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Conflitto E Coraggio

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    La Possibilità Di Scelta, 7 gennaio

    ... ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai. Genesi 2:16-17CeC 11.1

    Anche se creati santi e innocenti, i nostri progenitori non furono preservati dal pericolo di compiere errori... CeC 11.2

    Avrebbero potuto avere il privilegio di comunicare con Dio e con gli angeli per sempre, ma prima di raggiungere definitivamente questa condizione la loro lealtà verso il Creatore sarebbe stata messa alla prova. All’inizio dell’esistenza dell’uomo, fu posto un freno all’egoismo, la causa fondamentale della fatale caduta di Satana. L’albero della conoscenza era vicino all’albero della vita, in mezzo al giardino: esso avrebbe rappresentato per i nostri progenitori una prova di ubbidienza, fede e amore. Dio aveva permesso loro di mangiare ogni tipo di frutto del giardino, eccetto quello dell’albero della conoscenza del bene e del male. La trasgressione di questo ordine avrebbe implicato la loro morte. Adamo ed Eva sarebbero stati esposti alla tentazione di Satana: tuttavia se avessero superato la prova si sarebbero definitivamente sottratti al suo potere e avrebbero goduto per sempre della protezione di Dio... Dio avrebbe potuto creare un essere incapace di trasgredire la sua legge; avrebbe potuto impedire ad Adamo di toccare il frutto proibito, ma in questo caso egli sarebbe stato un semplice automa, senza alcuna libertà morale. La sua ubbidienza non sarebbe stata volontaria, ma forzata: il carattere dell’uomo non avrebbe conosciuto nessuno sviluppo.... avrebbe perciò contribuito a rafforzare le accuse di tirannia mosse da Satana nei confronti di Dio... Dio aveva creato un uomo perfetto: gli aveva dato un carattere nobile, estraneo a inclinazioni malvage. Lo aveva dotato di una forza intellettuale notevole e gli aveva offerto ogni possibile stimolo alla fedeltà. La condizione della felicità eterna era l’ubbidienza; questa era l’unica via di accesso all’albero della vita...CeC 11.3

    Finché ubbidirono alla legge divina, le loro facoltà di conoscere, di gioire e di amare si svilupparono e si accrebbero. Avrebbero raggiunto alti livelli di conoscenza, scoprendo così nuovi motivi di felicità, in una comprensione sempre più profonda dell’infinito, straordinario amore di Dio. PP 48-51CeC 11.4

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