La fedeltà di Giacobbe
Giacobbe fece quel voto (Genesi 28:20-22) mentre la grazia divina ristorava la sua anima e la presenza di Dio lo incoraggiava. Dopo questa esperienza ebbe come tutti noi delle tentazioni, ma rimase fedele al suo voto e non pensò mai di sottrarsi all’impegno preso. Avrebbe potuto pensare, come fanno oggi gli uomini, che in fondo quella rivelazione era stata un sogno, che nel momento in cui egli aveva formulato il voto era in uno stato di eccitazione e quindi non era proprio il caso di tener fede all’impegno assunto. Giacobbe, però, non cedette a queste tentazioni.CEC 69.2
Trascorsero lunghi anni prima che osasse ritornare al suo paese natìo ma, quando si decise, estinse scrupolosamente il suo debito nei confronti dell’Eterno. Diventato ricco offrì gran parte delle sue sostanze al Signore. Molti oggi falliscono là dove Giacobbe riuscì. Quelli che hanno ricevuto molto da Dio hanno la tendenza a trattenere ciò che posseggono, mentre dovrebbero dare una somma proporzionata a quello di cui dispongono. Giacobbe, infatti, non solo diede la decima di quanto possedeva, ma calcolò l’interesse della decima e restituì ciò che aveva goduto durante la sua permanenza in un paese pagano, quando non aveva potuto soddisfare il voto. Si trattava di una somma considerevole, ma Giacobbe non esitò: quello che aveva consacrato a Dio non gli apparteneva più.CEC 69.3
La somma richiesta è in proporzione ai beni ricevuti. La quota che Dio richiede è in proporzione al capitale affidato. Se un cristiano possiede un certo capitale, Dio ha dei diritti nei suoi confronti. Egli non dovrà versare soltanto la sua decima, ma presenterà anche delle offerte. — Testimonies for the Church 4:466, 467.CEC 69.4