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Profeti e re

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    L’opera di Ellen G. White

    In questo contesto Ellen G. White compone la sua opera. Il messaggio che rivolge ai suoi interlocutori tiene conto, in parte, della situazione nella quale vive e delle difficoltà che quei credenti dovettero affrontare. Sul piano dello stile e della retorica, in particolare, ritroviamo il linguaggio enfatico del tempo.PR 10.2

    L’originalità dei suoi scritti risiede nella peculiarità dell’esperienza spirituale dell’autrice dalla quale prendono spunto. Attraverso le pagine dei suoi libri, ella ripropone ai lettori questo vissuto per farlo rivivere e per incoraggiarli a stabilire un’intensa comunione con Dio.PR 10.3

    Una delle sue preoccupazioni fondamentali è quella di riaffermare l’attendibilità e la centralità della Bibbia per la vita dell’essere umano. È il messaggio principale che emerge dal commentario pastorale della Bibbia, in cinque volumi, di cui Profeti e Re fa parte.PR 10.4

    La Bibbia è la “Parola di Dio” e attraverso di essa il credente giunge alla conoscenza di Dio e del suo piano per l’umanità. “La Parola di Dio, che ci è stata trasmessa a costo di grandi sofferenze e spargimenti di sangue, viene disprezzata. Sono così pochi coloro che l’accettano realmente come norma di vita. L’incredulità prevale in misura allarmante non solo nella società ma anche nella chiesa. Molti vogliono negare le dottrine che sono i fondamenti stessi della fede. I grandi fatti della creazione presentati dagli autori ispirati, la caduta dell’uomo, l’espiazione, la costante validità della legge, sono tutte dottrine rifiutate dalla maggior parte dei cosiddetti cristiani”.11Ellen G. White, Profeti e Re, 315 (1994).PR 10.5

    Per far conoscere questa sua Parola e il suo carattere, Dio aveva scelto un popolo. “La legge divina doveva essere esaltata, la sua autorità confermata e venne affidato a Israele un grande e nobile compito. Il Signore lo distinse dagli altri popoli per attribuirgli una missione sacra. Ne fece il depositario della sua legge per diffondere la conoscenza del vero Dio. In questo modo la luce divina doveva risplendere in un mondo immerso nelle tenebre. La voce di Dio avrebbe esortato tutti i popoli ad abbandonare gli idoli e servire il Dio vivente”.12Ellen G. White, Profeti e Re, 19 (1994).PR 10.6

    La missione affidata a Israele è stata poi trasferita alla chiesa. “Quello che Dio si proponeva di fare per il mondo tramite Israele, la nazione eletta, lo compirà tramite la sua chiesa. Darà la sua vigna ad altri vignaioli, a coloro che rispetteranno il suo patto e che presenteranno il prodotto della vigna in occasione del raccolto. Il Signore non è mai stato senza rappresentanti che abbiano curato i suoi interessi su questa terra. Questi testimoni di Dio fanno parte dell’Israele spirituale e grazie a loro si adempiranno tutte le promesse del patto concluso fra il Signore e il suo popolo”.13Ellen G. White, Profeti e Re, 343 (1994).PR 11.1

    In questo brano, l’allusione al “piano di Dio” lascia intravedere un’altro dei temi fondamentali degli scritti di Ellen G. White: la certezza biblica che la storia dell’umanità è guidata da Dio. “Negli annali della storia umana può sembrare che la formazione delle nazioni, l’ascesa e la caduta degli imperi siano il frutto della volontà e del valore dell’uomo; l’evolversi degli eventi sembra dipendere prevalentemente dal potere, dall’ambizione o dal capriccio umani. Ma la Parola di Dio ci rivela che al di là, dietro e tramite il gioco degli interessi, del potere e delle passioni umane, c’è l’azione di colui che, nella sua misericordia, realizza silenziosamente e con pazienza i suoi obiettivi”.14Ellen G. White, Profeti e Re, 251 (1994).PR 11.2

    Gli eventi di cui gli uomini sono protagonisti rientrano nell’immane lotta fra il bene e il male che si è scatenata dopo il peccato di Adamo ed Eva. “Fin dal giorno in cui il Signore, in Eden, disse al serpente: ‘Metterò inimicizia fra te e la donna, fra la tua e la sua discendenza’, Satana ha saputo che non avrebbe mai potuto esercitare un dominio assoluto sugli abitanti di questo mondo”.15Ellen G. White, Profeti e Re, 348 (1994).PR 11.3

    L’esito di questa battaglia è comunque già deciso: Dio ha scelto di rivelare il significato della storia nel giorno del giudizio, nel quale ogni azione sarà giudicata con giustizia. “Nei momenti più difficili della sua lunga lotta contro il male, la chiesa ha ricevuto le rivelazioni relative al piano eterno dell’Altissimo. Fra le prove che deve affrontare su questa terra, può intravedere i trionfi futuri, quando alla fine di questa lotta i redenti entreranno in possesso della terra promessa. La scena della gloria futura, dipinta dalla mano di Dio, oggi dovrebbe essere particolarmente cara alla chiesa perché si sta rapidamente concludendo questo grande conflitto e le benedizioni dell’Altissimo stanno per realizzarsi”.16Ellen G. White, Profeti e Re, 366 (1994).PR 11.4

    Un altro elemento caratteristico di Profeti e Re è il pessimismo con il quale Ellen G. White dipinge il futuro. “È giunto il tempo in cui il mondo si troverà nella morsa della sofferenza tanto che nessun balsamo umano potrà alleviarla. Lo Spirito di Dio sta per essere ritirato. I cataclismi si succedono rapidamente”.17Ellen G. White, Profeti e Re, 152 (1994).PR 12.1

    Nella sua opera, Ellen G. White mette in evidenza con vigore un tratto particolare del “carattere di Dio”.18Ellen White usa questa espressione riferendosi agli attributi e alle caratteristiche della persona divina. “Dio perdona, Dio accetta pienamente e liberamente tramite i meriti di Gesù, il nostro Salvatore crocifisso e risorto”.19Ellen G. White, Profeti e Re, 366 (1994).PR 12.2

    Percorrendo le varie fasi del dramma di Israele, abbandono del patto con Dio, avvertimento, punizione e deportazione, ritorno alla terra dei padri, Ellen G. White ricorda che Dio per la sua misericordia, tramite la predicazione dei profeti, cercò in tutti i modi di evitare che la catastrofe si abbattesse sul popolo. “Se Israele avesse prestato ascolto a questi messaggi non avrebbe subìto le umiliazioni che seguirono. Ma siccome continuò a disprezzare la sua legge, Dio fu costretto a lasciarli andare in esilio”. Cfr. Osea 4:6.20Ellen G. White, Profeti e Re, 161 (1994).PR 12.3

    Per Ellen G. White la storia sacra deve essere fonte di ispirazione per il presente e serve ad affrontare la realtà in cui il credente vive. “Il momento più difficile nella lotta della chiesa contro le potenze del male è quello che precede immediatamente il giorno della sua liberazione finale. Ma tutti coloro che confidano in Dio non avranno nulla da temere perché ‘la violenza dei tiranni è come una tempesta invernale’, Dio sarà per la sua chiesa ‘un riparo contro la tempesta’”. Isaia 25:4.21Ellen G. White, Profeti e Re, 367 (1994).PR 12.4

    Parlando della fede di Elia, ella compie la digressione seguente: “Oggi gli uomini hanno bisogno di una fede simile a quella di Elia: una fede che sa cogliere le promesse divine e permette di implorare Dio fino alla certezza di essere stati esauditi. Questa fede ci unisce maggiormente al Signore e ci dà la forza necessaria per lottare contro il male. (...) Con la fede perseverante di Giacobbe, con l’ostinata insistenza di Elia, possiamo presentare le nostre richieste al Padre, credendo in tutte le sue promesse”.22Ellen G. White, Profeti e Re, 89 (1994).PR 12.5

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