Capitolo 17: Messaggeri del vangelo
Paolo e Barnaba, dopo essere stati ordinati dai fratelli di Antiochia, “mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia, e di là navigarono verso Cipro”. Atti 13:4 (Luzzi). Fu così che gli apostoli iniziarono il loro primo viaggio missionario.UVI 104.1
Cipro era uno dei luoghi nei quali i credenti di Gerusalemme si erano rifugiati per proteggersi dalla persecuzione iniziata dopo la morte di Stefano. Alcuni ciprioti visitarono Antiochia “annunziando il Signore Gesù”. Atti 11:20 (Luzzi). Barnaba stesso era “cipriota di nascita”. Atti 4:36 (Luzzi). Lui e Paolo, accompagnati da Giovanni Marco, parente di Barnaba, si accingevano a visitare l’isola.UVI 104.2
La madre di Marco si era convertita al cristianesimo, e la sua casa in Gerusalemme era diventata un rifugio per i discepoli. Lì ricevevano sempre una buona accoglienza e avevano la possibilità di riposarsi. Fu proprio durante una di queste visite degli apostoli alla casa materna, che Marco chiese a Paolo e Barnaba se poteva accompagnarli nel loro viaggio missionario. Egli sentiva la bontà di Dio nel suo cuore, e desiderava consacrarsi completamente all’opera del Vangelo.UVI 104.3
“Giunti a Salamina — gli apostoli — annunziarono la parola di Dio nelle sinagoghe de’ Giudei ... Poi, traversata tutta l’isola fino a Pafo, trovarono un certo mago, un falso profeta giudeo, che aveva nome Bar-Gesù, il quale era col proconsole Sergio Paolo, uomo intelligente. Questi, chiamati a sé Barnaba e Saulo, chiese d’udir la parola di Dio. Ma Elima, il mago (perché così s’interpreta questo suo nome), resisteva loro, cercando di stornare il proconsole dalla fede”. Atti 13:5-8 (Luzzi).UVI 104.4
Satana cerca sempre di intralciare l’edificazione del regno di Dio su questa terra. Le forze del male sono continuamente all’opera per ostacolare le persone che hanno il compito di diffondere il Vangelo. Queste potenze dell’oscurità sono specialmente attive quando la verità viene proclamata a uomini di buona reputazione e rigorosa integrità. Questo stava succedendo mentre il proconsole di Cipro ascoltava il messaggio del Vangelo. Il proconsole aveva chiamato gli apostoli per essere istruito nel messaggio che essi predicavano; e ora le forze del male, operando mediante il mago Elima, con i loro deleteri suggerimenti, tentavano di distoglierlo dalla fede, e di ostacolare il piano di Dio.UVI 104.5
Satana lavora sempre in questa maniera per trattenere nelle sue file uomini di alto rango che, se convertiti, potrebbero rendere un efficace servizio alla causa di Dio. Ma l’operaio del Vangelo non deve temere di essere sopraffatto dalla mano nemica; perché egli ha il privilegio di essere rivestito della potenza divina e può affrontare qualsiasi influsso satanico.UVI 105.1
Sebbene fosse violentemente attaccato da Satana, Paolo ebbe il coraggio di rimproverare colui mediante il quale il nemico stava agendo. “Paolo, pieno dello Spirito Santo, guardandolo fisso, gli disse: O pieno d’ogni frode e d’ogni furberia, figliuol del diavolo, nemico d’ogni giustizia, non cesserai tu di pervertir le diritte vie del Signore? Ed ora, ecco, la mano del Signore è sopra te, e sarai cieco, senza vedere il sole, per un certo tempo. E in quell’istante, caligine e tenebre caddero su lui; e andando qua e là cercava chi lo menasse per la mano. Allora il proconsole, visto quel che era accaduto, credette, essendo stupito dalla dottrina del Signore”. Atti 13:9-12 (Luzzi).UVI 105.2
Il mago aveva chiuso gli occhi all’evidenza della verità del Vangelo, e il Signore, nella sua giusta ira, lo accecò, impedendogli di vedere la luce del giorno. Questa cecità non fu permanente ma solo temporanea, per avvertirlo di pentirsi e di cercare il perdono di Dio che egli aveva gravemente offeso. La confusione nella quale il mago si ritrovò, rese inefficace la sua subdola magia contro la dottrina di Cristo. Il fatto che ora egli fosse costretto a brancolare nel buio, dimostrava che i miracoli compiuti dagli apostoli — che Elima aveva denunciato come giochi di prestigio — erano invece attuati dalla potenza di Dio. Il proconsole, convinto della verità della dottrina insegnata dagli apostoli, accettò il Vangelo.UVI 105.3
Elima non era un uomo erudito, tuttavia era particolarmente adatto a svolgere l’opera di Satana. I predicatori della verità divina incontreranno il vile avversario sotto molte differenti forme. A volte egli agirà mediante persone istruite, ma molto più spesso egli agirà mediante persone ignoranti. Egli le istruisce affinché diventino degli strumenti efficaci per ingannare le anime. Ogni ministro di Dio deve rimanere saldo nella propria posizione, temendo Dio e confidando nella sua onnipotenza. Solo così potrà confondere gli agenti di Satana e trionfare nel nome del Signore.UVI 105.4
Paolo e i suoi compagni continuarono il loro viaggio e arrivarono a Perga di Panfilia. Il loro cammino era stato faticoso. Essi avevano incontrato difficoltà e privazioni ed erano stati circondati da molti pericoli. Nei paesi e nelle città che avevano visitato come pure lungo le solitarie strade erano stati continuamente circondati da pericoli visibili e invisibili. Ma Paolo e Barnaba avevano imparato a confidare nella potenza liberatrice di Dio. I loro cuori erano colmi di zelo e di amore per le anime cadute. Come i buoni pastori che cercano la pecorella smarrita, così essi non pensavano alla loro comodità e convenienza. Dimenticando se stessi, non erano vacillati quando avevano dovuto affrontare la stanchezza, la fame e il freddo. Essi avevano in mente un solo oggetto: la salvezza di coloro che vagavano lontani dal sicuro ovile.UVI 105.5
Fu qui che Marco, sopraffatto dal timore e dallo scoraggiamento, indugiò, per un certo tempo, a consacrarsi all’opera del Signore. Non essendo abituato alle difficoltà, fu scoraggiato dai pericoli e dalle privazioni del viaggio. In circostanze favorevoli Marco aveva lavorato con successo; ma ora, nel mezzo dell’opposizione e dei pericoli che assalgono così spesso i pionieri, egli non riuscì a sopportare i disagi come un buon soldato della croce. Non aveva ancora imparato ad affrontare con coraggio i pericoli, la persecuzione e le avversità. Mentre gli apostoli avanzavano, affrontando difficoltà sempre più grandi, Marco si scoraggiò, rifiutò di proseguire il viaggio e ritornò a Gerusalemme.UVI 106.1
Questa diserzione condusse Paolo a giudicare Marco sfavorevolmente e anche severamente, per un certo tempo. Barnaba invece era incline a scusarlo a causa della sua inesperienza. Egli desiderava che Marco non abbandonasse il ministero, perché aveva vedute in lui delle qualità che lo avrebbero reso un utile operaio di Cristo. Anni dopo, la sua sollecitudine nei riguardi di Marco fu largamente ricompensata, perché il giovane si consacrò completamente al Signore e all’opera di evangelizzazione in luoghi difficili. Con la benedizione di Dio e sotto la guida di Barnaba, divenne un operaio di grande valore.UVI 106.2
In seguito, Paolo si riconciliò con Marco, e lo accettò come suo compagno di lavoro. Lo raccomandò anche ai colossesi come un suo collaboratore “per il regno di Dio” (Colossesi 4:11, Luzzi) che gli aveva recato conforto. E di nuovo, poco prima della sua morte, Paolo parlò di Marco come di un uomo che gli era stato “molto utile per il ministero”. 2 Timoteo 4:11 (Luzzi).UVI 106.3
Dopo la partenza di Marco, Paolo e Barnaba visitarono Antiochia di Pisidia, e di sabato si recarono alla sinagoga giudaica, e si sedettero. “E dopo la lettura della legge e dei profeti, i capi della sinagoga mandarono a dir loro: Fratelli, se avete qualche parola d’esortazione da rivolgere al popolo, ditela. Allora Paolo, alzatosi, e fatto cenno con la mano, disse: Uomini israeliti, e voi che temete Iddio, udite”. Atti 13:15, 16 (Luzzi). Poi predicò un meraviglioso messaggio. Cominciò raccontando la maniera in cui Dio aveva trattato con i giudei, fin dalla loro liberazione dalla schiavitù egiziana, e di come un Salvatore era stato promesso dal seme di Davide. Paolo coraggiosamente dichiarò: “Dalla progenie di lui Iddio, secondo la sua promessa, ha suscitato a Israele un Salvatore nella persona di Gesù, avendo Giovanni, prima della venuta di lui, predicato il battesimo del ravvedimento a tutto il popolo d’Israele. E come Giovanni terminava la sua carriera diceva: Che credete voi che io sia? Io non sono il Messia; ma ecco, dietro a me viene uno, del quale io non son degno di sciogliere i calzari”. Atti 13:23-25 (Luzzi). Con potenza, Paolo predicò che Gesù era il Salvatore dell’umanità, il Messia profetizzato.UVI 106.4
Avendo fatta questa dichiarazione, Paolo continuò: “Fratelli miei, figliuoli della progenie d’Abramo, e voi tutti che temete Iddio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza. Poiché gli abitanti di Gerusalemme e i loro capi, avendo disconosciuto questo Gesù e le dichiarazioni de’ profeti che si leggono ogni sabato, le adempirono, condannandolo”. Atti 13:26, 27 (Luzzi).UVI 107.1
Paolo non esitò a riferire la piena verità circa il rigetto del Salvatore da parte dei capi giudei. “E benché non trovassero in lui nulla che fosse degno di morte, chiesero a Pilato che fosse fatto morire. E dopo ch’ebber compiute tutte le cose che erano scritte di lui, lo trassero giù dal legno, e lo posero in un sepolcro. Ma Iddio lo risuscitò dai morti; e per molti giorni egli si fece vedere da coloro ch’eran con lui saliti dalla Galilea a Gerusalemme, i quali sono ora suoi testimoni presso il popolo”. Atti 13:28-31 (Luzzi).UVI 107.2
“Noi vi rechiamo la buona novella che la promessa fatta ai padri, Iddio l’ha adempiuta per noi, loro figliuoli, risuscitando Gesù, siccome anche è scritto nel salmo secondo: “Tu sei il mio Figliuolo, oggi Io ti ho generato”. E siccome lo ha risuscitato dai morti per non tornar più nella corruzione, Egli ha detto così: “Io vi manterrò le sacre e fedeli promesse fatte a Davide”. Difatti egli dice anche in un altro luogo: “Tu non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione”. Poiché Davide, dopo aver servito al consiglio di Dio nella sua generazione, si è addormentato, ed è stato riunito coi suoi padri, e ha veduto la corruzione; ma colui che Dio ha risuscitato, non ha veduto corruzione”. Atti 13:32-37 (Luzzi).UVI 107.3
Ora, avendo parlato chiaramente dell’adempimento delle familiari profezie riguardanti il Messia, Paolo predicò loro il pentimento e il perdono dei peccati mediante i meriti di Gesù, loro Salvatore. Egli disse: “Siavi dunque noto, fratelli, che per mezzo di lui v’è annunziata la remissione dei peccati; e per mezzo di lui, chiunque crede è giustificato di tutte le cose delle quali voi non avete potuto esser giustificati per la legge di Mosè”. Atti 13:38, 39 (Luzzi).UVI 107.4
Lo Spirito di Dio accompagnò le parole pronunciate, e molti cuori furono sensibilizzati dal suo influsso. Gli apostoli, riferendosi alle profezie dell’Antico Testamento e dichiarando che queste erano state adempiute nel ministero di Gesù di Nazareth, convinsero molti di coloro che bramavano l’avvento del Messia promesso. Le rassicuranti parole di Paolo circa la buona notizia della salvezza sia per i giudei che per i Gentili, portarono speranza e gioia a quanti non appartenevano alla discendenza di Abramo.UVI 108.1
“Or, mentre uscivano, furono pregati di parlar di quelle medesime cose al popolo il sabato seguente. E dopo che la raunanza si fu sciolta, molti de’ Giudei e de’ proseliti pii seguiron Paolo e Barnaba; i quali, parlando loro, li persuasero a perseverare nella grazia di Dio”. Atti 13:42, 43 (Luzzi).UVI 108.2
Il discorso di Paolo suscitò molto interesse in Antiochia di Pisidia, e “il sabato seguente, quasi tutta la città si radunò per udir la parola di Dio. Ma i Giudei, vedendo le moltitudini, furon ripieni d’invidia, e bestemmiando contraddicevano alle cose dette da Paolo”. Atti 13:44, 45 (Luzzi).UVI 108.3
“Ma Paolo e Barnaba, dissero loro francamente: Era necessario che a voi per i primi si annunziasse la parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci volgiamo ai Gentili. Perché così ci ha ordinato il Signore, dicendo: Io ti ho posto per esser luce de’ Gentili, affinché tu sia strumento di salvezza fino alle estremità della terra”. Atti 13:46, 47 (Luzzi).UVI 108.4
“E i Gentili, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero”. Atti 13:48 (Luzzi). Essi si rallegrarono grandemente del fatto che Cristo li riconosceva come figli di Dio, ed erano grati per il messaggio che avevano ricevuto. Quelli che credettero si dimostrarono zelanti nel comunicare il Vangelo ad altri, e così “la parola del Signore si spandeva per tutto il paese”. Atti 13:49 (Luzzi).UVI 108.5
Secoli prima, gli scrittori ispirati avevano predetto questa conversione dei Gentili; ma quei messaggi profetici non erano stati ben capiti. Osea aveva detto: “Nondimeno, il numero de’ figliuoli d’Israele sarà come la rena del mare, che non si può misurare né contare; e avverrà che invece di dir loro, come si diceva: “Voi non siete mio popolo’’, sarà loro detto: “Siete figliuoli dell’Iddio vivente”. Osea 1:10 (Luzzi). Di nuovo egli disse: “Io lo seminerò per me in questa terra, e avrò compassione di Lo-ruhama; e dirò a Lo-ammi: “Tu sei il mio popolo!”, ed egli mi risponderà: “Mio Dio”. Osea 2:23 (Luzzi).UVI 108.6
Il Salvatore stesso, durante il suo ministero terreno, predisse la diffusione del Vangelo tra i Gentili. Nella parabola dei cattivi vignaiuoli, ai giudei impenitenti, Egli dichiarò, “Perciò io vi dico che il Regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato ad una gente che ne faccia i frutti”. Matteo 21:43 (Luzzi). E dopo la sua risurrezione, Gesù diede ai suoi discepoli l’incarico di “ammaestrare tutti i popoli” predicando “l’evangelo ad ogni creatura”. Matteo 28:19; Marco 16:15 (Luzzi). Nessuno doveva essere tenuto all’oscuro, tutti gli uomini dovevano essere avvertiti.UVI 109.1
Sebbene Paolo e Barnaba si fossero rivolti ai Gentili di Antiochia di Pisidia, essi non cessarono di lavorare in favore dei giudei. Predicarono ovunque ci fosse una qualche possibilità di essere ascoltati. Più tardi, a Tessalonica, a Corinto, a Efeso e in altri importanti centri, Paolo e i suoi compagni di lavoro, predicarono il Vangelo sia ai giudei che ai Gentili. Ma le loro maggiori energie, da ora in poi, furono utilizzate per l’edificazione del regno di Dio nel territorio pagano, tra gente che sapeva poco o niente del vero Dio e del suo Figlio.UVI 109.2
Paolo e i suoi collaboratori si adoperarono senza riserve per il bene di coloro che erano “senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei, ai patti della promessa, non avendo speranza, ed essendo senza Dio nel mondo”. Per mezzo del loro instancabile ministero, i Gentili, che una volta erano “lontani”, seppero che erano “stati avvicinati mediante il sangue di Cristo”, e che credendo nel suo sacrificio espiatorio, potevano diventare “concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio”. Efesini 2:12, 13, 19 (Luzzi).UVI 109.3
Avanzando in fede, Paolo lavorò incessantemente per l’edificazione del regno di Dio tra la gente che era stata trascurata dai rabbini d’Israele. Egli esaltò costantemente Gesù Cristo come “il Re dei re il Signore dei signori”, ed esortò i credenti a vivere uniti a lui”. “Come case che hanno in lui le loro fondamenta, tenete ferma la vostra fede, nel modo che vi è stato insegnato”. 1 Timoteo 6:15; Colossesi 2:7.UVI 109.4
Per tutti quelli che credono, Cristo è un fondamento sicuro. Su questa pietra vivente, sia giudei che Gentili possono edificare la loro casa. Questa pietra è grande a sufficienza per tutti, forte abbastanza per sostenere il peso del mondo intero. Questo è un fatto che è chiaramente riconosciuto dallo stesso Paolo. Negli ultimi giorni del suo ministero, rivolgendosi a un gruppo di Gentili convertiti che erano rimasti fedeli alla verità del Vangelo, l’apostolo scriveva: “Voi... (siete) stati edificati sul fondamento degli apostoli e de’ profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare”. Efesini 2:19, 20 (Luzzi).UVI 109.5
Mentre ili Vangelo si diffondeva in Pisidia, i giudei increduli di Antiochia, nel loro cieco pregiudizio “sobillarono le donne religiose dell’alta società e gli uomini più importanti della città. Così scatenarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li cacciarono dal loro territorio”. Atti 13:50.UVI 109.6
Gli apostoli non furono scoraggiati da questo trattamento. Ricordarono invece le parole del loro Maestro: “Beati voi, quando v’oltraggeranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro a voi ogni sorta di male per cagion mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande ne’ cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi”. Matteo 5:11, 12 (Luzzi).UVI 110.1
Il messaggio del Vangelo era diffuso ovunque, e gli apostoli avevano tutte le ragioni per sentirsi incoraggiati. I loro sforzi erano stati riccamente benedetti ad Antiochia di Pisidia, e i credenti ai quali avevano lasciato il compito di guidare quella comunità mentre erano assenti, “vivevano nella gioia ed erano pieni di Spirito Santo”. Atti 13:52.UVI 110.2