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Essere Come Gesù

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    La Promessa Della Redenzione, 3 febbraio

    E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno. Genesi 3:15ESG 38.1

    Adamo ed Eva notarono i primi segni di deterioramento nei fiori che appassivano e nelle foglie che cadevano. In modo vivido compresero la triste realtà che ogni essere vivente doveva morire. Perfino l’aria, dalla quale dipendeva la loro vita, recava in sé i germi della morte. Ogni cosa ricordava loro continuamente il dominio perduto. Fra le creature inferiori, Adamo aveva occupato la posizione di re e, finché era rimasto fedele a Dio, la natura tutta aveva riconosciuto la sua sovranità; in seguito alla disubbidienza, però, egli perse tale predominio. Lo spirito di ribellione, al quale egli stesso aveva aperto la via, si estese a tutto il regno animale. Non solo la vita dell’uomo, ma la stessa natura delle bestie, gli alberi della foresta, l’erba dei campi, e addirittura l’aria, tutto rivelava la triste lezione della conoscenza del male. L’uomo, tuttavia, non fu abbandonato alle conseguenze del male da lui stesso scelto. Nella condanna pronunciata su Satana, fu dato l’annuncio della redenzione: “Io porrò inimicizia fra te e la donna”, disse Dio “e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno”. Genesi 3:15. Questa sentenza, che i nostri progenitori udirono distintamente pronunciata da Dio, fu per loro una promessa. Prima di udire parlare delle spine e dei cardi, del lavoro faticoso e del dolore che dovevano costituire il loro retaggio, o della polvere alla quale dovevano ritornare, essi udirono delle parole che dettero loro speranza. Tutto quello che era stato perduto cedendo a Satana poteva essere riconquistato per mezzo di Cristo. Questo annuncio viene ripetuto anche dalla natura. Sebbene danneggiata dal peccato, essa ci parla non solo della creazione ma anche della redenzione. La terra, sebbene testimoni della maledizione, è tuttora ricca e bella nel ricordo della forza creatrice. In ogni manifestazione della potenza creativa ci è offerta la certezza di poter essere, anche noi, creati di nuovo “...nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità”. Efesini 4:24. Così, proprio quelle cose e quei processi della natura che più ci ricordano la nostra grande perdita, diventano messaggeri di speranza. Fin dove si estende il male, si ode anche la voce del Padre che esorta i suoi figli, li avverte di allontanarsi dal male e li invita ad accettare il bene. Ed 26,27ESG 38.2

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