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Consigli sull’ economato cristiano

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    Capitolo 51: Pagare i debiti contratti per i luoghi di culto

    Mi rallegro con voi per la vostra decisione di pagare tutti i debiti relativi ai vostri luoghi di culto. Si sarebbe potuta risparmiare un’ingente somma se ogni anno ci si fosse impegnati in questa direzione. Non c’è ragione perché i nostri luoghi di culto continuino, anno dopo anno, a sopportare il peso dei debiti. Se ogni membro di chiesa compie il suo dovere con spirito di rinuncia e sacrificio in favore del Signore, a cui appartiene per diritto di riscatto, affinché la sua chiesa venga alleggerita dai debiti, onorerà Dio.CEC 185.1

    Le grandi istituzioni, che sono strumenti a disposizione di Dio, non devono indebitarsi. Ogni anno ingenti somme sono spese per gli interessi dei debiti. Se questo denaro fosse utilizzato per estinguere il debito, non sarebbe necessario impegnare somme considerevoli per pagare gli interessi. L’abitudine di contrarre debiti è veramente negativa. Come sarebbe preferibile, tramite sforzi costanti, procurarsi il denaro necessario per la costruzione affinché il luogo di culto possa essere inaugurato senza nessun tipo di debiti. Quando costruiamo una chiesa vogliamo impegnarci con perseveranza per offrire a Dio, il giorno della consacrazione, un luogo di culto libero da ogni debito? (...)CEC 185.2

    Il Signore mi ha mostrato che le nostre chiese in Australia e Nuova Zelanda non devono essere oberate dai debiti. Il debito provoca trascuratezza per le cose sacre perché motivazioni personali ed egoistiche hanno la preminenza e assorbono tutti gli interessi. (...) La chiesa di Dio deve ricevere i nostri onori e tutto il resto deve essere considerato in secondo piano. Le nostre idee devono essere elevate, nobilitate e santificate. La mondanità e l’avidità sono state tollerate dai genitori nei figli, nella famiglia e fra gli amici. Il denaro è stato utilizzato per fini e in momenti in cui non serviva per onorare Dio, e creava un danno reale. Sono stati fatti doni a figli, genitori e amici mentre le offerte, destinate per scopi che Dio poteva gradire, sono state ridotte in entità e frequenza. (...)CEC 185.3

    Ipoteche sui luoghi di culto

    Le domande che si deve porre ogni cristiano sono queste: provo un profondo amore per Gesù? Amo la sua casa? (...) Il mio amore per Dio e per il mio Redentore è sufficientemente forte da spingermi alla rinuncia? Quando sono tentato di esaudire i miei desideri e dedicarmi a distrazioni egoistiche riesco a dire “Non spenderò nulla per me stesso fino a quando la casa di Dio è ipotecata o è costruita grazie ai debiti”? Il Cristo non deve essere l’oggetto delle mie maggiori preoccupazioni? Non deve esigere questo segno del nostro rispetto e della nostra lealtà?CEC 186.1

    Tutto ciò deve motivare la nostra vita affettiva nella famiglia e nella chiesa. Se lo spirito, la mente, le energie sono interamente consacrate a Dio, se tutta la nostra affettività è concentrata su di lui, Dio avrà il primo posto. Vi rende rete conto cosa significa collaborare con Gesù in un’opera sacra. L’edificio costruito come luogo di culto non poggerà sui debiti. Una realtà simile significherebbe quasi rinnegare la vostra fede. — Lettera 52, 1897.CEC 186.2

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