Capitolo 39: Tempi difficili
Il gran conflitto
- Contents-
- Introduzione
- Capitolo 1: La distruzione di Gerusalemme
- Capitolo 2: I primi cristiani
- Capitolo 3: L’apostasia
- Capitolo 4: I valdesi in Piemonte
- Capitolo 5: John Wycliffe
- Capitolo 6: Jan Hus e Gerolamo da Praga
- Capitolo 7: Lutero si separa da Roma
- Capitolo 8: Lutero alla dieta di Worms
- Capitolo 9: Il riformatore svizzero
- Capitolo 10: I progressi della riforma in Germania
- Capitolo 11: La protesta dei prìncipi
- Capitolo 12: La riforma in Francia
- Capitolo 13: L’ Olanda e la Scandinavia scosse dalla Riforma
- Capitolo 14: Progressi della Riforma in Gran Bretagna
- Capitolo 15: La Bibbia e la Rivoluzione francese
- Capitolo 16: I Padri Pellegrini
- Capitolo 17: Promesse del ritorno del Cristo
- Capitolo 18: Un riformatore americano
- Capitolo 19: Luce nelle tenebre
- Capitolo 20: Un grande risveglio religioso
- Capitolo 21: Un avvertimento respinto
- Capitolo 22: Profezie adempiute
- Capitolo 23: Il mistero del santuario
- Capitolo 24: Gesù Cristo, nostro avvocato
- Capitolo 25: La legge di Dio è immutabile
- Capitolo 26: Una riforma indispensabile
- Capitolo 27: Risvegli moderni
- Capitolo 28: La fase istruttoria del giudizio
- Capitolo 29: L’origine del male
- Capitolo 30: Il peggior nemico dell’uomo
- Capitolo 31: Chi sono gli angeli?
- Capitolo 32: Le insidie di Satana
- Capitolo 33: Il mistero dell’immortalità
- Capitolo 34: Lo spiritismo
- Capitolo 35: Minacce alla libertà di coscienza
- Capitolo 36: Il conflitto imminente
- Capitolo 37: La nostra unica salvaguardia
- Capitolo 38: L’avvertimento finale di Dio
- Capitolo 39: Tempi difficili
- Capitolo 40: La liberazione del popolo di Dio
- Capitolo 41: Una terra desolata
- Capitolo 42: La fine del conflitto
Search Results
- Results
- Related
- Featured
- Weighted Relevancy
- Content Sequence
- Relevancy
- Earliest First
- Latest First
- Exact Match First, Root Words Second
- Exact word match
- Root word match
- EGW Collections
- All collections
- Lifetime Works (1845-1917)
- Compilations (1918-present)
- Adventist Pioneer Library
- My Bible
- Dictionary
- Reference
- Short
- Long
- Paragraph
No results.
EGW Extras
Directory
Capitolo 39: Tempi difficili
“E in quel tempo sorgerà Micael, il gran capo, il difensore de’ figliuoli del tuo popolo; e sarà un tempo d’angoscia, quale non se n’ebbe mai da quando esiston nazioni fino a quell’epoca; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; tutti quelli, cioè, che saran trovati iscritti nel libro”. Daniele 12:1.GC 480.1
Quando si sarà conclusa la proclamazione del messaggio del terzo angelo, i peccatori non potranno più ricorrere alla misericordia divina. Il popolo di Dio ha svolto la sua missione, ha ricevuto la pioggia dell’ultima stagione; sono venuti “...dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio...” (Atti 3:20) ed è pronto per affrontare l’ora della prova che lo attende. Gli angeli vanno e vengono dal cielo alla terra. Un angelo proveniente dalla terra annuncia che la sua opera è finita, che il mondo ha subito la prova suprema e che tutti coloro che sono rimasti fedeli ai comandamenti di Dio hanno ricevuto “...il suggello dell’Iddio vivente...” Apocalisse 7:2. Gesù, allora, cessa di intercedere nel santuario celeste. Alzando le mani esclama con voce potente: “È compiuto!” Poi, mentre tutti gli angeli depongono le loro corone egli proclama solennemente: “Chi è ingiusto sia ingiusto ancora; e chi è contaminato si contamini ancora; chi è giusto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora”. Apocalisse 22:11. La sorte di tutti gli uomini è stata decisa o per la vita o per la morte. Il Cristo ha compiuto l’opera di espiazione in favore del suo popolo e ne ha cancellato i peccati. Il numero dei suoi sudditi è completo e il “...dominio, gloria e regno...” (Daniele 7:14) che sono sotto i cieli stanno per essere dati agli eredi della salvezza; Gesù regnerà come Re dei re e Signore dei signori.GC 480.2
Quando lascerà il santuario, fitte tenebre spirituali avvolgeranno gli abitanti della terra. In quell’ora terribile i giusti dovranno vivere davanti a Dio senza intercessore. In assenza di qualsiasi freno o restrizione, Satana, finalmente, potrà esercitare un dominio assoluto sugli empi. La pazienza di Dio è giunta al termine. Il mondo ha respinto la sua misericordia, disprezzato il suo amore e calpestato la sua legge. Gli empi hanno oltrepassato i limiti del tempo di grazia loro concesso e lo Spirito di Dio, a cui hanno sempre resistito, alla fine si ritirerà. Non essendo più protetti dalla grazia divina, i giusti si troveranno in balìa degli attacchi dei malvagi. Gli abitanti della terra a causa dell’azione di Satana dovranno affrontare grandi difficoltà. Poiché gli angeli di Dio non terranno più a freno la violenza delle passioni umane, tutti gli elementi della discordia si scateneranno e il mondo intero sarà coinvolto in una catastrofe più terribile di quella che si era abbattuta sull’antica Gerusalemme.GC 480.3
Un solo angelo sterminò i primogeniti degli egiziani e gettò nel lutto l’intera nazione. Quando Davide offese Dio, facendo il censimento del popolo, un solo angelo provocò la terribile distruzione che colpì Israele. La potenza distruttrice esercitata dagli angeli, per ordine di Dio, sarà usata anche dai demoni quando egli lo permetterà. Esistono delle forze pronte a diffondere ovunque la desolazione: aspettano solo che Dio lo permetta.GC 481.1
Spesso coloro che onorano la legge di Dio sono stati accusati di attirare i flagelli sull’umanità. In quel momento essi saranno considerati la causa dei terribili sconvolgimenti della natura, come anche delle contese e dello spargimento di sangue fra gli uomini, che riempiono la terra di sgomento. La potenza che ha accompagnato l’ultimo avvertimento ha inasprito gli empi e la loro collera si è accesa contro coloro che hanno accettato il messaggio e Satana scatenerà l’odio e la persecuzione.GC 481.2
Quando Dio abbandonò la nazione israelita, i sacerdoti e il popolo non se ne resero conto. Pur essendo ormai sotto il dominio di Satana, schiavi delle passioni più violente e malvage, essi continuavano a considerarsi gli eletti di Dio. Le funzioni nel tempio proseguivano, si offrivano sacrifici sugli altari contaminati e ogni giorno si invocava la benedizione divina su un popolo colpevole del sangue del diletto Figlio di Dio, un popolo che cercava di uccidere i suoi discepoli e i suoi apostoli. Quando la decisione irrevocabile sarà pronunciata nel santuario e il destino del mondo sarà fissato per sempre, gli abitanti della terra non lo sapranno. Le forme della religione continueranno a essere esercitate da un popolo ormai definitivamente privo dello Spirito di Dio. Lo zelo satanico con il quale il principe del male ispirerà gli empi per l’adempimento dei suoi disegni malvagi, sarà considerata fedeltà al Signore.GC 481.3
Quando il sabato diventerà il principale punto di controversia nel mondo cristiano e le autorità civili e religiose si saranno unite per imporre l’osservanza della domenica, il persistente rifiuto da parte di una piccola minoranza di sottomettersi alle loro esigenze, la renderà oggetto del disprezzo universale. Si dichiarerà che quei pochi, che si oppongono a un’istituzione della chiesa e a una legge dello stato, non devono essere tollerati: è preferibile farli soffrire piuttosto che lasciare l’intera nazione in preda alla confusione e all’anarchia. La stessa argomentazione fu usata diciannove secoli prima dai capi della nazione ebraica contro Gesù. Caiàfa disse: “...non riflettete come vi torni conto che un uomo solo muoia per il popolo, e non perisca tutta la nazione”. Giovanni 11:50. Questa motivazione risulterà determinante.GC 481.4
Un decreto, emanato contro coloro che santificano il sabato, li dichiarerà passibili dei più severi castighi e darà la facoltà, dopo un certo tempo, di metterli addirittura a morte. Il cattolicesimo nel Vecchio Mondo e il protestantesimo apostata nel Nuovo Mondo adotteranno le stesse misure nei confronti di coloro che onorano tutti i precetti divini.GC 482.1
Allora il popolo di Dio si ritroverà protagonista di quelle scene di afflizione e di desolazione descritte dal profeta come “tempo di distretta per Giacobbe“: “Così parla l’Eterno: Noi udiamo un grido di terrore, di spavento, e non di pace... Perché tutte le facce son diventate pallide? Ahimè, perché quel giorno è grande; non ve ne fu mai altro di simile; è un tempo di distretta per Giacobbe; ma pure ei ne sarà salvato”. Geremia 30:5-7.GC 482.2
La notte di angoscia di Giacobbe, quando in preghiera lottò per essere liberato dalle mani di Esaù (cfr. Genesi 32:24-30), rappresenta l’esperienza del popolo di Dio nel “tempo di distretta”. Per aver sottratto con l’inganno la benedizione paterna destinata a Esaù, Giacobbe era dovuto fuggire di casa per salvare la propria vita, allarmato dalle minacce di morte da parte del fratello. Dopo molti anni di esilio aveva deciso, su ordine di Dio, di ritornare nella terra natìa insieme con le mogli, i figli e il bestiame. Giunto alla frontiera del paese, rimase terrorizzato dalla notizia che Esaù si dirigeva verso di lui alla testa di un gruppo di uomini armati, indubbiamente animato da propositi di vendetta. Coloro che erano con Giacobbe, disarmati e indifesi, sembravano sul punto di cadere vittime inermi della violenza e della strage. Al peso dell’ansia e del timore, si aggiungeva quello del rimprovero che egli faceva a se stesso, perché era stato il suo peccato a provocare quella situazione. La sua unica speranza risiedeva nella misericordia di Dio e la sua sola difesa era la preghiera. Comunque, non lasciò nulla di intentato per riparare il torto fatto a suo fratello e scongiurare il pericolo che lo minacciava. Così i discepoli del Cristo, all’avvicinarsi del “tempo di distretta”, dovrebbero fare il possibile per mettersi nella giusta posizione agli occhi della gente, per eliminare i pregiudizi e sventare il pericolo che minaccia la libertà di coscienza.GC 482.3
Allontanata la propria famiglia, perché non fosse testimone della sua angoscia, Giacobbe rimane solo per intercedere nei confronti di Dio. Egli confessa il suo peccato e riconosce con gratitudine la misericordia di Dio, mentre con assoluta umiltà ricorda all’Eterno il patto concluso con i suoi padri e le promesse che gli erano state fatte nella visione notturna a Betel e in terra di esilio. È giunta l’ora critica della sua vita e tutto è in gioco. Nelle tenebre e nella solitudine egli continua a pregare e a chiedere perdono a Dio. Improvvisamente, una mano si posa sulla sua spalla. Giacobbe credendosi assalito da un nemico che vuole la sua vita, lotta con l’assalitore con tutta la forza della disperazione. Quando spunta l’alba, lo straniero usa la sua forza sovrumana e al suo tocco l’uomo forte (Giacobbe) è come paralizzato, cade, piange, supplica, abbandonato sul collo del suo misterioso antagonista. Giacobbe capisce che si tratta dell’Angelo del patto, che ha lottato proprio con lui. Sebbene zoppicante e profondamente sofferente, egli non desiste dal suo proposito. Il rimorso e il turbamento lo hanno tormentato: ora vuole avere la certezza di essere stato perdonato. Il visitatore divino sembra in procinto di andarsene e Giacobbe allora si aggrappa a lui e lo supplica di benedirlo. L’Angelo insiste: “Lasciami andare, ché spunta l’alba!” Il patriarca, però, esclama: “Non ti lascerò andare prima che tu m’abbia benedetto!” Quanta fiducia, quanta fermezza e quanta perseveranza! Se si fosse trattato di una pretesa orgogliosa e presuntuosa, Giacobbe sarebbe stato immediatamente distrutto; ma la sua era la certezza di chi confessa la propria debolezza e indegnità e confida nella misericordia di un Dio fedele alle sue promesse.GC 482.4
“Lottò con l’angelo, e restò vincitore...” Osea 12:5. Mediante l’umiliazione, il pentimento e la resa del proprio io, questo essere mortale, peccatore e fallibile, riportò la vittoria nella lotta con la Maestà del cielo. Con la sua mano tremante egli aveva afferrato le promesse di Dio e il cuore dell’Amore infinito non poteva rimanere indifferente all’invocazione del peccatore. Come prova della sua vittoria e per incoraggiare altri a imitare il suo esempio il nome di Giacobbe, che ricordava il suo peccato, fu cambiato in quello che commemorava la sua vittoria. Il fatto che Giacobbe avesse vinto, lottando con Dio era la garanzia che avrebbe vinto anche lottando con gli uomini. Egli ora non ha più paura di affrontare l’ira del fratello: il Signore è il suo difensore.GC 483.1
Satana aveva accusato Giacobbe davanti agli angeli di Dio, reclamando il diritto di farlo morire per il suo peccato. Egli inoltre aveva spinto Esaù a marciare contro di lui e durante la lunga notte di lotta, Satana aveva cercato di infondere in lui un senso di colpa per scoraggiarlo e separarlo da Dio. Giacobbe, resosi conto che senza l’aiuto del cielo sarebbe morto, fu quasi colto dalla disperazione. Ma, sinceramente pentito del suo grave peccato, si appellò alla misericordia divina. Non volendo rinunciare al suo obiettivo, si aggrappò all’angelo e gli presentò la sua richiesta con un’intensità e un fervore tali da riportare la vittoria.GC 483.2
Come Satana spinse Esaù a marciare contro Giacobbe, così nel “tempo di distretta”, egli istigherà gli uomini a distruggere il popolo di Dio e li accuserà come accusò Giacobbe. Egli considera gli uomini come suoi sudditi, ma un piccolo gruppo che osserva i comandamenti di Dio resiste alla sua supremazia. Se egli potesse eliminare queste persone dalla faccia della terra, il suo trionfo sarebbe completo. Ma egli vede che gli angeli li proteggono e ne deduce che i loro peccati siano stati perdonati, ma non sa che i loro casi sono stati decisi nel santuario celeste. Conoscendo bene i peccati nei quali li ha indotti a cadere, egli li presenterà a Dio esagerando i loro errori e concludendo che essi meritano, come lui, di essere esclusi dal cielo. Egli dichiara che il Signore, per giustizia, non può perdonare i loro peccati e nello stesso tempo distrugge lui con i suoi angeli. Li reclama come se gli appartenessero ed esige che gli siano consegnati per essere distrutti.GC 484.1
Mentre Satana accusa i figli di Dio in base ai loro peccati, il Signore gli dà il permesso di sottoporli alla prova più severa. La loro fiducia in Dio, la loro fermezza e la loro fede saranno duramente tentate. Nel rivedere il passato, le loro speranze si affievoliscono perché riconoscono solo poche cose buone nel corso di tutta la loro vita. Sono pienamente consapevoli della loro debolezza e della loro indegnità. Satana cerca di terrorizzarli con l’idea che il loro caso è disperato, che la macchia del loro peccato non potrà mai essere cancellata: egli spera, così, di riuscire ad annientare la loro fede, di farli cedere alla tentazione e di allontanarli da Dio.GC 484.2
Sebbene il popolo di Dio sia circondato da nemici che vogliono la sua distruzione, l’angoscia che esso prova non deriva dal timore della persecuzione per amore della verità, ma piuttosto dall’idea di non essersi pentito di ogni peccato e che questo impedisca l’adempimento della promessa: “...io ti guarderò dall’ora del cimento che ha da venire su tutto il mondo”. Apocalisse 3:10. Con la certezza del perdono non indietreggerebbe né davanti alla tortura né alla morte, ma teme di perdere la vita per i suoi difetti di carattere e di disonorare il nome santo di Dio.GC 484.3
I credenti odono ovunque parlare di complotti e tradimenti e vedono realizzarsi le conseguenze della ribellione. Questo fa nascere in loro l’ardente desiderio, quasi spasmodico, che finisca il regno dell’apostasia e della malvagità. Mentre invocano Dio di porre un freno all’opera della ribellione, si rimproverano di non avere la forza di opporsi efficacemente alla marea crescente del male e di respingerla. Si rendono conto che se avessero usato le loro capacità al servizio del Cristo, se avessero costantemente nutrito la loro fede, Satana non avrebbero esercitato lo stesso potere nei loro confronti.GC 484.4
Chiedono nuovamente perdono a Dio, ricordandosi il loro precedente pentimento per i peccati commessi e si richiamano alla promessa del Salvatore: “Arresterebbe alcuno la mia forza? Faccia pur pace meco, faccia pur pace meco”. Isaia 27:5 (Diodati). La loro fede non si affievolisce anche se le loro preghiere non sono esaudite immediatamente. Nonostante l’intensa sofferenza, l’angoscia, il terrore e la distruzione, essi continuano a pregare. Si aggrappano alla potenza di Dio come Giacobbe si aggrappò all’angelo e ripetono con lui: “Non ti lascerò andare prima che tu m’abbia benedetto”.GC 485.1
Se Giacobbe non si fosse già pentito per il peccato commesso per ottenere con la frode il diritto di primogenitura, Dio non avrebbe ascoltato la sua preghiera e non gli avrebbe salvato la vita. Così il popolo di Dio, se nel “tempo di distretta”, mentre è torturato dal timore e dall’angoscia, vedesse presentarsi davanti a sé dei peccati non confessati, sarebbe sopraffatto; la sua fede crollerebbe ed egli non potrebbe più rivolgersi a Dio fiducioso di essere liberato. Però, pur avendo un preciso senso della propria indegnità, non ha peccati nascosti da rivelare: i suoi peccati sono già passati in giudizio, sono stati cancellati, perciò non saranno più ricordati.GC 485.2
Satana suggerisce a molti l’idea che Dio non prenderà in considerazione le loro infedeltà nelle cose secondarie della vita, ma il Signore nel suo modo di agire con Giacobbe dimostra che in nessun modo può approvare o tollerare il male. Chiunque cerca di scusare o di nascondere i propri errori o consente che essi rimangano scritti nei libri del cielo, non confessati e quindi non perdonati, sarà vinto da Satana. Più chiara sarà la sua professione di fede, più onorevole la posizione che occupa, più grave risulterà il suo comportamento agli occhi di Dio e più sicuro il trionfo del grande avversario. Coloro che rimandano la loro preparazione in vista del giorno del Signore, non potranno attuarla né durante il “tempo di distretta” né dopo. Il loro caso è disperato.GC 485.3
Coloro che si professano cristiani e giungeranno all’ultimo tremendo conflitto impreparati, nella loro disperazione confesseranno i propri peccati con parole di profonda angoscia, mentre gli empi esulteranno di questa loro sofferenza. Queste confessioni sono simili a quelle di Esaù e di Giuda: chi le fa si rammarica delle conseguenze della sua trasgressione ma non della colpa commessa. Essi non provano un vero pentimento e nessun orrore per il male. Riconoscono il loro peccato per paura del castigo ma, come il faraone, se fosse loro risparmiato il giudizio sfiderebbero nuovamente il cielo.GC 485.4
La storia di Giacobbe rappresenta anche una garanzia del fatto che Dio non respingerà coloro che sono stati tentati, sedotti e trascinati nel peccato e poi sono ritornati a lui sinceramente pentiti. Mentre Satana cerca di distruggere questa categoria di persone, Dio invia i suoi angeli a consolarla e a proteggerla nell’ora del pericolo. Gli attacchi di Satana sono violenti e decisi; i suoi inganni sono terribili ma il Signore protegge il suo popolo ed è attento al suo grido. Nonostante i figli di Dio soffrano molto e le fiamme del crogiolo sembrino sul punto di consumarli, il grande Affinatore li tirerà fuori come l’oro purificato nel fuoco. L’amore di Dio per le sue creature, nel momento più difficile della loro prova, è forte e tenero come nei giorni della loro prosperità, ma è necessario che essi siano posti nel crogiolo, affinché ogni scoria di mondanità sia consumata ed essi riflettano perfettamente l’immagine del Cristo.GC 486.1
Il periodo di angoscia e di sofferenza che si sta profilando all’orizzonte richiede una fede capace di sopportare la stanchezza, l’attesa e la fame; una fede che non venga meno neppure se duramente provata. Un periodo di grazia è accordato a tutti perché possano prepararsi per quel tempo. Giacobbe vinse perché fu perseverante e deciso. Tutti coloro che accetteranno come lui le promesse di Dio e saranno ferventi e perseveranti, riporteranno lo stesso successo. Chi non è disposto a rinunciare a se stesso, a pregare a lungo con fervore fino alla disperazione, per ricevere la sua benedizione, non potrà ottenerla. Lottare con Dio: sono pochi coloro che sanno cosa significhi! Sono pochi coloro che si lasciano attirare da Dio e lo cercano con tutta l’intensità di cui sono capaci! Quando una disperazione, che non si può descrivere a parole, si abbatte su chi prega, pochi sono coloro che si affidano alle promesse di Dio con fede incrollabile!GC 486.2
Coloro che ora non esercitano la fede, corrono il grave rischio di essere vittime degli inganni di Satana e di accettare il decreto che intende soggiogare le coscienze. Anche se riusciranno a superare le prove nel “tempo di distretta”, si troveranno in uno stato di angoscia particolarmente profonda, perché non sono abituati a confidare in Dio. Dovranno imparare gli insegnamenti della fede che hanno trascurato sotto la terribile pressione dello scoraggiamento.GC 486.3
Dobbiamo confidare fin da ora sulle promesse di Dio. Gli angeli registrano ogni preghiera fervente e sincera. Dobbiamo rinunciare a soddisfare il nostro egoismo, piuttosto che trascurare la comunione con Dio. L’estrema povertà, la più dolorosa rinuncia accompagnata dalla sua approvazione sono preferibili alla ricchezza, agli onori, alle comodità e alle amicizie. Dedichiamo del tempo alla preghiera. A chi si lascia assorbire dagli interessi mondani, il Signore accorderà ancora un po’ di tempo, perché si sbarazzi degli idoli rappresentati dall’oro, dalle case e dai terreni fertili.GC 486.4
I giovani non si lascerebbero sedurre dal peccato, se rifiutassero di andare là dove non possono chiedere a Dio di accompagnarli con la sua benedizione. Se i messaggeri che annunciano al mondo l’ultimo solenne avvertimento pregassero per ricevere la benedizione divina, non in modo freddo, formalistico e pigro, ma con fervore e fede, come fece Giacobbe, potrebbero ripetere spesso: “...ho veduto Iddio a faccia a faccia, e la mia vita è stata risparmiata”. Genesi 32:30. Allora agli occhi del Signore sarebbero come dei prìncipi, capaci di vincere la loro lotta con Dio e con gli uomini.GC 487.1
Il “tempo d’angoscia, quale non se n’ebbe mai” sta per sopraggiungere, e avremo bisogno di un’esperienza che ancora non possediamo e molti sono troppo indolenti per poterla conseguire. Accade spesso che le difficoltà sono considerate maggiori di quanto non lo siano in realtà, ma non sarà così per la crisi che ci attende. La più fervida immaginazione non è pari alla realtà. In quel tempo di prova, ogni uomo dovrà resistere da solo davanti a Dio. Anche se “...Noè Daniele e Giobbe” fossero presenti, “com’è vero ch’io vivo, dice il Signore, l’Eterno, essi non salverebbero né figliuoli né figliuole; non salverebbero che le loro persone, per la loro giustizia”. Ezechiele 14:20.GC 487.2
Mentre il nostro Sommo Sacerdote compie la sua opera di propiziazione in nostro favore, noi dobbiamo cercare di raggiungere la perfezione in Cristo. Il nostro Salvatore non ha mai ceduto alla tentazione neppure con un solo pensiero. Satana, invece, trova sempre nei nostri cuori qualche punto debole che gli consente di penetrarvi. Un desiderio negativo accarezzato dà potenza alle sue tentazioni. Il Cristo, parlando di se stesso disse: “...viene il principe di questo mondo. Ed esso non ha nulla in me”. Giovanni 14:30. Satana non poté trovare nulla nel Figlio di Dio che gli permettesse di conseguire la vittoria. Gesù aveva osservato i comandamenti del Padre e in lui non c’era nessun peccato di cui Satana potesse servirsi a proprio vantaggio. Questa è la condizione in cui devono essere trovati coloro che vivranno nel “tempo di distretta”.GC 487.3
È in questa vita che dobbiamo separarci dal peccato mediante la fede nel sacrificio espiatorio del Cristo. Il nostro amato Salvatore ci invita ad avvicinarci a lui, a unire la nostra debolezza alla sua forza, la nostra ignoranza alla sua sapienza, la nostra indegnità ai suoi meriti. La vita cristiana è la scuola in cui si impara la mansuetudine e l’umiltà di Gesù. Il Signore non ci indica la via che sceglieremmo noi perché ci sembra la più facile e la più piacevole, ma quella che conduce al vero traguardo della vita. Sta a noi collaborare con gli agenti celesti affinché ci aiutino a rendere i nostri caratteri conformi al modello divino. Trascurare o differire quest’esperienza significa esporsi a un gravissimo pericolo.GC 488.1
L’apostolo Giovanni udì in visione una gran voce nel cielo che diceva: “...Guai a voi, o terra, o mare! Perché il diavolo è disceso a voi con gran furore, sapendo di non aver che breve tempo!” Apocalisse 12:12. Le scene che provocano questa esclamazione sono spaventose. L’ira di Satana aumenta nella misura in cui diminuisce il tempo a sua disposizione. Durante il “tempo di distretta”, la sua opera di seduzione e di distruzione raggiungerà il culmine.GC 488.2
Fenomeni soprannaturali appariranno in cielo e proveranno la potenza miracolosa dei demoni. Gli spiriti satanici andranno dai re di tutta la terra e dagli abitanti di tutto il mondo per sedurli e convincerli a unirsi a Satana nella sua lotta finale contro il governo di Dio. Per mezzo di questi agenti sia i governanti che i sudditi saranno ingannati. Alcuni si presenteranno pretendendo di essere il Cristo stesso, reclamando il titolo e il culto dovuti al Redentore del mondo. Faranno miracoli straordinari, opereranno guarigioni e pretenderanno di annunciare rivelazioni divine che sono però in contraddizione con la chiara testimonianza delle Scritture.GC 488.3
Per completare il grande dramma della seduzione, Satana stesso impersonificherà il Cristo. La chiesa aspetta da molto tempo l’avvento del Salvatore come coronamento delle sue speranze e il grande seduttore farà credere che il Cristo sia già venuto. In varie parti della terra, Satana si manifesterà fra gli uomini come un essere maestoso, circondato da uno splendore eclatante, simile alla descrizione del Figlio di Dio fatta da Giovanni in Apocalisse 1:13-15. La sua gloria supererà qualsiasi altra manifestazione che gli uomini abbiano mai visto. Il grido trionfale riempie l’aria: “Il Salvatore è venuto! Il Salvatore è venuto!” Le folle si prostreranno in adorazione davanti a lui, mentre alzerà le mani e pronuncerà una benedizione come faceva Gesù con i suoi discepoli quando era su questa terra. La sua voce sarà dolce, suadente, melodiosa. Con un tono affabile, che esprime tenera compassione, egli esporrà alcune di quelle belle e celesti verità insegnate dal Salvatore. Guarirà i malati e, nella sua veste di pseudo cristo, affermerà di aver trasferito il riposo dal sabato alla domenica e ordinerà a tutti di santificare il giorno da lui benedetto. Dichiarerà che quanti persistono nel voler santificare il settimo giorno bestemmiano il suo nome e rifiutano di ascoltare gli angeli che ha inviato loro con il messaggio della verità. Questo sarà l’inganno supremo, quasi irresistibile. Come i samaritani furono ingannati da Simon Mago, così le folle, dai più piccoli ai più grandi, accetteranno questi inganni, dicendo: “...Costui è la “potenza di Dio”, che si chiama la “grande””. Atti 8:10.GC 488.4
Ma il popolo di Dio non si lascerà ingannare. Gli insegnamenti di questo falso cristo non concordano con quelli delle Scritture. La sua benedizione viene pronunciata sugli adoratori della bestia e della sua immagine, sui quali, secondo la dichiarazione biblica, si manifesterà la collera di Dio.GC 489.1
A Satana, comunque, non sarà consentito di contraffare la venuta di Gesù. Il Salvatore ha avvertito il suo popolo e lo ha messo in guardia contro questo inganno, descrivendo chiaramente in che modo egli verrà la seconda volta. “...Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti... Se dunque vi dicono: Eccolo, è nel deserto, non v’andate, eccolo, è nelle stanze interne, non lo credete; perché, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, cosi sarà la venuta del Figliuol dell’uomo”. Matteo 24:24-27; cfr. Matteo 25:31; Apocalisse 1:7; 1 Tessalonicesi 4:16, 17. Non è possibile, quindi, contraffare il suo ritorno, che sarà visto da tutto il mondo.GC 489.2
Solo coloro che studiano con cura le Scritture e amano la verità saranno protetti contro il grande inganno che sedurrà il mondo. Grazie alla testimonianza biblica, essi riconosceranno il seduttore nonostante il suo travestimento. L’ora della prova scoccherà per tutti e il vaglio della tentazione permetterà di riconoscere il vero cristiano. Oggi il popolo di Dio è così legato alla sua Parola, da non credere neppure alla testimonianza dei propri sensi? In quel momento così difficile, saprà attenersi alla Bibbia e alla Bibbia soltanto? Satana farà tutto il possibile per impedire al popolo di Dio di prepararsi per poter resistere in quel giorno. Egli farà di tutto per ostacolargli il cammino, per attirarlo con i miraggi dei beni terreni, impegnandolo in tante attività affinché provi l’angoscia delle preoccupazioni della vita e il giorno della prova sopraggiunga improvviso e inatteso come un ladro.GC 489.3
Quando i vari governi del mondo cristiano avranno emanato contro gli osservatori dei comandamenti un decreto che li priverà della protezione del governo per consegnarli nelle mani dei loro nemici, il popolo di Dio fuggirà dalle città e dai villaggi, si riunirà in gruppi e andrà ad abitare nei luoghi più solitari e più remoti. Molti troveranno rifugio sulle montagne. Come i cristiani delle valli valdesi, sceglieranno i luoghi elevati della terra come loro santuari e ringrazieranno Dio per le “rocche fortificate”. Isaia 33:16. Ma molti, di ogni nazione e di ogni classe, ricchi e poveri, piccoli e grandi, bianchi e neri saranno ridotti nella più ingiusta e crudele schiavitù. Gli eletti di Dio vivranno giorni particolarmente duri chiusi in carcere, in attesa della morte; alcuni sembreranno destinati a morire di fame in oscure e fetide celle dove nessun orecchio umano ode i loro gemiti, dove nessuno porge loro aiuto.GC 489.4
Il Signore dimenticherà il suo popolo in quell’ora così tragica? Dimenticò forse il fedele Noè quando il castigo si abbatté sul mondo? Dimenticò Lot quando il fuoco scese dal cielo per consumare le città della pianura? Dimenticò Giuseppe circondato dai pagani in Egitto? Dimenticò Elia quando Izebel lo minacciava della stessa sorte subita dai profeti di Baal? Dimenticò Geremia nell’oscuro e fangoso pozzo che gli serviva da prigione? Dimenticò i tre giovani coraggiosi nella fornace ardente? Dimenticò Daniele gettato nella fossa dei leoni?GC 490.1
“Ma Sion ha detto: “L’Eterno m’ha abbandonata, il Signore m’ha dimenticata”. Una donna dimentica ella il bimbo che allatta, cessando d’aver pietà del frutto delle sue viscere? Quand’anche le madri dimenticassero, non io dimenticherò te. Ecco, io t’ho scolpita sulle palme delle mie mani”. Isaia 49:14-16. Il Signore degli eserciti ha detto: “...chi tocca voi tocca la pupilla dell’occhio suo”. Zaccaria 2:8.GC 490.2
Anche se i nemici getteranno in carcere i figli di Dio, le mura della prigione non potranno impedire loro di comunicare con il Cristo. Colui che vede ogni loro debolezza, che conosce ogni loro prova è superiore alle potenze terrene. Gli angeli si avvicineranno a loro e porteranno in quelle celle la luce e la pace del cielo. Il carcere diventerà un palazzo perché in esso abita chi è ricco nella fede e le mura oscure saranno illuminate dalla luce del cielo, come lo furono quelle del carcere di Filippi dove Paolo e Sila, a mezzanotte, pregavano e cantavano le lodi di Dio.GC 490.3
Il giudizio di Dio si abbatterà su coloro che cercano di opprimere e di eliminare il suo popolo. La sua pazienza rende gli empi audaci e li incoraggia nella loro trasgressione, ma il loro castigo è certo e terribile, nonostante il rinvio. “...L’Eterno si leverà come al monte Peratsim, s’adirerà come nella valle di Gabaon, per fare l’opera sua, l’opera sua singolare, per compiere il suo lavoro, lavoro inaudito”. Isaia 28:21. Per il nostro Dio misericordioso, l’atto del castigo è qualcosa di strano. “...Com’è vero ch’io vivo, dice il Signore, l’Eterno, io non mi compiaccio della morte dell’empio...” Ezechiele 33:11. Il Signore è “...misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà... che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente...” Esodo 34:6, 7. “L’Eterno è lento all’ira, è grande in forza, ma non tiene il colpevole per innocente”. Nahum 1:3. Egli rivendicherà con terribili castighi l’autorità della sua legge che è stata disprezzata. La severità della punizione, riservata al trasgressore, può essere valutata in base alla riluttanza del Signore a eseguire la sua giusta sentenza. La nazione che ha sopportato a lungo, e che colpirà solo quando la sua malvagità avrà superato ogni limite, alla fine berrà il calice della sua ira, una collera che non sarà mitigata dalla sua misericordia.GC 490.4
Quando il Cristo non intercederà più nel santuario, si manifesterà la collera divina che incombe su coloro che adorano la bestia, la sua immagine e ne prendono il marchio. Cfr. Apocalisse 14:9, 10. Le piaghe che colpirono l’Egitto, quando Dio stava per liberare Israele, erano della stessa natura di quelle ancora più terribili e diffuse che si abbatteranno sul mondo poco prima della liberazione finale del popolo di Dio. Descrivendo quelle terribili punizioni il profeta di Patmos dice: “...un’ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che aveano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine”. Il mare “...divenne sangue come di morto; ed ogni essere vivente che si trovava nel mare morì”. I fiumi e le “...fonti delle acque... diventarono sangue”. Per quanto siano terribili, questi flagelli sono del tutto giustificati. L’angelo di Dio, infatti, afferma: “...Sei giusto, tu che sei e che eri... per aver così giudicato. Hanno sparso il sangue dei santi e dei profeti, e tu hai dato loro a bere del sangue; essi ne son degni!” Apocalisse 16:2-6. Nel condannare a morte il popolo di Dio, essi si sono resi colpevoli del suo sangue come se lo avessero sparso con le loro stesse mani. Allo stesso modo il Cristo dichiarò gli ebrei del suo tempo colpevoli del sangue di tutti i santi uomini uccisi dal tempo di Abele in poi, perché essi erano animati dallo stesso spirito e si preparavano a imitare gli uccisori dei profeti.GC 491.1
Nella piaga successiva fu permesso al sole di “...bruciare gli uomini col fuoco. E gli uomini furon arsi dal gran calore”. Apocalisse 16:8, 9. I profeti così descrivono le condizioni della terra in quel tempo: “La campagna è devastata... il raccolto dei campi è perduto... tutti gli alberi della campagna son secchi; la gioia è venuta meno tra i figliuoli degli uomini... I semi marciscono sotto le zolle, i depositi sono vuoti... Oh come geme il bestiame! Gli armenti son costernati, perché non c’è pastura per loro... i rivi d’acqua sono seccati, e un fuoco ha divorato i pascoli del deserto”. Gioele 1:10-12, 17-20. “In quel giorno, dice il Signore, l’Eterno, i canti del palazzo diventeranno degli urli; grande sarà il numero dei cadaveri; saran gettati da per tutto in silenzio”. Amos 8:3.GC 491.2
Queste piaghe non saranno universali, altrimenti tutti gli abitanti della terra morirebbero. Esse saranno, però, i più terribili flagelli che esseri mortali abbiano mai conosciuto. Tutti i castighi che si erano abbattuti sugli uomini prima della chiusura del tempo di grazia erano mitigati dalla misericordia. Il sangue di Gesù, presentato in loro favore, ha sempre preservato il peccatore dalla piena retribuzione della sua colpa: ma nel castigo finale, l’ira divina non sarà attenuata dalla pietà.GC 492.1
In quel giorno molti desidereranno la protezione della misericordia di Dio che hanno disprezzato per tanto tempo. “Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, l’Eterno, ch’io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete d’udire le parole dell’Eterno. Allora, errando da un mare all’altro, dal settentrione al levante, correranno qua e là in cerca della parola dell’Eterno, e non la troveranno”. Amos 8:11, 12.GC 492.2
Il popolo di Dio sperimenterà la sofferenza ma anche se perseguitato o in difficoltà, anche se esposto a preoccupazioni e privazioni per mancanza di cibo, non sarà lasciato morire. Quel Dio che si occupò di Elia non trascurerà nessuno dei suoi figli. Colui che conta i capelli del loro capo avrà cura di loro e durante la carestia essi saranno saziati. Mentre gli empi saranno vittime della fame e delle epidemie, gli angeli proteggeranno i giusti e provvederanno alle loro necessità. “Colui che cammina per le vie della giustizia...” può contare sulla promessa che: “...il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata”; “I miseri e poveri cercano acqua, e non ve n’è; la loro lingua è secca dalla sete; io, l’Eterno, li esaudirò; io, l’Iddio d’Israele, non li abbandonerò”. Isaia 33:15, 16; Isaia 41:17.GC 492.3
“Poiché il fico non fiorirà, non ci sarà più frutto nelle vigne; il prodotto dell’ulivo fallirà, i campi non daran più cibo, i greggi verranno a mancare negli ovili, e non ci saran più buoi nelle stalle; ma io mi rallegrerò nell’Eterno, esulterò nell’Iddio della mia salvezza”. Abacuc 3:17, 18.GC 492.4
“L’Eterno è colui che ti protegge; l’Eterno è la tua ombra; egli sta alla tua destra. Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. L’Eterno ti proteggerà da ogni male; egli proteggerà l’anima tua”. Salmi 121:5-7. “Certo egli ti libererà dal laccio dell’uccellatore e dalla peste mortifera. Egli ti coprirà con le sue penne, e sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti è scudo e targa. Tu non temerai lo spavento notturno, né la saetta che vola di giorno, né la peste che va attorno nelle tenebre, né lo sterminio che infierisce in pien mezzodì. Mille te ne cadranno al fianco, e diecimila alla destra; ma tu non ne sarai colpito. Solo contemplerai coi tuoi occhi e vedrai la retribuzione degli empi. Poiché tu hai detto: O Eterno, tu sei il mio rifugio; tu hai preso l’Altissimo per il tuo asilo, male alcuno non ti coglierà, né piaga alcuna s’accosterà alla tua tenda”. Salmi 91:3-10.GC 492.5
Dal punto di vista umano, il popolo di Dio è sul punto di suggellare la sua testimonianza con il sangue, come accadde ai martiri del passato. Comincerà anche a temere che il Signore lo abbandoni in balìa dei suoi nemici. Sarà un momento di tremenda angoscia. Giorno e notte esso griderà a Dio per essere liberato. Gli empi esulteranno e risuonerà il loro grido di scherno: “Dov’è la vostra fede? Perché Dio non vi libera dalle nostre mani se voi siete il suo popolo?” Ma i santi ricorderanno Gesù morente sulla croce del Calvario e gli scherni dei sommi sacerdoti e dei capi: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Da che è il re d’Israele, scenda ora giù di croce, e noi crederemo in lui”. Matteo 27:42. Come Giacobbe, essi lotteranno con Dio. Il pallore dei loro volti rivelerà la loro lotta interiore ma essi continueranno a pregare con fervore.GC 493.1
Se gli uomini potessero vedere con gli occhi dello spirito, scorgerebbero schiere di angeli accampati intorno a coloro che sono rimasti fedeli alle promesse del Cristo. Con tenera simpatia questi angeli vedono la loro angoscia e odono le loro preghiere. Essi aspettano l’ordine del loro Capo per strapparli dal pericolo. Ma devono aspettare ancora un po’ perché il popolo di Dio deve bere il calice di Gesù ed essere battezzato del suo battesimo. Il ritardo stesso, anche se doloroso, è la migliore risposta alle loro invocazioni. Mentre il popolo di Dio aspetta fiducioso l’intervento del Signore, dovrà sviluppare la fede, la speranza e la pazienza forse poco esercitate nel corso della sua precedente esperienza religiosa. Ma per amore degli eletti, il “tempo di distretta” sarà abbreviato. “E Dio non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui...? Io vi dico che farà loro prontamente giustizia...” Luca 18:7, 8. La fine verrà più rapidamente di quanto gli uomini si aspettino. Il buon grano sarà raccolto, legato in covoni per il granaio di Dio; mentre le zizzanie, legate in fasci, saranno gettate nel fuoco per essere distrutte.GC 493.2
Le sentinelle celesti, fedeli al loro incarico, continueranno a vegliare. Sebbene un decreto abbia fissato il tempo a partire dal quale gli osservatori dei comandamenti potranno essere giustiziati, i loro nemici vorranno anticiparne l’esecuzione cercando di toglier loro la vita prima di quella data. Nessuno, però, potrà forzare il cordone di sentinelle poste intorno ai fedeli. Alcuni verranno assaliti mentre fuggiranno dalle città e dai villaggi, ma le spade sguainate contro di loro si spezzeranno e cadranno come fili di paglia. Altri saranno difesi da angeli vestiti da guerrieri.GC 493.3
In ogni epoca Dio ha inviato i suoi angeli a soccorrere i suoi figli. Gli esseri celesti si sono impegnati attivamente negli affari umani. Si sono presentati in abiti splendenti come il fulmine; sono apparsi in forma umana a uomini di Dio; si sono avvicinati come semplici viandanti; si sono riposati sotto le querce a mezzogiorno come se fossero stanchi; hanno accettato l’ospitalità degli uomini; hanno fatto da guida a chi aveva smarrito la strada; hanno acceso con le loro mani il fuoco sull’altare; hanno aperto le porte del carcere per liberare i figli di Dio; rivestiti di gloria celeste hanno rotolato la pietra del sepolcro del Salvatore.GC 494.1
Gli angeli, in forma umana, spesso sono presenti nelle assemblee dei giusti, ma anche in quelle degli empi, come fecero quando si recarono a Sodoma, per prendere atto del loro modo di vivere e stabilire se avessero oltrepassato i limiti della pazienza di Dio. Nella sua misericordia e per amore dei pochi che realmente gli sono fedeli, il Signore impedisce il verificarsi delle calamità e assicura la tranquillità a milioni di persone. I peccatori non si rendono conto di essere debitori della loro vita proprio a quei pochi fedeli che essi amano deridere e opprimere.GC 494.2
Sebbene i grandi di questo mondo non se ne siano accorti, spesso nelle loro assemblee gli angeli hanno preso la parola. Occhi umani li hanno visti; orecchie umane hanno udito i loro appelli; labbra umane si sono opposte ai loro suggerimenti e hanno messo in ridicolo i loro consigli; mani umane li hanno perfino maltrattati. Nelle assemblee nazionali e nei tribunali, questi messaggeri celesti hanno dimostrato di possedere una profonda conoscenza della storia dell’uomo e di poter sostenere la causa degli oppressi meglio dei loro più eloquenti difensori. Hanno impedito l’attuazione di progetti, frenato il male che avrebbe notevolmente ritardato l’opera di Dio e provocato molte sofferenze al suo popolo. Nel momento del pericolo e delle difficoltà, “L’Angelo dell’Eterno s’accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera”. Salmi 34:7.GC 494.3
Impazienti, i figli di Dio aspettano i segni della venuta del loro Re. Quando a una sentinella viene chiesto: “...Sentinella, a che punto è la notte?...” Essa risponde: “...Vien la mattina, e vien anche la notte...” Isaia 21:11, 12. La luce inizia già a spuntare oltre le nubi che avvolgono le cime dei monti. Presto si manifesterà la gloria del Sole di giustizia. Il mattino e la notte sono entrambi imminenti: sarà l’inizio di un giorno senza fine per i giusti e di una notte eterna per gli empi.GC 494.4
Mentre coloro che lottano rivolgono le loro richieste a Dio, il velo che li separa dall’invisibile sembra sollevarsi. Il cielo è illuminato dall’alba di un giorno eterno e, simili alla melodia di un canto angelico, risuonano alle orecchie le parole: “Rimanete fedeli: l’aiuto viene!” Gesù Cristo l’onnipotente vincitore, porgerà ai suoi soldati stanchi una corona di gloria immortale e la sua voce, giungendo attraverso le porte del cielo, annuncerà: “Ecco, io sono con voi. Non temete: io conosco tutte le vostre sofferenze; io ho sopportato i vostri dolori; ho vinto i vostri nemici, perché ho già combattuto per voi e nel mio nome voi siete più che vincitori!”GC 495.1
Il Salvatore ci soccorrerà proprio quando ne avremo bisogno. La via che conduce al cielo è sacra grazie alle impronte dei suoi passi. Ogni spina che ferisce i nostri piedi ha ferito i suoi; ogni croce che siamo chiamati a portare, l’ha portata prima di noi. Il Signore permette la lotta per prepararci alla pace. Il “tempo di distretta” rappresenterà una prova terribile per il popolo di Dio; però sarà anche, per ogni vero credente, un’occasione per guardare in alto e vedersi, per fede, avvolto dall’arcobaleno delle promesse divine.GC 495.2
“E i riscattati dell’Eterno torneranno, verranno con canti di gioia a Sion, e un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno letizia, allegrezza, il dolore e il gemito fuggiranno. Io, io son colui che vi consola; chi sei tu che tu tema l’uomo che deve morire, e il figliuol dell’uomo che passerà com’erba; che tu dimentichi l’Eterno, che t’ha fatto... che tu tremi continuamente... dinanzi al furore dell’oppressore, quando s’appresta a distruggere? E dov’è dunque il furore dell’oppressore? Colui ch’è curvo nei ceppi sarà bentosto liberato; non morrà nella fossa, e non gli mancherà il pane. Poiché io sono l’Eterno, il tuo Dio, che solleva il mare, e ne fa muggir le onde; il cui nome è: l’Eterno degli eserciti. Ed io ho messo le mie parole nella tua bocca, e t’ho coperto con l’ombra della mia mano...” Isaia 51:11-16.GC 495.3
“Perciò, ascolta or questo, o infelice, ed ebbra. ma non di vino! Così parla il tuo Signore, l’Eterno, il tuo Dio, che difende la causa del suo popolo: Ecco, io ti tolgo di mano la coppa di stordimento, il calice, la coppa del mio furore; tu non la berrai più! lo la metterò in mano de’ tuoi persecutori, che dicevano all’anima tua: “Chinati, che ti passiamo addosso!” e tu facevi del tuo dosso un suolo, una strada per i passanti!” Isaia 51:21-23.GC 495.4
Guardando attraverso i secoli, Dio ha visto la crisi che il suo popolo dovrà affrontare quando le potenze terrene si coalizzeranno contro di lui. Simili a deportati, i figli di Dio rischieranno di morire a causa della fame o della violenza. Ma colui che aprì il mar Rosso davanti a Israele, manifesterà la sua potenza e porrà fine alla loro schiavitù. “Essi saranno, nel giorno ch’io preparo, saranno la mia proprietà particolare, dice l’Eterno degli eserciti; e io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve”. Malachia 3:17. Se il sangue dei fedeli testimoni del Cristo fosse sparso in quel momento, esso non sarebbe, come invece lo fu il sangue dei martiri, il seme di un raccolto alla gloria di Dio.GC 495.5
La loro fedeltà non sarebbe una testimonianza intesa a convincere gli altri della verità, perché il cuore indurito ha respinto gli appelli della misericordia, per cui essi non si fanno più udire. Se i giusti fossero lasciati in balìa dei loro nemici, il principe delle tenebre trionferebbe. Dice il salmista: “Poich’egli mi nasconderà nella sua tenda nel giorno dell’avversità, m’occulterà nel luogo più segreto del suo padiglione...” Salmi 27:5. Il Cristo esorta: “Va’, o mio popolo, entra nelle tue camere, chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante, finché sia passata l’indignazione. Poiché, ecco, l’Eterno esce dalla sua dimora per punire l’iniquità degli abitanti della terra...” Isaia 26:20, 21. La liberazione di coloro che hanno pazientemente atteso la sua venuta e i cui nomi sono scritti nel libro della vita sarà gloriosa.GC 496.1