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La Vittoria Di Cristo

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    25 giugno, Fede E Opere Vanno A Pari Passo

    E poi risposi al re: «Se questo piace al re e il tuo servo ha trovato favore agli occhi tuoi, lasciami andare in Giudea, nella città dei sepolcri dei miei padri, perché possa ricostruirla”. Nehemia 2:5VC 182.1

    Alla fine, però, la tristezza che opprimeva il suo cuore non poteva rimanere nascosta più a lungo. Le notti insonni e i giorni pieni di preoccupazione lasciarono le loro tracce sul suo volto. L’occhio attento del monarca, abituato a custodire la sua incolumità, era abituato a leggere i volti e a indovinare i sentimenti. Perciò si rese conto che il suo coppiere era tormentato da qualche cosa che lo turbava. Perché sei triste? Non sembri malato? Che cosa ti preoccupa?VC 182.2

    Le domande del re preoccupavano Nehemia. Il re si sarebbe irritato venendo a sapere che i pensieri del suo coppiere, mentre lavorava al suo servizio, erano rivolti al suo popolo afflitto? Il suo piano per Gerusalemme stava forse per fallire? Con grande timore rispose al re: Maestà possa tu aver lunga vita! Come potrei non essere triste mentre la città dove sono sepolti i miei antenati è in rovina e le sue porte incendiate? (2:2,3) Il racconto delle condizioni in cui versava Gerusalemme suscitò la simpatia del monarca senza risvegliarne i pregiudizi. Un’altra domanda del re offrì a Nehemia l’occasione tanto attesa: Hai qualche richiesta da farmi?VC 182.3

    Ma l’uomo di Dio non si avventurò a rispondere prima di aver chiesto il parere di Colui che era più potente di Artaserse. Nehemia aveva una missione da compiere e perché potesse avere successo, l’intervento del re era indispensabile. Si rendeva conto che tutto dipendeva dal modo in cui avrebbe presentato la sua richiesta. Avrebbe così ottenuto non solo l’approvazione del sovrano ma anche la promessa del suo aiuto. Nella sua corta preghiera rivolta al Re dei re trovò il coraggio di esporre al re Artaserse il suo desiderio di essere esonerato per un po’ di tempo dai suo incarichi a corte e chiese che gli fosse concesso di recarsi a Gerusalemme per ricostruire le rovine e farne di nuovo una città forte e ben difesa. Da questa richiesta sarebbero scaturiti nuovi sviluppi della situazione. Il re accettò e Nehemia dice: Il re mi concesse ogni cosa, perché la mano di Dio mi proteggeva... (v. 8)VC 182.4

    Essendosi assicurato l’aiuto di cui aveva bisogno, Nehemia si organizzò per assicurarsi il successo della sua impresa e prese le precauzioni necessarie per realizzare il suo progetto. Manuscript 58, 1903VC 182.5

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