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Essere Come Gesù

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    Trasformati Dalla Comunione Con Dio, 28 gennaio

    E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore. 2 Corinzi 3:18ESG 32.1

    Durante il lungo periodo trascorso in comunione con Dio il volto di Mosè aveva assunto il riflesso della gloria divina. Anche quando egli discese dalla montagna il suo viso era illuminato da uno splendore abbagliante, di cui non era consapevole. Era la stessa luce che avrebbe illuminato il volto di Stefano, trascinato davanti ai giudici; “e tutti coloro che sedevano nel Sinedrio, avendo fissati in lui gli occhi, videro la sua faccia simile alla faccia d’un angelo”. Atti 6:15. Quando videro Mosè, Aronne e il popolo si allontanarono perché “temettero d’accostarsi a lui”. Cfr. Esodo 34:30. Ignorando la causa di tanta confusione e terrore, il condottiero degli israeliti insistette perché la gente si avvicinasse, e indicò il segno della riconciliazione con Dio, confermando che l’Eterno aveva perdonato Israele. La folla percepì nella sua voce un tono affettuoso e supplichevole, e infine qualcuno osò avvicinarsi a lui ma, troppo spaventato per parlargli, indicò la sua espressione e quindi il cielo. Allora Mosè comprese cosa volesse dirgli. Consapevoli delle loro colpe e della disapprovazione di Dio, gli ebrei non riuscivano a sopportare la luce divina che, se avessero ubbidito alla sua volontà, li avrebbe riempiti di gioia...ESG 32.2

    Con questo splendore, Dio voleva imprimere nella mente degli israeliti la sacralità della sua legge e la gloria del Vangelo, rivelato attraverso il Cristo. Sul Sinai Dio non presentò a Mosè soltanto le tavole della legge ma anche l’intero progetto per la salvezza dell’uomo. Egli vide il sacrificio del Cristo, prefigurato da tutti i simboli della tradizione ebraica. Ciò che rendeva così luminoso il volto di Mosè erano il fiume di luce che proveniva dal Calvario e la gloria della legge di Dio. La luce divina era il simbolo della solennità della grazia, di cui Mosè era lo strumento umano, come rappresentante dell’unico e vero mediatore fra Dio e l’uomo, il Cristo.ESG 32.3

    La gloria riflessa sul volto di Mosè è un esempio delle benedizioni offerte al popolo che osserva i comandamenti di Dio attraverso Gesù. Essa dimostra che più stretto è il contatto spirituale fra Dio e l’uomo, più sarà reso conforme all’immagine divina e partecipe della sua natura. PP328,329ESG 32.4

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