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Cristo Innalzato Come Figlio Di Dio

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    La natura ha simpatizzato con la Sua sofferenza, 28 gennaio

    Era circa l'ora sesta, e si fece buio su tutto il paese fino all'ora nona. Il sole si oscurò e la cortina del tempio si squarciò in mezzo. Luca 23:44,45CIF 38.1

    Fede e speranza avevano abbandonato Cristo durante la Sua agonia, perché Dio aveva rimosso la certezza che Egli aveva finora dato all’amato Figlio. Il Redentore del mondo si affidò quindi alle prove che fino a quel momento aveva dovuto sopportare, perché Suo Padre potesse accettare le Sue fatiche e sofferenze, ed essere compiaciuto della Sua opera. Ora, tutto il Suo santo corpo era avvolto dall’opprimente oscurità. Nessun occhio poteva penetrare l’oscurità che circondava la croce, e ancor meno quella più fitta dell’anima sofferente di Cristo. In attesa di ottenere la totale vittoria, Gesù, gridando con gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito”. Luca 23:46 Riapparvero le tenebre, si udì un rimbombo simile a quello di tanti tuoni e vi fu un violento terremoto.CIF 38.2

    In mezzo a queste orrende tenebre, apparentemente abbandonato da Dio, Cristo aveva bevuto sino in fondo la coppa del dolore umano. In quelle ore terribili aveva confidato nella benevola accettazione del Suo sacrificio, di cui il Padre aveva testimoniato nel passato. Egli conosceva il carattere del Padre, ne comprendeva la giustizia, la misericordia e il grande amore; e poneva la Sua piena fiducia in Colui alla cui volontà aveva sempre ubbidito con gioia. Affidandosi al Padre, in piena sottomissione, superò il senso del Suo distacco. La natura stessa esprimeva simpatia per il suo Creatore insultato e morente. La folla accalcata intorno alla croce fu colta da un terrore incontenibile. Lampi sfolgoranti squarciarono le nuvole e illuminarono il Redentore crocefisso. Sacerdoti, capi, scribi, carnefici e tutta la folla pensarono che fosse giunto il tempo della condanna. Mentre tutti tacevano, Cristo consegnava il Suo spirito nelle mani del Padre. La folla attonita si batteva il petto, gemendo.CIF 38.3

    Prima di rendere lo spirito, Gesù esclamò: “È compiuto”! Gli angeli si rallegrarono nell’udire queste parole. Satana fu quindi sconfitto. Sapeva che il suo regno era perduto. Il grande piano di redenzione, che dipendeva dalla morte di Cristo, era stato portato a termine. Il cielo esultava, perché d’ora in poi i figli di Adamo, attraverso una vita di obbedienza, aveva speranza di salvezza. Oh! Che amore! Che incredibile amore che Gesù ha portato sulla terra. Egli si è reso peccato per noi affinché noi potessimo riconciliarci con Dio ed essere elevati a una vita insieme a Lui nelle dimore gloriose. 2T, pp. 210,212CIF 38.4

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