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Gli uomini che vinsero un impero

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    Capitolo 12: Da persecutore a perseguitato

    Tra i capi giudei che furono irritati dal successo della proclamazione del Vangelo, una persona prominente era Saulo da Tarso. Cittadino romano per nascita, e nondimeno giudeo per discendenza, Saulo era stato educato in Gerusalemme dai rabbini più eminenti. “Della razza d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo d’ebrei; quanto alla legge, Fariseo, quanto allo zelo, persecutore della chiesa, quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile”. Filippesi 3:5, 6. I rabbini lo reputavano un giovane molto promettente e speravano grandemente che diventasse uno zelante difensore dell’antica fede. Come membro del Sinedrio egli aveva una posizione di primo piano in seno al suo popolo.UVI 71.1

    Saulo aveva avuto un ruolo principale nel processo e nella sentenza di Stefano, e l’evidente presenza di Dio con il martire lo aveva spinto a dubitare circa la giustizia della causa che egli aveva abbracciato contro i seguaci di Gesù. La sua mente era stata scossa profondamente. Essendo confuso, si era consigliato con quelli che reputava avessero saggezza e buon giudizio. E gli argomenti dei sacerdoti e dei rabbini alla fine lo avevano convinto di essere nel giusto: Stefano era un bestemmiatore e il Cristo che il martire aveva predicato era un impostore.UVI 71.2

    Saulo era giunto a questa conclusione dopo aver affrontato una severa lotta interiore. Ma alla fine, la sua educazione, il suo pregiudizio, il rispetto per i suoi anziani maestri, e la sua sete di popolarità, lo avevano spinto a ribellarsi contro la voce della coscienza e contro la grazia di Dio. Avendo deciso che i sacerdoti e gli scribi agivano giustamente, Saulo diventò molto accanito nell’opporsi alle dottrine insegnate dai discepoli di Gesù. La sua attività, che consisteva nel trascinare uomini e donne dinanzi ai tribunali dove venivano condannati, alcuni all’imprigionamento altri alla morte soltanto perché credevano in Gesù, aveva procurato angoscia e lutto alla chiesa cristiana nascente, e aveva costretto molti a trovare rifugio nella fuga.UVI 71.3

    I cristiani che fuggirono da Gerusalemme a causa della persecuzione “se ne andarono di luogo in luogo, annunziando la Parola”. Atti 8:4 (Luzzi). Una delle città dove si rifugiarono fu Damasco, nella quale molti erano stati convertiti alla nuova fede.UVI 71.4

    I sacerdoti e i capi giudei speravano che con una spietata persecuzione e una severa vigilanza sarebbero riusciti a sopprimere l’eresia. E decisero di usare le loro crudeli misure contro i nuovi insegnanti, non solo in Gerusalemme ma anche in altre città. Saulo offrì il suo aiuto per questo speciale lavoro che avevano deciso di svolgere a Damasco. “Saulo intanto continuava a minacciare i discepoli del Signore e faceva di tutto per farli morire. Si presentò al sommo sacerdote, e gli domandò una lettera di presentazione per le sinagoghe di Damasco. Intendeva arrestare, qualora ne avesse trovati, uomini e donne, seguaci della nuova fede, e condurli a Gerusalemme”. Atti 9:1, 2. Saulo si sentiva capace di grandi cose, dalla sua aveva l’autorizzazione dei capi sacerdoti. Si trattava di uno zelo distorto dall’errore delle sue convinzioni. Non sapeva che il viaggio che stava incominciando sarebbe stato memorabile. Con quel viaggio avrebbe cambiato l’intero corso della sua esistenza.UVI 72.1

    Durante l’ultimo giorno di viaggio, “a mezzogiorno”, non lontano da Damasco, i viaggiatori stanchi poterono contemplare i vasti campi di terra fertile, gli splendidi giardini, i ricchi frutteti bagnati dai freschi torrenti che scendevano dalle montagne circostanti. Dopo un lungo viaggio per luoghi desolati, essi erano rinfrancati dalla frescura di quei luoghi. Mentre Saulo, con i suoi compagni, ammiravano la fertile pianura e la bella città, improvvisamente, apparve “una luce dal cielo, più splendente del sole, la quale lampeggiò intorno a me ed a coloro che viaggiavan meco” (Atti 26:12, 13, Luzzi), affermò Saulo più tardi. Accecato e confuso, egli cadde a terra.UVI 72.2

    Mentre la luce continuava a risplendere intorno a loro, Saulo udì una voce che, in lingua ebraica, gli disse: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Ei t’è duro di ricalcitrar contro gli stimoli”. Atti 26:14, 15 (Luzzi).UVI 72.3

    Pieni di paura, e quasi accecati dall’intensità della luce, i compagni di Saulo udirono una voce, ma non videro alcuno. Ma Saulo comprese le parole che furono pronunciate; egli riconobbe in Colui che gli parlava il Figlio di Dio. Nell’essere glorioso che gli stava dinanzi, Saulo riconobbe Colui che era stato crocifisso. L’immagine del Salvatore si impresse per sempre nell’anima di questo giudeo. Le parole udite colpirono il suo cuore con una forza spaventosa. Le oscure camere della sua mente furono inondate di una luce che gli rivelava tutta l’ignoranza e l’errore della sua vita passata, e il suo presente bisogno dell’illuminazione dello Spirito Santo.UVI 72.4

    Saulo comprese che perseguitando i seguaci di Gesù, egli in realtà attuava il piano di Satana. Comprese che le sue convinzioni circa la giustizia e il suo dovere erano largamente basate sull’implicita fiducia che aveva nei sacerdoti e nei capi giudei. Saulo aveva creduto a loro quando avevano affermato che la storia della risurrezione era soltanto un prodotto dell’immaginazione dei discepoli.UVI 72.5

    In quell’ora di divina illuminazione, la mente di Saulo funzionò con notevole rapidità. Gli scritti profetici gli erano più chiari di prima. Egli vide che il rifiuto di Gesù da parte dei giudei, la sua crocifissione, la sua risurrezione e la sua ascensione erano stati predetti dai profeti, e che erano la prova che Gesù era il Messia promesso. Il sermone che Stefano aveva predicato prima del suo martirio, ritornò alla sua mente, ed egli si rese conto che il martire aveva realmente contemplato “la gloria di Dio” quando disse, “Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figliuol dell’uomo in pié alla destra di Dio”. Atti 7:56 (Luzzi). I sacerdoti avevano reputato questa testimonianza una bestemmia, ma Saulo, ora, sapeva che queste parole erano la verità.UVI 73.1

    Quale rivelazione fu questa, per il persecutore! Ora Saulo sapeva per certo che il Messia promesso era venuto su questa terra come Gesù di Nazareth, e che Egli era stato rigettato e crocifisso proprio da coloro che era venuto a salvare. Lui sapeva anche che il Salvatore era risorto trionfando sulla morte, e che era asceso al cielo. In quel momento di divina rivelazione, Saulo ricordò con terrore che Stefano, il quale aveva testimoniato di un Salvatore crocifisso e risorto, era stato sacrificato con il suo consenso, e che più tardi, mediante la sua collaborazione, molti altri seguaci fedeli di Gesù erano stati messi a morte a termine di una crudele persecuzione.UVI 73.2

    Il Salvatore parlò a Saulo mediante Stefano, il cui discorso non poteva essere contraffatto. Il colto giudeo aveva visto il volto del martire riflettere la luce della gloria di Cristo, come se fosse la “faccia d’un angelo”. Atti 6:15 (Luzzi). Egli aveva notato la pazienza che Stefano aveva dimostrato verso i suoi nemici, e il perdono che il martire aveva loro accordato. Saulo aveva testimoniato la calma e serena rassegnazione, con la quale molti cristiani subivano torture e discriminazioni di vario genere. Aveva visto alcuni dare la loro vita con gioia per amore della propria fede.UVI 73.3

    Tutte queste cose assillavano la mente di Saulo, e costituivano la prova schiacciante della messianicità di Gesù. Per intere notti aveva lottato contro questa idea, e aveva sempre finito con l’ammettere che Gesù non era il Messia e che i suoi seguaci erano dei fanatici delusi.UVI 73.4

    Ora Cristo ha parlato personalmente a Saulo, dicendogli: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” E alla domanda: “Chi sei Signore?”, la stessa voce gli rispose: “Io son Gesù che tu perseguiti”. Atti 9:4-6 (Luzzi). Perseguitando i seguaci di Gesù, Saulo aveva lottato direttamente contro il Signore del cielo. Testimoniando e accusandoli falsamente, egli aveva testimoniato e accusato falsamente il Salvatore del mondo.UVI 73.5

    Non ci fu dubbio nella mente di Saulo che Colui che gli stava parlando fosse Gesù di Nazareth, l’atteso Messia, il Consolatore e il Redentore d’Israele. Tremando, Saulo chiese che cosa doveva fare, e il Signore gli rispose: “Lèvati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare”. Atti 9:6 (Luzzi).UVI 74.1

    Quando la gloria si ritirò, e Saulo si alzò da terra, scoprì di essere totalmente privo della vista. Il bagliore della gloria di Cristo era stato troppo intenso per i suoi occhi mortali; e quando esso fu rimosso, la sua vista risultò essere completamente oscurata. Egli credette che questa cecità fosse il castigo di Dio per avere crudelmente perseguitato i seguaci di Gesù. Egli brancolava intorno, e i suoi compagni, intimoriti e sorpresi, “menandolo per la mano, lo condussero a Damasco”. Atti 9:8 (Luzzi).UVI 74.2

    Durante il mattino di quel memorabile giorno, Saulo si stava avvicinando a Damasco con sentimenti di soddisfazione perché i capi sacerdoti avevano riposto in lui la loro fiducia, e gli avevano affidato grandi responsabilità. Gli era stato assegnato il compito di proteggere gli interessi della religione ebraica controllando, il più possibile, la diffusione della nuova fede in Damasco. Egli era deciso a coronare la sua missione di successo, e aspettava ansiosamente l’esperienza che gli stava davanti.UVI 74.3

    Quanto diversa dalle sue aspettative fu la sua entrata nella città! Colpito dalla cecità, impotente, torturato dal rimorso, e ignorante di quale altra punizione divina fosse in serbo per lui, Saulo cercò la casa di Giuda, per poter riflettere e pregare, in solitudine.UVI 74.4

    “E rimase tre giorni senza vedere, e non mangiò né bevve”. Atti 9:9 (Luzzi). A Saulo questi giorni di angoscia spirituale sembrarono anni. Sempre più spesso ricordava la parte che aveva svolto nel martirio di Stefano. Pensò con orrore alla sua colpa per aver permesso che la malizia e il pregiudizio dei sacerdoti e dei dirigenti controllassero la sua mente, anche dopo aver contemplato il volto di Stefano illuminato dalla luce celeste. Con una amara sofferenza mentale, ripensava a quante volte aveva chiuso gli occhi e si era turato le orecchie per rifiutare la chiara evidenza, e per poter sollecitare la persecuzione dei credenti in Gesù di Nazareth.UVI 74.5

    Saulo trascorse questi giorni appartato, in solitudine, esaminando la sua coscienza e umiliando il suo cuore. I credenti erano stati avvisati dello scopo della sua venuta a Damasco, e temettero che stesse recitando una parte per poterli adescare più facilmente; così si tennero lontani da lui, rifiutandogli la loro simpatia. Egli non desiderava rivolgersi ai giudei inconvertiti, ai quali aveva pensato di unirsi per perseguitare i credenti, perché sapeva che non avrebbero dato credito alla sua storia. Così gli sembrava di essere solo al mondo. La sua sola speranza di aiuto era nella misericordia divina, in Colui che egli umilmente supplicava.UVI 74.6

    Durante le lunghe ore in cui Saulo rimase in stretta comunione con Dio, ricordò i numerosi passi delle Scritture che si riferivano al primo avvento di Cristo. Con la memoria sensibilizzata dalla presente convinzione circa Gesù, rintracciò attentamente le profezie. E mentre rifletteva sul loro significato, si stupì che i giudei, in generale, fossero stati tanto ciechi e privi di intelligenza da rigettare Gesù come il Messia promesso. Ora, alla sua mente illuminata, tutto sembrava chiaro. Egli capì che la sua passata incredulità e il suo pregiudizio avevano indebolito la sua percezione spirituale, e gli avevano impedito di discernere che Gesù di Nazareth era il Messia della profezia.UVI 75.1

    Mentre Saulo si sottometteva al convincente influsso dello Spirito Santo, comprese gli errori della propria vita, e riconobbe la mèta alla quale guidava tutta la legge di Dio. Lui, che era stato un orgoglioso fariseo, sicuro di essere giustificato dalle proprie buone opere, ora si inginocchiava davanti a Dio con l’umiltà e la semplicità di un fanciullo, confessando la propria indegnità, e supplicando i meriti del Salvatore crocifisso e risorto. Saulo desiderava riconciliarsi con il Padre e il Figlio; e desiderando intensamente il perdono, offriva ferventi supplicazioni al trono della grazia.UVI 75.2

    Le preghiere di questo penitente fariseo non furono vane. I suoi più intimi pensieri e le sue emozioni furono trasformati dalla grazia divina; e le sue più nobili facoltà furono portate in armonia con l’eterno scopo di Dio. Cristo e la sua santità diventarono tutto il mondo di Saulo.UVI 75.3

    La conversione di quest’uomo è la chiara evidenza del miracoloso influsso dello Spirito Santo nel convincere l’uomo di peccato. Egli aveva sinceramente creduto che Gesù di Nazareth trasgredisse la legge di Dio, e che avesse insegnato ai suoi discepoli che essa non aveva più alcun valore. Ma dopo la conversione, Saulo riconobbe che Gesù era venuto in questo mondo con il preciso scopo di rivendicare la legge del Padre celeste. Si convinse che Gesù era colui che aveva dato origine all’intero sistema di sacrifici. Egli vide che alla sua crocifissione il tipo aveva incontrato l’antitipo, che Gesù aveva adempiuto le profezie dell’Antico Testamento riguardanti il Redentore d’Israele.UVI 75.4

    La storia della conversione di Saulo ci dà importanti princìpi, che dovremmo tenere sempre presenti nella nostra mente. Saulo fu messo in diretto contatto con Cristo. Era stato scelto per compiere un lavoro di grandissima importanza; tuttavia il Signore non spiegò immediatamente quale fosse il lavoro che gli era stato assegnato. Egli lo fermò e lo convinse di peccato; ma quando Saulo chiese che cosa dovesse fare, il Salvatore, per prima cosa, lo mise in contatto con la sua chiesa, affinché ottenesse conoscenza del volere di Dio.UVI 75.5

    La luce meravigliosa che illuminò l’oscurità di Saulo fu opera del Signore; ma anche i discepoli avevano un preciso lavoro da compiere nei suoi riguardi. Cristo aveva compiuto l’opera di rivelazione e convinzione; e ora il penitente era nella condizione adatta per imparare da quelli che Dio aveva stabilito come insegnanti della verità.UVI 76.1

    Mentre Saulo continuava a pregare e supplicare, in solitudine, nella casa di Giuda, il Signore apparve in visione a “un certo discepolo, chiamato Anania” e gli disse che Saulo da Tarso stava pregando e aveva bisogno di aiuto. “Lèvati, vattene nella strada detta Diritta — disse il messaggero celeste — e cerca, in casa di Giuda, un uomo chiamato Saulo da Tarso; poiché ecco, egli è in preghiera, e ha veduto un uomo, chiamato Anania, entrare e imporgli le mani perché ricuperi la vista”. Atti 9:10-12 (Luzzi).UVI 76.2

    Anania stentava a credere alle parole dell’angelo; perché la notizia della severa persecuzione svolta da Saulo si era diffusa ovunque. E cercò di dilungarsi, dicendo: “Signore, io ho udito dire da molti di quest’uomo, quanti mali abbia fatto ai tuoi santi in Gerusalemme. E qui ha potestà dai capi sacerdoti d’incatenare tutti coloro che invocano il tuo nome”. Ma l’ordine fu imperativo: “Va’ perché egli è uno strumento che ho eletto per portare il mio nome davanti ai Gentili, ed ai re, ed ai figliuoli d’Israele”. Atti 9:13-15 (Luzzi).UVI 76.3

    Ubbidiente all’ordine ricevuto, Anania cercò l’uomo di cui aveva recentemente sentito dire che costituiva una minaccia per chi credeva nel nome di Gesù. E imponendo le mani sul capo del penitente sofferente, disse: “Fratello Saulo, il Signore, cioè Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale tu venivi, mi ha mandato perché tu ricuperi la vista e sii ripieno dello Spirito Santo.UVI 76.4

    “E in quell’istante gli caddero dagli occhi come delle scaglie, e ricuperò la vista; poi, levatosi, fu battezzato”. Atti 9:17, 18 (Luzzi).UVI 76.5

    Così Gesù confermò l’autorità della sua chiesa organizzata, e mise Saulo in relazione con i suoi agenti terreni. Ora, Cristo aveva una chiesa come suo rappresentante su questa terra, e ad essa fu assegnato il compito di guidare i peccatori pentiti nella via della vita.UVI 76.6

    Molti pensano che Cristo soltanto sia il responsabile della luce ricevuta e della loro esperienza cristiana, indipendentemente dai suoi seguaci su questa terra. Gesù è l’amico dei peccatori, e il suo cuore è sensibile ai loro problemi. Egli ha tutta la potenza in cielo e in terra; ma rispetta gli agenti ai quali ha affidato di portare la luce al mondo. Egli guida i peccatori alla chiesa, affinché essa rechi la salvezza agli uomini.UVI 76.7

    Quando Saulo, nel pieno del suo errore e cieco pregiudizio, ricevette la rivelazione del Cristo che stava perseguitando, fu messo in diretta comunicazione con la chiesa, che è la luce del mondo. In questo caso, Anania rappresentò Cristo, e rappresenta i suoi ministri su questa terra, che Egli ha destinato a rappresentarlo. Al posto di Cristo, Anania toccò gli occhi di Saulo, affinché potesse ricevere la vista. Al posto di Cristo, egli pose le sue mani su lui, pregando nel nome di Gesù, e Saulo ricevette lo Spirito Santo. Ogni cosa deve essere essere fatta nel nome e mediante l’autorità di Cristo. Cristo è la fonte; la chiesa è il canale di comunicazione.UVI 77.1

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