacro e il profano. Tutti quelli che hanno la chiara comprensione del sacrificio fatto da Cristo nel lasciare il cielo e venire in questo mondo per indicare all'uomo con l'esempio della propria vita come resistere alla tentazione, rinunceranno con gioia al soddisfacimento di se stessi scegliendo di condividere con Cristo le sue sofferenze.CCA 116.3

    Il timore del Signore è il principio della saggezza. Quelli che vin cono, come Cristo ha vinto, avranno bisogno di stare costantemente in guardia contro le tentazioni di Satana. L'appetito e le passioni dovranno essere frenati e posti sotto il controllo di una coscienza illuminata, in modo che l'intelletto sia lucido e la sensibilità intatta, affinché i raggiri di Satana e le sue trappole non debbano essere visti come se fossero opera della provvidenza divina. Molti desiderano la ricompensa finale e i frutti della vittoria che devono essere dati ai vincitori, ma non hanno alcuna voglia di sopportare le privazioni, le fatiche e il sacrificio, come invece fece il Redentore. È solo grazie all'ubbidienza e a uno sforzo continuo che noi saremo vincitori come lo fu Cristo.CCA 116.4

    Il potere dell'appetito provocherà la rovina di migliaia di uomini e donne, mentre, se avessero vinto su questo punto, avrebbero avuto tanta forza morale da guadagnare la vittoria su ogni altra tentazione di Satana. Ma coloro che sono schiavi dell'appetito falliranno nel perfezionamento del carattere cristiano. La continua trasgressione delle leggi divine da parte dell'umanità per seimila anni ha prodotto infermità, dolore e morte. E a mano a mano che ci avvicineremo alla fine del tempo previsto, la tentazione diabolica di soddisfare l'appetito sarà sempre più forte e più difficile da superare. — Testimonies for the Church 3:490-492 (1875). CCA 117.1

    [Il sentiero della sobrietà nel mangiare è la via della salute § 473]CCA 117.2

    La relazione delle abitudini con la santificazione

    254. È impossibile godere delle benedizioni della santificazione mentre si vive da egoisti e da golosi. Tanti si lamentano sotto il peso delle infermità dovute al loro modo abituale di mangiare e bere che viola le leggi della salute e della vita. Molti stanno indebolendo i loro organi digestivi lasciandosi andare ad appetiti incontrollati. Il corpo umano ha un meraviglioso potere di resistenza agli abusi che si commettono contro di lui; ma il ripetersi di abitudini sbagliate, e gli eccessi nel mangiare e nel bere, debiliteranno ogni funzione dell'organismo. Queste persone deboli riflettano su cosa avrebbero potuto essere, se fossero vissuti temperatamente, e si fossero impegnati per sviluppare la salute invece di abusarne. Nel soddisfacimento delle passioni e dell'appetito alterato, perfino coloro che si dicono cristiani danneggiano la natura nel suo operare e diminuiscono le facoltà fisiche, mentali e morali. Alcuni che si stanno comportando in questo modo, pretendono di essere consacrati a Dio; ma tale pretesa non ha nessun fondamento.CCA 117.3

    “Un figlio onora suo padre e un servo il suo padrone; se dunque io sono padre, dov'è l'onore che m'è dovuto? Se sono padrone, dov'è il timore che m'è dovuto? Il SIGNORE degli eserciti parla a voi, o sacerdoti, che disprezzate il mio nome! Ma voi dite: ‘In che modo abbiamo disprezzato il tuo nome?’. Voi offrite sul mio altare cibo contaminato, ma dite: ‘In che modo t'abbiamo contaminato?’. L'avete fat to dicendo: ‘La tavola del SIGNORE è spregevole. Quando offrite in sacrificio una bestia cieca, non è forse male? Quando ne offrite una zoppa o malata, non è forse male? Presentala dunque al tuo governatore! Te ne sarà egli grato? Ti accoglierà forse con favore?’ dice il SlGNORE degli eserciti... ‘Offrite animali rubati, zoppi o malati, e queste sono le offerte che fate! Dovrei io gradirle dalle vostre mani?’ dice il SIGNORE”. Malachia 1:6-8, 13.CCA 117.4

    Facciamo attenzione a questi avvertimenti e a questi rimproveri. Sebbene rivolti all'antico Israele, si applicano anche al popolo di Dio oggi. E dovremmo considerare le parole dell'apostolo quando esorta i suoi fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i loro corpi “in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio”. Romani 12:1. Questa è la vera santificazione. Non è una mera teoria, una suggestione emotiva o un modo di dire, ma un principio vivente e attivo che governa la vita d'ogni giorno. Esige che le nostre abitudini di mangiare, di bere e di vestire siano tali da assicurare il mantenimento della salute fisica, mentale e morale, affinché possiamo presentare al Signore i nostri corpi non come un'offerta corrotta da cattive abitudini, ma come “un sacrificio vivente, santo, gradito a Dio”.CCA 118.1

    Che nessuna persona, tra quelle che si professano pie, consideri con indifferenza la salute del corpo e illuda se stessa sostenendo che l'intemperanza non è un peccato che possa danneggiare la sua spiritualità. Esiste una stretta relazione tra la natura fisica e quella morale. — The Review and Herald, 25 gennaio 1881.CCA 118.2

    È necessario un carattere deciso

    255. Per rinunciare al dominio dell'appetito occorre un carattere deciso. Per la mancanza di tale requisito moltitudini intere soccombono. Deboli, arrendevoli, facilmente influenzabili, molti uomini e donne falliscono miseramente nel proposito di essere quello che Dio desidera che siano. Coloro che non hanno un carattere deciso non sono in grado di ottenere il successo nell'impegno quotidiano di vincere. Il mondo è pieno di gente inebetita, intemperante e debole di mente; per questi è proprio duro diventare dei veri cristiani.CCA 118.3

    Che cosa dice il grande Medico missionario? “Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Matteo 16:24. È l'opera di Satana adescare gli esseri umani perché a loro volta tentino il prossimo. Egli fa il possibile per indurre le persone a collaborare con lui nella sua opera distruttiva. Si sforza di indurli a dedicarsi interamente al soddisfacimento dell'appetito, ai divertimenti eccitanti e a quelle follie che la natura umana normalmente ricerca, ma che la parola di Dio decisamente condanna, affinché possano essere considerati come suoi collaboratori, disposti a lavorare con lui per distruggere l'immagine di Dio nell'uomo.CCA 118.4

    A causa delle terribili tentazioni suscitate dai principati e dalle potestà dell'aria, molti rimangono irretiti. Schiavi dell'appetito, essi diventano preda della stupidità e dell'abbrutimento...CCA 119.1

    “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo”. 1 Corinzi 6:19, 20.CCA 119.2

    Coloro che si rendono conto di essere in questa relazione con Dio non introdurranno nello stomaco del cibo che soddisfa l'appetito, ma danneggia gli organi digestivi. Essi non rovineranno la proprietà di Dio permettendosi abitudini sbagliate relativamente al mangiare, al bere e al vestirsi. Essi avranno piuttosto una grande cura dell'organismo umano, sapendo che devono farlo per lavorare con Dio, che desidera vederli in salute, felici e utili. Ma per poter essere in queste condizioni, devono mettere la propria volontà alle dipendenze di quella divina. — Lettera 166, 1903.CCA 119.3

    256. Ovunque si presentano seduzioni allettanti che invogliano a seguire la concupiscenza della carne, i desideri degli occhi e la superbia della vita. La pratica di fermi princìpi e di un rigoroso controllo degli appetiti e delle passioni, nel nome di Gesù il conquistatore, costituirà l'unica salvaguardia perché possiamo guardare con fiducia alla vita. — The Health Reformer, maggio 1878.CCA 119.4

    Il vano tentativo di una riforma graduale

    257. Alcuni dicono, quando si cerca di avvertirli su questo punto [l'uso di tabacco e di bevande alcoliche]: “Smetterò, ma un po' alla volta”. Satana se la ride di tutte queste decisioni. Egli dice: “Li tengo sicuramente in pugno. Su questo terreno non li temo affatto”. Ma egli sa di non avere nessun potere su colui che, quando i tentatori cercano di adescarlo, ha il coraggio morale di dire un no chiaro e deciso. Un individuo di questo genere ha rifiutato la compagnia del diavolo e, finché rimarrà vicino a Gesù, sarà salvo. Si trova lì dove gli angeli del cielo possono raggiungerlo per comunicargli quella forza morale in grado di farlo vincere. — Manoscritto 86, 1897.CCA 119.5

    L'esortazione di pietro

    258. L'apostolo Pietro comprese la relazione che c'è tra la mente e il corpo, e si espresse chiaramente nell'avvertire i suoi fratelli: “Carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini, ad astenervi dalle carnali concupiscenze che danno l'assalto contro l'anima”. 1 Pietro 2:11. Molti credono che questo brano sia soltanto un avvertimento contro la licenziosità; ma ha un significato ben più ampio. Condanna ogni pericolosa soddisfazione dell'appetito e della passione, perché ogni genere di appetito alterato rappresenta una tentazione per noi. L'ap petito c'è stato dato per un sano obiettivo e non perché diventi strumento di morte attraverso la corruzione, suscitando quelle “concupiscenze che danno l'assalto contro l'anima...”.CCA 119.6

    La forza della tentazione di soddisfare l'appetito può essere misurata solo dall'indicibile angoscia del nostro Redentore in occasione di quel lungo digiuno nel deserto. Egli sapeva che il soddisfacimento di un appetito alterato avrebbe spento la sensibilità dell'uomo in modo da non discernere più le realtà sacre. Adamo cadde perché assecondò la sua gola. Cristo invece vinse dominando l'appetito. Perciò la nostra unica possibilità di riconquistare l'Eden sta in un rigido autocontrollo. Se l'appetito contraffatto aveva un influsso così grande sulla razza umana che, per spezzarne il potere in favore dell'umanità, il Figlio di Dio fu costretto a sopportare un digiuno di quasi sei settimane, che opera importante attende il cristiano! Ma, nonostante la battaglia sia dura, egli può risultare vincitore. Con l'aiuto di quel potere divino, che fu costretto ad affrontare le più terribili tentazioni che Satana potesse inventare, può trionfare nel suo conflitto contro il male; e alla fine ricevere la corona di gloria nel regno di Dio. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 53, 54 (1890).CCA 120.1

    Grazie alla forza della volontà e alla grazia di Dio

    259. Per mezzo dell'appetito, Satana controlla la mente e l'intero essere. Migliaia di persone che potevano vivere sono invece morte come naufraghi fisici, mentali e morali, avendo sacrificato tutte le loro energie per accondiscendere alle esigenze dell'appetito. La necessità degli esseri umani di questa generazione di chiamare in loro soccorso il potere della volontà, rafforzato dalla grazia di Dio, per fronteggiare le tentazioni di Satana e resistere alla minima indulgenza dell'appetito snaturato, è molto più rilevante di quanto lo fosse per le generazioni passate. In effetti, la generazione presente ha meno potere di autocontrollo rispetto alle generazioni di molto tempo fa. — Christian Temperance and Bible Hygiene, 37 (1890).CCA 120.2

    260. Pochi hanno la capacità di resistere alla tentazione, specialmente a quella dell'appetito, e di praticare lo spirito di sacrificio. Per alcuni è una tentazione troppo forte, per resisterle, quella di vedere altri consumare il terzo pasto; guardando, essi immaginano di essere affamati, quando invece questa sensazione non è una richiesta di cibo da parte dello stomaco, ma un desiderio della mente che non è stata rafforzata dalla pratica di fermi princìpi e disciplinata dall'abnegazione. Le mura della rinuncia e dell'autocontrollo non devono in nessun caso essere indebolite e abbattute. Paolo, l'apostolo dei gentili, dice: “Tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato”. 1 Corinzi 9:27.CCA 120.3

    Quelli che non riescono a vincere nelle piccole cose, non avranno nessuna forza morale per resistere a tentazioni più grandi. — Testimonies for the Church 4:574 (1881).CCA 120.4

    261. Valutate attentamente il vostro regime alimentare. Risalite dagli effetti alle cause. Esercitate l'autocontrollo, affinché l'appetito sia sottoposto alla ragione. Non danneggiate il vostro stomaco mangiando troppo, ma nello stesso tempo non vi private del cibo sano e saporito di cui il vostro organismo ha bisogno. — The Ministry of Healing, 323 (1905).CCA 121.1

    262. Nei vostri rapporti con coloro che non credono, non permettetevi di essere distolti dai sani princìpi. Se sedete alla loro tavola, mangiate sobriamente e solo di quel cibo che non confonderà la mente. Guardatevi dall'intemperanza. Non potete permettervi di indebolire le vostre facoltà fisiche e mentali senza divenire incapaci di discernere le cose spirituali. Tenete la vostra mente in una tale condizione che Dio vi possa imprimere le preziose verità della sua Parola. — Testimonies for the Church 6:336 (1900).CCA 121.2

    Una questione di coraggio morale

    263. Alcuni fra voi desidererebbero sentirsi dire quanto devono mangiare. Ma questo non è giusto. Noi siamo chiamati ad agire da un punto di vista morale e religioso. Dobbiamo perciò essere temperanti in ogni cosa perché davanti a noi ci attende una corona incorruttibile, un tesoro divino. E ora voglio dire ai miei fratelli e alle mie sorelle che, se fossi al vostro posto, vorrei avere il coraggio morale di prendere una decisione personale ed esercitare l'autocontrollo. Non vorrei affidare questo compito ad altri. Voi mangiate eccessivamente e dopo ve ne dispiacete, e così state a pensare e a ripensare a quello che mangiate e bevete. Mangiate quanto è giusto e poi andate avanti, sentendovi a posto davanti a Dio, e senza rimorsi di coscienza. Non crediamo sia necessario eliminare tutte le possibili tentazioni, né ai bambini né agli adulti, perché dobbiamo tutti affrontare delle lotte e restare saldi nelle nostre posizioni per resistere alle seduzioni di Satana; e dobbiamo essere certi di possedere quella forza che lo rende possibile. — Testimonies for the Church 2:374 (1870).CCA 121.3

    264. Ho ricevuto un messaggio da comunicarle: mangi a ore regolari. Con le sue abitudini sbagliate sta preparandosi per delle sofferenze future. Non è sempre saggio accettare inviti a pranzo, anche se provengono da fratelli e amici che vogliono prodigarsi con tante e varie pietanze. Lei sa che, per non danneggiare i suoi organi digestivi, è bene non consumare più di due o tre tipi di cibo in un pasto. Quando è invitato fuori a pranzo, eviti le tante varietà di cibo che le offrono coloro che l'hanno invitato. Deve farlo, se vuole essere una sentinella fedele. Quando ci vengono serviti alimenti che, se mangiati, causerebbero ai nostri organi digestivi ore di duro lavoro, se li abbiamo consumati, non dobbiamo incolpare, per gli effetti che poi subiremo, coloro che ce li hanno presentati. Dio si aspetta che decidiamo da soli di mangiare unicamente quel cibo che non causerà soffe renza agli organi digestivi. — Lettera 324, 1905. CCA 121.4

    [Il corpo deve essere sottoposto alla ragione § 35] CCA 122.1

    [Educazione dell'appetito sin dai primi anni §§ 346, 353] CCA 122.2

    [Applicarsi con impegno e serietà al controllo dell'appetito § 65] CCA 122.3

    [Le preghiere degli intemperanti per la loro guarigione § 29] CCA 122.4

    [Effetti della gola sull'influenza e sull'efficienza § 72]CCA 122.5

    La vittoria per mezzo di Cristo

    265. Cristo ha combattuto la battaglia sul terreno dell'appetito e ha riportato la vittoria; anche noi possiamo trionfare per mezzo della forza che ci viene da lui. Chi entrerà per le porte nella città? Certamente non coloro che dichiarano di non poter vincere la forza dell'appetito. Cristo ha resistito al potere di colui che vorrebbe tenerci in schiavitù; sebbene indebolito dal suo lungo digiuno durato quaranta giorni, ha dominato la tentazione, e dimostrato così che la nostra situazione non è senza speranza. Io so che non possiamo ottenere la vittoria con le nostre sole forze; e quindi quanto dovremmo essere grati perché abbiamo un Salvatore vivente che desidera aiutarci ed è pronto a farlo! — Christian Temperance and Bible Hygiene, 19 (1890).CCA 122.6

    266. Chiunque decida di unire la propria volontà, per quanto debole e vacillante, con quella onnipotente e forte di Dio, può realizzare l'obiettivo di vivere una vita pura e nobile, superando i desideri e le passioni. — The Ministry of Healing, 176 (1905).CCA 122.7

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