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Messaggi Scelti, Vol. 1

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    CAPITOLO 31—LA LEGGE NELLA LETTERA AI GALATI

    Spesso mi sono fatte delle domande riguardo alla lettera ai Galati. Quale legge comporta per noi un vero insegnamento? La mia risposta è: entrambe le leggi, la cerimoniale e il codice morale dei dieci comandamenti.MS1 189.1

    Cristo fu il fondamento di tutto il sistema ebraico. La morte di Abele fu la conseguenza del rifiuto da parte di Caino del piano di Dio alla scuola dell’ubbidienza per essere salvato dal sangue di Gesù Cristo, simbolizzato dalle offerte sacrificali che indicavano Cristo. Caino rifiutò lo spargimento del sangue che simboleggiava il sangue di Cristo, che doveva essere sparso per il mondo. L’intera cerimonia fu preparata da Dio, e Cristo divenne il fondamento di tutto il piano di redenzione. Questo è l’inizio dell’opera della legge come istruttrice, la quale insegna ai peccatori a considerare Cristo quale fondamento di tutta la dispensazione ebraica.MS1 189.2

    Tutti coloro che servivano ed erano relazionati al santuario, erano istruiti costantemente riguardo all’intervento di Cristo in favore della razza umana. Questo servizio aveva il proposito di creare in ogni cuore l’amore per la legge di Dio, che è la legge del Suo regno divino. L',offerta sacrificale doveva essere una lezione obbiettiva dell',amore di Dio rivelato in Cristo, nella sofferenza e nella morte della vittima, che prendeva su di sé il peccato e per cui l',uomo era colpevole, un innocente diventava peccato per noi.MS1 189.3

    Nella contemplazione di questo grande tema sulla salvezza vediamo l’opera di Cristo. Non solo la promessa del dono dello Spirito, ma anche la natura e il carattere di questo sacrificio e di questa mediazione, sono temi che dovrebbero creare nei nostri cuori dei pensieri elevati, sacri e sublimi sulla legge di Dio, che continua a essere in vigore per tutti gli esseri umani.MS1 189.4

    La violazione di questa legge nel piccolo atto di mangiare il frutto proibito, portò sull’uomo e sulla terra la conseguenza della disubbidienza alla legge di Dio.MS1 189.5

    La natura dell’intervento dovrebbe sempre intimorire l’uomo nel commettere il più piccolo atto di disubbidienza alle richieste di Dio. Si dovrebbe avere una chiara comprensione di ciò che il peccato costituisce, e dovremmo evitare il minimo approccio che ci induca ad attraversare i confini tra l’ubbidienza e la disubbidienza. Dio desidera, che tutte le Sue creature capiscano la grande opera del Figlio di Dio nel dare la sua vita per la salvezza del mondo.MS1 189.6

    “Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto Lui”.
    1 Giovanni 3:1
    MS1 190.1

    Quando il peccatore vede in Cristo l’incarnazione dell’amore e della benevolenza infinita e disinteressata, nel suo cuore si risveglia una disposizione alla gratitudine e al desiderio di seguirLo.
    Manoscritto 87, 1900.
    MS1 190.2

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