Combinare le forze dei cristiani
Fratelli e sorelle nella fede, ci siamo mai posti la domanda, “sono io custode di mio fratello”? Se diciamo di essere figli di Dio, siamo anche custodi del nostro fratello! Il Signore ritiene che la chiesa sia responsabile di quelle persone nei confronti delle quali potrebbe essere uno strumento di salvezza. — Historical Sketches, 291.SC 15.1
Il Salvatore ha dato la sua vita con l'obiettivo di costituire una chiesa capace di aiutare i sofferenti, le persone angosciate e tentate. Un gruppo di credenti potrà non avere mezzi finanziari, o cultura, potrà essere sconosciuto alla gente. Tuttavia, con l'aiuto di Cristo, essi possono realizzare, nelle case, nelle comunità e perfino “nelle regioni più lontane” una missione i cui risultati avranno effetti eterni. — The Ministry of Healing, 106 (1905).SC 15.2
Per quanto possa apparire debole e imperfetta, la chiesa è oggetto della massima cura di Dio. Egli prende piacere nel rivelare, tramite essa, la sua grazia, come la potenza che trasforma i cuori. — The Acts of the Apostles, 12 (1911).SC 15.3
Qualcuno dovrà assolvere al mandato di Cristo e proseguire l'opera che egli ha iniziato a svolgere sulla terra; questo privilegio è stato offerto alla chiesa che è stata organizzata per questo scopo. Perché, dunque, i suoi membri non hanno accettato la responsabilità? — Testimonies for the Church 6:295 (1900).SC 15.4
Egli esorta la chiesa a vegliare sulle attività che le competono e a tenere alto il vessillo della vera riforma nel suo territorio, lasciando che operai bene istruiti ed esperti penetrino in nuovi campi. — Testimonies for the Church 6:292 (1900).SC 15.5
I credenti di Tessalonica sono stati veri missionari... Essi comunicavano la verità presente con convinzione e molte persone si univano alla comunità dei credenti. — The Acts of the Apostles, 256 (1911).SC 15.6
La consacrazione dei dodici ha segnato il primo passo dell'organizzazione della chiesa che, dopo l'ascensione di Gesù, avrebbe proseguito la sua missione sulla terra. — The Acts of the Apostles, 18 (1911).SC 15.7
La chiesa di Dio è il centro della vita spirituale, piena dei diversi doni e ricolma dello Spirito Santo. I membri trovano la loro felicità nella gioia e irradiano coloro che essi aiutano e sostengono. L'opera che il Signore desidera che la sua chiesa compia è meravigliosa e glorifica il nome divino. — The Acts of the Apostles, 12, 13 (1911).SC 15.8
La nostra opera è chiaramente fondata nella Parola di Dio. I cristiani devono cooperare con i cristiani, le chiese con le chiese; il mezzo umano deve collaborare con il divino, ogni azione deve essere subordinata allo Spirito Santo, e ogni cosa deve contribuire a offrire al mondo il messaggio della grazia di Dio. — General Conference Bulletin, 28 febbraio 1893, p. 421.SC 15.9
Le nostre chiese devono collaborare nell'opera di semina spirituale, con la speranza di raccogliere di qui a poco. Il suolo è duro da trattare ma il terreno incolto deve essere dissodato per poterci seminare i semi della giustizia. Non interrompetevi, messaggeri amati da Dio, nonostante tutti i dubbi sull'opportunità o meno di proseguire un lavoro che darà in suoi frutti in base alla sua bontà. — Testimonies for the Church 6:420 (1900).SC 16.1
La chiesa deve operare in favore della salvezza dell'uomo. Essa è stata organizzata per servire; la sua missione consiste nel portare il Vangelo al mondo; il suo scopo è quello di riflettere nel mondo la pienezza e la perfezione della natura divina. I suoi membri, che Dio ha chiamato dalle tenebre alla sua meravigliosa luce, devono rivelarne la gloria. — The Acts of the Apostles, 9 (1911).SC 16.2
Nessuna chiesa deve pensare di essere troppo piccola per esercitare un influsso e rendere oggi un servizio nella grande missione. Mettiamoci al lavoro fratelli. Non saranno solo le grandi assemblee, i congressi o i comitati a beneficiare del favore di Dio, ma anche l'impegno più umile mosso da un amore sincero e disinteressato sarà coronato dalle sue benedizioni e dalla gloriosa ricompensa. Facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità e il Signore accrescerà i nostri talenti. — The Review and Herald, 13 marzo 1888.SC 16.3