Loading...
Larger font
Smaller font
Copy
Print
Contents

La mia vita oggi

 - Contents
  • Results
  • Related
  • Featured
No results found for: "".
  • Weighted Relevancy
  • Content Sequence
  • Relevancy
  • Earliest First
  • Latest First
    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents

    Amicizia tra Paolo e Timoteo, 24 luglio

    Timoteo, mio caro figlio: grazia, misericordia e pace da Dio il Padre e da Cristo Gesù, il nostro Signore... desidero vivamente di vederti per essere ripieno di gioia. 2 Timoteo 1:2-4MVO 217.1

    Paolo, ritornando dal tribunale di Cesare alla sua cella, comprese che aveva ottenuto soltanto una breve dilazione. In ogni caso i suoi nemici non si sarebbero fermati fino a che non avessero ottenuto la sua morte. Ma sapeva anche che per un certo tempo la verità avrebbe trionfato. Avere proclamato il Salvatore crocifisso e risorto davanti alla numerosa folla che lo aveva ascoltato era di per sé una vittoria. Quel giorno era iniziata un’opera che sarebbe cresciuta e diventata potente e che invano Nerone e tutti gli altri nemici di Cristo avrebbero cercato di ostacolare e distruggere. Egli si rendeva conto che ogni giorno passato nella sua tetra cella lo avvicinava alla fine: un cenno o una parola di Nerone e sarebbe stato ucciso. Paolo pensò a Timoteo e decise di farlo chiamare. A Timoteo era stata affidata la chiesa di Efeso ed era stato lasciato lì quando Paolo aveva fatto il suo ultimo viaggio a Roma. Paolo e Timoteo erano legati da un affetto straordinariamente profondo e forte. Dopo la conversione, Timoteo aveva condiviso gli sforzi e le sofferenze di Paolo e l’amicizia tra i due era diventata sempre più ferma, più intima e più sacra. Timoteo aveva dimostrato all’anziano ed affaticato apostolo lo stesso affetto che un figlio dimostra per il padre che ama ed onora. Sorprende poco dunque che Paolo, oppresso dalla solitudine e dalla malinconia, desiderasse vederlo. Nel migliore dei casi sarebbero passati alcuni mesi prima che Timoteo, dall’Asia Minore, giungesse a Roma. Paolo sapeva che la sua vita era incerta e temette che Timoteo non arrivasse in tempo per vederlo. Egli aveva importanti consigli ed istruzioni per il giovane uomo al quale era stata affidata una così grande responsabilità. Così, mentre lo esortava a raggiungerlo senza ritardo, dettò quell’ultima testimonianza, sapendo di avere poco tempo a disposizione. Con l’animo pieno di amore e di premura per quel figlio spirituale e per la chiesa che curava, Paolo insistette sulla fedeltà che Timoteo doveva dimostrare nell’adempimento del suo sacro incarico... Paolo concluse la sua lettera raccomandando il suo amato Timoteo alla cura del sommo Pastore il quale, sebbene i pastori a Lui sottoposti sarebbero stati soppressi, avrebbe continuato ad avere cura del suo gregge. AA 498-508MVO 217.2

    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents