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Conflitto E Coraggio

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    Ritorno A Dio, 28 febbraio

    ...e questa pietra che ho eretta come stele, sarà la casa di DIO; e di tutto quello che tu mi darai io ti darò la decima. Genesi 28:22CeC 63.1

    Era consuetudine commemorare gli eventi importanti: Giacobbe eresse allora un memoriale, in ricordo della misericordia di Dio, in modo che ogni volta che fosse passato di là, si sarebbe fermato in quel luogo sacro per adorare il Signore... Ripeté con profonda gratitudine la promessa secondo la quale Dio lo avrebbe accompagnato e poi fece un giuramento solenne: “Se Dio è meco, se mi guarda durante questo viaggio che fo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, e se ritorno sano e salvo alla casa del padre mio, l’Eterno sarà il mio Dio; e questa pietra che ho eretta in monumento, sarà la casa di Dio; e di tutto quello che tu darai a me, io, certamente, darò a te la decima”. Genesi 28:20-22. CeC 63.2

    Giacobbe non stava cercando di trattare con Dio. Il Signore gli aveva già promesso la ricchezza. Il suo giuramento era l’espressione di un animo pieno di gratitudine per la certezza dell’amore e della misericordia divini. Aveva compreso che Dio voleva che egli riconoscesse di avere una missione speciale da compiere e offrisse una risposta ai segni evidenti della benevolenza che Dio gli aveva manifestato. CeC 63.3

    Allo stesso modo, ogni benedizione che ci viene offerta richiede una risposta a Dio. Il cristiano dovrebbe riconsiderare spesso la sua vita passata, per ricordare con gratitudine le preziose liberazioni che il Signore ha realizzato in suo favore, sostenendolo nella prova, suggerendogli una via di uscita quando tutto sembrava impossibile e oscuro, rincuorandolo quando stava per scoraggiarsi. Egli dovrebbe riconoscere che tutto ciò dimostra la protezione degli angeli di Dio. Consapevole di queste innumerevoli benedizioni dovrebbe domandarsi spesso con umiltà e gratitudine: “Che renderò io all’Eterno? tutti i suoi benefizi son sopra me”. Salmo 116:12. CeC 63.4

    Il nostro tempo, le nostre capacità, i nostri beni, devono essere consacrati a colui che ci ha offerto queste benedizioni perché le amministriamo. Una liberazione speciale realizzata in nostro favore, dei benefici nuovi e inattesi dovrebbero farci riconoscere la bontà di Dio; la nostra gratitudine deve essere espressa non solo a parole ma anche, come fece Giacobbe, tramite doni e offerte per la sua opera. Infatti, mentre riceviamo le benedizioni di Dio dobbiamo, continuamente, donare qualcosa. ibid 187,188CeC 63.5

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