Loading...
Larger font
Smaller font
Copy
Print
Contents

Essere Come Gesù

 - Contents
  • Results
  • Related
  • Featured
No results found for: "".
  • Weighted Relevancy
  • Content Sequence
  • Relevancy
  • Earliest First
  • Latest First
    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents

    Dicembre

    Gesù Il Pastore, 1 dicembre

    Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento. Luca 15:7ESG 339.1

    Ogni ministro deve essere un pastore. Il nostro Redentore è chiamato il capo dei pastori. L'apostolo scrive: “Ora il Dio della pace, che in virtù del sangue del patto eterno ha fatto risalire dai morti il Signor nostro Gesù Cristo, il grande Pastore delle pecore, vi perfezioni in ogni buona opera, per fare la sua volontà, operando in voi ciò che è gradito davanti a lui per mezzo di Gesù Cristo”. Per quanto umili, per quanto importanti possiamo essere, sia che siamo all'ombra delle avversità o al sole della prosperità, siamo le Sue pecore, il gregge del Suo pascolo e sotto la cura del capo Pastore. Ma il capo pastore ha i suoi sotto-pastori, che ha delegato a prendersi cura delle sue pecore e dei suoi agnelli. Il grande Pastore non perde mai uno dalle Sue pecore, non è mai indifferente nemmeno verso la più debole del Suo gregge. La bella parabola che Cristo diede dell'unica pecora smarrita, del pastore che lasciò le novantanove per andare alla ricerca di quella perduta, illustra quanto il grande Pastore si preoccupa di essa. Non guardò con noncuranza le pecore dell'ovile, dicendo: “Ho ancora novantanove e mi costerebbe troppa fatica andare alla ricerca di quella smarrita; la lascio tornare da sola; lascerò la porta dell’ovile aperta perché possa entrare; ma io non posso occuparmi solo di lei”. No! Poiché non appena la pecora si smarrisce, il volto del pastore è pieno di dolore e ansia. Conta e riconta il gregge, e quando è certo che una pecora è smarrita, non si addormenta. Lascia il novantanove nell'ovile, e per quanto buia e tempestosa possa essere la notte, per quanto pericolosa e sgradevole sia la via, per quanto lunga e noiosa sia la ricerca, non si stanca, non vacilla, finché non troverà quella perduta. E quando la troverà, agisce con indifferenza? La minaccia, la picchia, o la fa avanzare davanti a sé, raccontando l'amarezza, lo sconforto e l'ansia che ha sentito? No; mise sulla spalla la vagabonda stanca e sfinita, e con gioia e gratitudine la rimette nell’ovile. La sua gratitudine trova espressione in canti melodiosi di gioia e cori celesti rispondono alla nota di gioia del pastore. Quando la pecora perduta viene ritrovata, il cielo e la terra si uniscono nella gioia e nel ringraziamento ...ESG 339.2

    Gesù dice: “Io sono il buon pastore, e le mie pecore conoscono me”. Giovanni 10:14 Proprio come i pastori della terra conoscono le loro pecore, così il capo Pastore conosce il Suo gregge che è sparso in tutto il mondo. RH, Aug. 23, 1892ESG 339.3

    Larger font
    Smaller font
    Copy
    Print
    Contents