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Patriarchi e profeti

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    Capitolo 41: L’apostasia al Giordano

    Felici e con una rinnovata fede in Dio, le schiere vittoriose d’Israele tornarono da Basan. Avevano già preso possesso di un vasto territorio e contavano di conquistare immediatamente la terra di Canaan. Ora solo il fiume Giordano li separava dalla terra promessa. Sull’altra sponda si stendeva una fertile e verdeggiante pianura irrigata da corsi d’acqua provenienti da ricche sorgenti e rinfrescata dall’ombra di palme rigogliose. Sul bordo occidentale della pianura si elevavano le torri e i palazzi di Gerico, città circondata da così tante palme da meritarsi il nome di “città delle palme”. Dalla parte orientale del Giordano, tra il fiume e l’altipiano che avevano attraversato, c’era un’altra pianura che si estendeva lungo il fiume per vari chilometri e che per la sua conformazione godeva di un clima tropicale: vi fioriva il sittim o acacia, da cui prendeva il nome. Gli israeliti vi si accamparono, trovando i boschetti di acacia lungo la riva un luogo piacevole.PP 384.1

    Ma proprio in questo paesaggio così bello essi avrebbero dovuto affrontare un nemico più pericoloso delle grosse schiere di uomini armati o delle bestie feroci del deserto. Il paese, così allettante e ricco di risorse naturali, era stato contaminato dai suoi abitanti. Il culto pubblico di Baal, la loro divinità principale, sfociava costantemente in scene estremamente degradanti. Lungo entrambe le rive sorgevano città note per la loro idolatria e licenziosità, i cui nomi suggerivano l’immoralità di quella popolazione.PP 384.2

    Questi luoghi esercitarono un influsso negativo sugli israeliti che presto si abituarono ai pensieri abietti che questi luoghi ispiravano continuamente. Quella vita facile e oziosa ebbe presto conseguenze negative per il popolo che, quasi senza rendersene conto, si allontanò da Dio esponendosi a forti tentazioni.PP 384.3

    Nel periodo in cui gli israeliti rimasero accampati presso il Giordano, Mosè fu impegnato insieme ai capi nei preparativi per occupare Canaan. Proprio durante questo periodo di attesa e incertezza il popolo fu maggiormente tentato e, nel giro di poche settimane, conobbe la maggiore degradazione mai raggiunta nella sua storia.PP 384.4

    All’inizio i rapporti tra gli israeliti e i pagani che abitavano quelle zone erano sporadici, ma successivamente le donne madianite cominciarono a entrare furtivamente nel campo. La cosa non destò allarme e fu condotta in modo così prudente da non attirare l’attenzione di Mosè. Lo scopo che queste donne perseguivano, unendosi agli ebrei, era quello di sedurli facendo loro trasgredire la legge di Dio e attirando la loro attenzione sui riti e sui costumi pagani per indurli a cedere all’idolatria. Queste intenzioni erano nascoste sotto una parvenza di amicizia, in modo da non essere sospettate neanche dai capi del popolo.PP 384.5

    Dietro suggerimento di Balaam, il re di Moab indisse una grande festa in onore dei propri dèi, accordandosi segretamente con lui affinché invitasse gli israeliti a parteciparvi. Per Balaam non era difficile mettere in atto quel piano perché era considerato dagli israeliti profeta di Dio. Furono molti coloro che parteciparono ai festini, avventurandosi su un terreno proibito, cadendo così nella trappola di Satana. Sedotti dalla musica, dalle danze e dalla bellezza delle vestali, non si curarono di rimanere fedeli a Dio. Unendosi all’allegria dei festeggiamenti, indulsero nel bere vino, e questo offuscò i loro sensi e la loro capacità di autocontrollo. Erano dominati dalle passioni e dopo aver così soffocato le loro coscienze cedettero e si inchinarono davanti agli idoli: offrirono sacrifici su altari pagani e parteciparono ai riti più degradanti.PP 385.1

    Non ci volle molto tempo perché il veleno mortale si diffondesse come un’epidemia per tutto il campo d’Israele. Coloro che avrebbero dovuto sconfiggere i nemici in battaglia furono vinti dall’astuzia delle donne pagane. Sembrava che gli israeliti fossero infatuati. I capi e gli uomini influenti furono tra i primi a trasgredire la legge, e così tanti si macchiarono di questa colpa, che ben presto l’apostasia si diffuse tra il popolo. “Israele si unì a Baal-Peor”. Quando Mosè si rese conto della grave situazione, vide che l’inganno dei loro nemici aveva avuto tanto successo che non solo gli israeliti partecipavano all’adorazione licenziosa sul monte Peor, ma anche nel loro campo cominciavano ad affermarsi questi riti pagani, e si indignò profondamente mentre esplodeva anche l’ira di Dio.PP 385.2

    L’apostasia provocò fra gli israeliti ciò che non avevano potuto fare gli incantesimi di Balaam: essi si separarono da Dio. Il Signore punì subito il popolo rendendolo consapevole dell’enormità del suo peccato. Nel campo si abbatté una terribile pestilenza in seguito alla quale morirono decine di migliaia di israeliti. Dio ordinò che i responsabili di quell’apostasia venissero condannati dai giudici e messi a morte. L’ordine fu eseguito e i colpevoli furono prima uccisi e poi appesi in modo da essere visti da tutti gli israeliti che, considerando come erano stati trattati i loro capi, avrebbero compreso profondamente l’orrore che Dio provava per i loro peccati e anche quale terribile ira divina incombesse su di loro.PP 385.3

    Tutti riconobbero l’adeguatezza della punizione e la gente raggiunse rapidamente il tabernacolo confessando con lacrime e profonda umiliazione i propri peccati. Mentre gli israeliti stavano piangendo davanti a Dio, alla porta del tabernacolo, le piaghe stavano ancora facendo strage e i giudici eseguivano il loro terribile compito, Zimri, uno dei nobili d’Israele, entrò nel campo seguito da una prostituta madianita, una principessa “di una casa patriarcale in Madian”, che egli accompagnò sino alla sua tenda. Mai l’immoralità era stata più sfrontata. Zimri, accecato dal vino, mentre i sacerdoti e i capi d’Israele erano prostrati per il dolore e l’umiliazione, e piangevano all’ingresso della “tenda di convegno” implorando che il Signore risparmiasse il suo popolo, si vantò della sua decisione in pieno giorno davanti al popolo, come per sfidare l’ira divina e deridere i giudici. Fineas, figlio del sommo sacerdote Eleazar, si alzò e, con in mano un giavellotto “andò dietro a quell’uomo d’Israele nella sua tenda” e lo uccise insieme alla donna. La piaga cessò e mentre i sacerdoti che avevano eseguito gli ordini divini furono onorati da tutto Israele, il sacerdozio fu confermato alla loro famiglia per sempre.PP 386.1

    Fineas “ha rimossa l’ira mia dai figliuoli d’Israele”, diceva il messaggio divino che continuava così: “Perciò digli ch’io fermo con lui un patto di pace, che sarà per lui e per la sua progenie dopo di lui l’alleanza d’un sacerdozio perpetuo, perch’egli ha avuto zelo per il suo Dio, e ha fatta l’espiazione per i figliuoli d’Israele”. Numeri 25:12, 13.PP 386.2

    Il giudizio che colpì Israele per il peccato di Sittim distrusse i superstiti di quel grande gruppo di cui, quasi quarant’anni prima, era stata profetizzata la morte nel deserto. Il censimento del popolo, ordinato da Dio mentre erano accampati nelle pianure del Giordano, indicò che “non v’era alcuno di quei figliuoli d’Israele de’ quali Mosè e il sacerdote Aaronne avevano fatto il censimento nel deserto del Sinai... E non rimase neppure uno, salvo Caleb, figliuolo di Gefunne, e Giosuè, figliuolo di Nun”. Numeri 26:64, 65.PP 386.3

    I giudizi di Dio si erano abbattuti su Israele perché il popolo si era lasciato sedurre dai madianiti, ma neanche i tentatori dovevano sfuggire alla giustizia divina. Gli amalechiti, che avevano attaccato Israele a Refidim, piombando sugli israeliti più deboli e più stanchi che erano rimasti indietro, furono puniti solo più tardi; ma i madianiti che avevano sedotto gli israeliti erano i nemici più pericolosi e dovevano essere annientati subito, secondo il giudizio divino. “Vendica i figliuoli d’Israele dai madianiti; poi sarai raccolto col tuo popolo” (Numeri 31:2), aveva ordinato Dio a Mosè; quest’ultimo scelse immediatamente da ogni tribù un migliaio di uomini affidandoli alla guida di Fineas. “Essi marciarono dunque contro Madian, come l’Eterno aveva ordinato a Mosè... uccisero pure, con tutti gli altri... cinque re di Madian; uccisero pure con la spada Balaam, figliuolo di Beor”. Numeri 31:7, 8. Anche le donne che erano state fatte prigioniere dall’esercito furono messe a morte per ordine di Mosè; erano le più colpevoli e le più pericolose nemiche d’Israele.PP 386.4

    Fu questa la fine di coloro che macchinarono il male contro il popolo d’Israele. Il salmista dice: “Le nazioni son sprofondate nella fossa che avean fatta il loro piede è stato preso nella rete che aveano nascosta”. Salmi 9:15. “Poiché l’Eterno non rigetterà il suo popolo, e non abbandonerà la sua eredità. Poiché il giudizio tornerà conforme a giustizia”. Quando gli uomini “si gettano assieme contro l’anima del giusto...” il Signore “...farà ricadere sovr’essi la loro propria iniquità, e li distruggerà mediante la loro propria malizia”. Salmi 94:14, 15, 21, 23.PP 387.1

    Quando Balaam fu chiamato a maledire gli ebrei, tutti i suoi incantesimi si dimostrarono inutili, perché il Signore non aveva visto “iniquità in Giacobbe” né aveva notato “perversità in Israele” (Numeri 23:21, 23), ma quando gli ebrei, cedendo alla tentazione trasgredirono la legge di Dio, si privarono del loro difensore. Quando il popolo di Dio è fedele ai suoi comandamenti, non può essere dominato da nessuna magia o divinazione. Satana, quindi, si serve di tutte le sue facoltà e di tutta la sua astuzia per farlo peccare. Se coloro che si professano depositari della legge di Dio, si allontanano dal Signore e trasgrediscono i suoi precetti, non potranno resistere ai loro nemici.PP 387.2

    Gli israeliti che non potevano essere sopraffatti dagli eserciti o dagli incantesimi di Madian, caddero vittime delle sue prostitute. E’ questo il potere che la donna al servizio di Satana aveva sfruttato per prendere in trappola e distruggere molti: “Molti ne ha fatti cadere feriti a morte, e grande è la moltitudine di quelli che ha uccisi”. Proverbi 7:26. Fu in questo modo che i figli di Set vennero sedotti. Così fu tentato Giuseppe; così Sansone lasciò la forza, con cui doveva difendere Israele, nelle mani dei filistei; così cadde Davide; e Salomone, il re più saggio, chiamato il prediletto del suo Dio, divenne schiavo di passioni al cui fascino sacrificò la sua onestà.PP 387.3

    “Or queste cose avvennero loro per servire d’esempio, e sono state scritte per ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi. Perciò, chi si pensa di star ritto, guardi di non cadere”. 1 Corinzi 10:11, 12. Satana sa bene come trattare l’uomo. Conosce, perché li ha studiati con diabolico impegno per migliaia di anni, gli aspetti più vulnerabili di ogni carattere. E di generazione in generazione ha combattuto per abbattere gli uomini più forti, i prìncipi d’Israele, con la stessa tentazione che ebbe tanto successo a Baal-Peor. In tutte le epoche molte persone hanno fatto naufragio per essersi incagliate nelle rocce dell’indulgenza sessuale. A mano a mano che ci avviciniamo ai tempi della fine e il popolo di Dio raggiunge i confini della Canaan celeste, Satana, come nel passato, raddoppia i suoi sforzi per evitare che esso entri nella terra promessa. Egli tende trappole a tutti. Non sono solo gli ignoranti e gli incapaci che devono temerlo; egli tenta coloro che occupano le posizioni più elevate, che hanno i compiti più sacri, e se riesce a corromperli potrà, grazie a loro, distruggerne molti altri. Ancora oggi, come tremila anni fa, si serve degli stessi metodi: convince a violare il settimo comandamento con le amicizie, il fascino della bellezza, il piacere, l’ebbrezza dei festini.PP 387.4

    Satana, prima di indurre Israele all’idolatria lo tentò con il libertinaggio. Coloro che disonorano l’immagine di Dio e contaminano il suo tempio, cioè la propria persona, disonoreranno senza scrupoli Dio, realizzando i desideri dei loro cuori corrotti. L’indulgenza dei sensi indebolisce la mente e degrada lo spirito. Le facoltà intellettuali e morali sono intorpidite e paralizzate quando vengono soddisfatte le tendenze istintive; e chi è schiavo delle proprie passioni non può rendersi conto degli obblighi sacri che implica la legge di Dio, né può apprezzare l’espiazione, né comprendere il valore di una persona. La bontà, la purezza, la verità, il timore di Dio, l’amore per le cose sacre — tutti sentimenti santi e desideri nobili che legano l’uomo al mondo celeste — sono consumati nel fuoco della sensualità. La persona diventa un oscuro e desolato deserto, dimora di spiriti maligni e “uccelli immondi”. Creato all’immagine di Dio, l’uomo si degrada sino ai livelli più infimi.PP 388.1

    L’unione con i pagani e la partecipazione ai loro festini aveva indotto gli ebrei a trasgredire la legge di Dio, attirando sulla nazione i castighi divini. Anche oggi Satana induce i discepoli del Cristo a peccare, invitandoli a unirsi agli empi e a partecipare ai loro divertimenti. “Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo”. 2 Corinzi 6:17. Dio richiede al suo popolo che si distingua nettamente dal mondo, negli usi, nelle abitudini e nei princìpi, proprio come lo aveva richiesto all’antico Israele. Se esso segue fedelmente l’insegnamento della sua Parola, questa distinzione necessariamente si evidenzierà. Gli avvertimenti dati agli ebrei per impedire che si unissero ai popoli pagani non erano più diretti ed espliciti di quelli che proibiscono ai cristiani di conformarsi allo spirito e alle abitudini degli empi. Il Cristo dice: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo l’amor del Padre non è in lui”. 1 Giovanni 2:15. “...Non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chiunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio”. Giacomo 4:4. I discepoli del Cristo si devono separare dai peccatori e devono stare con loro solo quando c’è la possibilità di fare il bene. Non bisogna evitare sempre la compagnia di quanti con il loro influsso ci possono allontanare da Dio, ma quando preghiamo dicendo “Non indurci in tentazione”, per quanto ci è possibile, dobbiamo evitare la tentazione.PP 388.2

    Gli israeliti furono indotti a peccare quando si trovarono in una situazione di comodità e sicurezza. Fu allora che cominciarono a perdere di vista il loro Dio e trascurarono la preghiera confidando sempre più in loro stessi. Vivere fra gli agi e abbandonarsi al soddisfacimento dei piaceri lascia indifeso l’animo umano e favorisce pensieri negativi. Erano stati dei traditori all’interno delle mura che avevano abbattuto la roccaforte e ingannato Israele, abbandonandolo nelle mani di Satana. È così che cerca ancora di provocare la rovina dell’uomo. Prima che il cristiano commetta un peccato palese, dentro di lui si scatena una lunga lotta; l’uomo puro e santo non diventa subito depravato: ci vuole tempo per corrompere e rendere criminali, e infine brutali e diabolici, coloro che sono stati creati a immagine di Dio. L’uomo subisce l’influsso di ciò che contempla, e abbandonandosi a pensieri impuri può modificare talmente il proprio modo di vedere, da trovare piacevole il peccato che un tempo detestava.PP 389.1

    Satana si serve di ogni mezzo per diffondere i delitti e i vizi più degradanti. È impossibile percorrere le strade delle nostre città senza imbattersi in vistosi manifesti relativi a romanzi o rappresentazioni teatrali di crimini efferrati. In questo modo ci si abitua al peccato. Le riviste presentano alla gente tutto ciò che è vile e abbietto; le passioni eccitanti vengono raccontate sotto forma di storie piccanti. Anche le persone dalla coscienza più sensibile, che ascoltano o leggono il resoconto di questi delitti invece di respingerne con orrore i racconti, provano un interesse morboso e soffocano la propria coscienza.PP 389.2

    Oggi, quasi tutti i divertimenti del mondo, praticati perfino da coloro che sostengono di essere cristiani, tendono agli stessi fini di quelli degli antichi pagani: l’autodistruzione. Attraverso il teatro Satana agisce da secoli per eccitare le passioni e glorificare il vizio. Egli si serve degli spettacoli grandiosi e della musica avvincente dell’opera, ricorre al ballo mascherato, alla danza, al gioco delle carte per infrangere le barriere morali e aprire le porte alla sensualità. In tutti i divertimenti dove vengono incoraggiati l’orgoglio e le passioni, dove si tende a dimenticare Dio e a perdere di vista gli interessi eterni, Satana è all’opera per conquistare gli animi.PP 389.3

    “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita” (Proverbi 4:23), consiglia il sapiente. Se il cuore non sarà rinnovato dalla grazia divina, si cercherà invano di vivere in maniera pura. Colui che vuole ottenere un carattere nobile e virtuoso a prescindere dalla grazia di Cristo, costruisce una casa sulle sabbie mobili, appena la violenta tempesta della tentazione sopraggiungerà, sarà sicuramente abbattuta. Ognuno dovrebbe rivolgere al Signore questa preghiera di Davide: “O Dio, crea in me un cuor puro e rinnova in me uno spirito ben saldo”. Salmi 51:10. Dopo aver accettato i doni di Dio, dobbiamo tendere verso la perfezione, tramite la “...potenza di Dio, mediante la fede...”. 1 Pietro 1:5.PP 390.1

    Noi, comunque, dobbiamo fare la nostra parte per resistere alla tentazione. Coloro che non vogliono essere vittime degli inganni di Satana, devono stare attenti a ciò che i loro sensi percepiscono. Devono evitare di leggere, guardare o ascoltare tutto ciò che suggerirebbe loro pensieri impuri. Non ci si dovrebbe soffermare su quello che l’avversario suggerisce. “Avendo cinti i fianchi della vostra mente...” dice l’apostolo Pietro “e stando sobri... non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato quand’eravate nell’ignoranza: ma come Colui che vi ha chiamati e santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta”. 1 Pietro 1:13-15.PP 390.2

    L’apostolo Paolo afferma: “Del rimanente, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, sian oggetto dei vostri pensieri”. Filippesi 4:8. Affinché ciò si realizzi, occorre pregare con impegno e vegliare incessantemente. Noi dobbiamo ricevere l’aiuto costante dello Spirito Santo che attira la mente verso l’alto abituandola a pensare a ciò che è puro e santo; e dobbiamo studiare con impegno la Parola di Dio. “Come renderà il giovane la sua via pura? Col badare ad essa secondo la tua parola”. “Io ho riposto la tua parola nel mio cuore”, aggiunge il salmista, “per non peccare contro di te”. Salmi 119:9, 11.PP 390.3

    Come il peccato commesso da Israele a Baal-Peor attirò sulla nazione i giudizi di Dio, anche oggi gli stessi errori saranno puniti adeguatamente anche se non con la stessa rapidità. “Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui”. 1 Corinzi 3:17. La natura ha imposto conseguenze terribili per questi delitti, pene che presto o tardi ogni trasgressore sconterà. Sono stati soprattutto questi i peccati che hanno determinato la degenerazione dell’uomo diffondendo il male e la miseria che affliggono il mondo. Gli uomini possono riuscire a nascondere la loro trasgressione davanti ai propri simili, ma ciò non risparmierà loro le conseguenze: la sofferenza, la malattia, la pazzia e la morte. E oltre a questa vita vi è il tribunale in cui saranno sancite condanne di portata eterna. “...Quelli che fanno tali cose non erederanno il regno di Dio” (Galati 5:21), ma insieme a Satana e agli angeli saranno “gettati nello stagno di fuoco” che è “la morte seconda”. Apocalisse 20:14.PP 390.4

    “Poiché le labbra dell’adultera stillano miele, e la sua bocca è più morbida dell’olio; ma la fine a cui mena è amara come l’assenzio, è acuta come una spada a due tagli”. Proverbi 5:3, 4. “Tieni lontana da lei la tua via, e non t’accostare alla porta della sua casa, per non dare ad altri il fiore della tua gioventù, e i tuoi anni al tiranno crudele; perché degli stranieri non si saziano de, tuoi beni, e le tue fatiche non vadano in casa d’altri; perché tu non abbia a gemere quando verrà la tua fine, quando la tua carne e il tuo corpo saranno consumati”. Proverbi 5:8-11. “Poiché la sua casa pende verso la morte... Nessuno di quelli che vanno da lei ne ritorna...”. Proverbi 2:18, 19. “...I suoi convitati son nel fondo del soggiorno de’ morti”. Proverbi 9:18.PP 391.1

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