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Patriarchi e profeti

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    Capitolo 73: Gli ultimi anni di Davide

    La disfatta di Absalom non portò immediatamente la pace nel regno. Alla rivolta aveva partecipato una parte talmente consistente del popolo che Davide non poteva tornare nella capitale esercitando la stessa autorità di prima senza un invito delle tribù. Nella confusione che seguì la sconfitta di Absalom, non ci fu nessuna azione sollecita e decisa per richiamare il re, e quando alla fine Giuda si incaricò di confermare Davide come sovrano, nacque una tale gelosia fra le altre tribù da provocare una controrivoluzione che comunque fu rapidamente sedata. Poi in Israele tornò la pace.PP 624.1

    La storia di Davide offre una delle testimonianze più impressionanti dei pericoli in cui incorrono coloro che desiderano e ricercano potere, ricchezze e onori terreni. Pochi uomini, però, hanno affrontato così tante prove, come questo re, da cui trarre importanti lezioni per superare questi pericoli. Durante l’infanzia Davide, come pastore, imparò a lavorare con pazienza, a essere umile e occuparsi con cura del suo gregge. In contatto con la natura, isolato fra le colline sviluppò il talento per la musica e la poesia e rivolse il suo pensiero verso il Creatore; la disciplina imparata nei lunghi anni di vita solitaria trascorsi nel deserto aveva sviluppato il coraggio, la forza d’animo, la pazienza e la fede in Dio. Tutto ciò era stato voluto da Dio per prepararlo a regnare su Israele. Davide aveva goduto delle preziose esperienze dell’amore di Dio e ne aveva ricevuto abbondantemente lo Spirito. L’esperienza di Saul, inoltre, gli aveva dimostrato quanto poco valore avesse la semplice saggezza umana e nonostante tutto ciò, il successo e gli onori avevano talmente indebolito il carattere di Davide da essere più volte sopraffatto dal tentatore.PP 624.2

    I rapporti con i popoli pagani lo indussero a seguire i loro costumi e accesero nel suo animo l’ambizione per la grandezza terrena. Israele doveva essere onorato come popolo dell’Eterno ma gli ebrei, sentendosi sempre più orgogliosi e confidando nelle proprie possibilità, non accontentandosi di questo primato si preoccuparono di confrontarsi con le altre nazioni, esponendosi alla tentazione. Intendendo estendere i propri territori fra le nazioni pagane, Davide decise di incrementare l’adesione all’esercito introducendo il servizio militare obbligatorio. Ciò rendeva necessario un censimento della popolazione. Questa iniziativa era suggerita dall’orgoglio e dall’ambizione del re, perché il calcolo della popolazione avrebbe mostrato il contrasto fra la debolezza del regno nel momento in cui Davide era asceso al trono e la forza e la prosperità che aveva acquisito durante la sua sovranità. Inoltre ciò avrebbe sviluppato ulteriormente la già eccessiva fiducia nelle possibilità sia del re sia del popolo. Le Scritture affermano: “Or Satana si levò contro Israele, e incitò Davide a fare il censimento d’Israele”. 1 Cronache 21:1.PP 624.3

    Il benessere d’Israele, sotto il regno di Davide, era dovuto più alla benedizione di Dio che all’abilità del re o alla forza dell’esercito. Ma l’incremento delle forze militari del regno avrebbe dato alle nazioni vicine l’impressione che Israele confidasse nel proprio esercito piuttosto che nella potenza dell’Eterno.PP 625.1

    Per quanto gli israeliti fossero orgogliosi della loro grandezza nazionale, non accettarono volentieri il piano di Davide, che prevedeva una notevole estensione del servizio militare. La proposta di arruolamento provocò molta insoddisfazione e ciò rese necessario, per l’attuazione del censimento, l’impiego di militari al posto di sacerdoti e magistrati. Lo scopo dell’iniziativa era quindi chiaramente contrario ai princìpi della teocrazia. Perfino Joab, che si era già dimostrato uomo senza scrupoli, contestò l’iniziativa dicendo: “L’Eterno l’Iddio tuo, moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e faccia sì che gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma perché il re mio signore prende piacere nel far questo? Ma l’ordine del re prevalse contro Joab e contro i capi dell’esercito, e Joab e i capi dell’esercito partirono dalla presenza del re per andare a fare il censimento del popolo d’Israele”. 2 Samuele 24:3, 4.PP 625.2

    Prima che il censimento fosse terminato Davide si convinse di aver sbagliato, e condannandosi, disse all’Eterno: “Io ho gravemente peccato in questo che ho fatto; ma ora, o Eterno, perdona l’iniquità del tuo servo, poiché io ho agito con grande stoltezza”. 2 Samuele 24:10.PP 625.3

    La mattina seguente il profeta Gath portò a Davide un messaggio che diceva: “Così dice l’Eterno: Io ti propongo tre cose: sceglitene una, e quella ti farò... Vuoi tu sette anni di carestia nel tuo paese, ovvero tre mesi di fuga dinanzi ai tuoi nemici che t’inseguano, ovvero tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti, e vedi che cosa io debba rispondere a colui che mi ha mandato” concluse il profeta. Il re rispose: “Io sono in una grande angoscia! Ebbene, che cadiamo nelle mani dell’Eterno, giacché le sue compassioni sono immense; ma ch’io non cada nelle mani degli uomini!” 2 Samuele 24:12-14.PP 625.4

    Il paese fu colpito da una pestilenza che uccise settantamila israeliti, ma non aveva ancora invaso la capitale quando “Davide alzando gli occhi, vide l’angelo dell’Eterno che stava tra terra e cielo, avendo in mano una spada sguainata, volta contro Gerusalemme. Allora Davide e gli anziani, coperti di sacchi, si gettarono con la faccia a terra”. E Davide disse a Dio: “Non sono io quegli che ordinai il censimento del popolo? Son io che ho peccato, e che ho agito con tanta malvagità; ma queste pecore, che hanno fatto? Ti prego, o Eterno, mio Dio, si volga la tua mano contro di me e contro la casa di mio padre, ma non contro il tuo popolo per colpirlo col flagello!” 1 Cronache 21:16, 17.PP 626.1

    Il censimento non era stato accettato positivamente dagli israeliti, tuttavia anch’essi avevano accarezzato gli stessi peccati che avevano ispirato l’azione di Davide. Così come il Signore aveva punito Davide attraverso il peccato di Absalom, attraverso l’errore di Davide punì i peccati d’Israele. L’angelo sterminatore si era fermato fuori Gerusalemme sul monte Moriah “presso l’aia di Aruana, il Gebuseo”. 2 Samuele 24:16. Seguendo le istruzioni del profeta, Davide salì sul monte dove eresse un altare all’Eterno “poi edificò quivi un altare all’Eterno, offrì olocausti e sacrifizi di azioni di grazie, e invocò l’Eterno, il quale gli rispose mediante il fuoco, che discese dal cielo sull’altare dell’olocausto”. 1 Cronache 21:26. “Così l’Eterno fu placato verso il paese, e la piaga cessò d’infierire sul popolo”. 2 Samuele 24:25.PP 626.2

    Il luogo sul quale fu eretto l’altare, che da allora in poi sarebbe stato considerato sacro, fu offerto in dono al re da Ornan. Ma il sovrano declinò l’offerta dicendo: “No, io comprerò da te queste cose per il loro prezzo e non offrirò all’Eterno, al mio Dio, olocausti che non mi costino nulla. E Davide comprò l’aia e i buoi per cinquanta sicli d’argento”. 2 Samuele 24:24. Questo luogo, memorabile perché su di esso Abramo aveva eretto l’altare per immolarvi il figlio, e ora reso santo per questa grande liberazione, sarebbe stato scelto come sede del tempio costruito da Salomone.PP 626.3

    Ma un altro problema avrebbe ancora offuscato gli ultimi anni di Davide. Settant’anni di vita, passati prima tra i pericoli e le difficoltà delle continue fughe, poi in molte guerre e attraverso le preoccupazioni e i dolori degli ultimi tempi, lo avevano fiaccato. Sebbene la sua mente fosse lucida e attiva, la debolezza fisica e l’età, unita al desiderio di solitudine, in un primo tempo gli evitarono una forte preoccupazione per ciò che stava accadendo nel regno. Ancora una volta la ribellione si sviluppava proprio all’ombra del trono. Un altro frutto dell’educazione di Davide si stava per manifestare.PP 626.4

    Colui che ora aspirava al trono era Adonija “di bellissimo aspetto” (1 Re 1:6) e portamento, ma avventato e senza scrupoli. Aveva avuto un’educazione piuttosto permissiva. “Suo padre non gli aveva mai fatto un rimprovero in vita sua dicendogli: Perché fai cosi?” 1 Re 1:6. E ora Adonija si ribellava all’autorità divina che voleva Salomone come erede al trono. Salomone era più adatto del fratello maggiore a diventare re d’Israele, sia per le sue doti naturali sia per la sua sensibilità religiosa. Tuttavia, nonostante Dio avesse chiaramente manifestato la sua scelta, Adonija riuscì a trovare dei sostenitori. Joab, colpevole di molti crimini, pur essendosi sin da allora dimostrato fedele al re, ora si univa alla cospirazione contro Salomone insieme al sacerdote Abiathar.PP 627.1

    Quando i tempi furono maturi, i cospiratori organizzarono una grande festa proprio al di fuori della città per proclamare re Adonija, ma i loro piani furono ostacolati dall’azione di alcune persone fedeli guidate dal sacerdote Tsadok, dal profeta Nathan e da Bath-Sheba madre di Salomone, i quali presentarono la situazione al re ricordandogli che la volontà divina era che Salomone gli succedesse al trono. La cospirazione fu repressa e i suoi principali promotori furono condannati a morte. La vita di Abiathar fu risparmiata in segno di rispetto per la sua posizione e per la sua precedente fedeltà a Davide, ma gli fu tolto l’incarico di sommo sacerdote che passò alla famiglia di Tsadok. Joab e Adonija furono temporaneamente risparmiati, ma dopo la morte di Davide avrebbero pagato per il crimine commesso. L’esecuzione della sentenza del figlio di Davide completò il quadruplice giudizio che testimoniava l’avversione di Dio per il peccato del padre.PP 627.2

    Sin dall’inizio del suo regno, Davide aveva preso molto a cuore l’idea della costruzione di un tempio al Signore. Aveva dimostrato grande zelo e impegno per la realizzazione di quel progetto che non aveva avuto il permesso di eseguire. Si era procurato una grande quantità di materiali preziosi: oro, argento, onice, pietre di diversi colori, marmo e legni pregiati. E ora tutti questi ricchi tesori dovevano essere affidati ad altri che avrebbero costruito la dimora dell’arca, simbolo della presenza di Dio.PP 627.3

    Vedendo che la sua fine si avvicinava il re convocò i prìncipi d’Israele, insieme ai rappresentanti di tutte le parti del regno, per conferire l’ultimo incarico: occuparsi dell’impresa che stava a cuore a Davide. Egli desiderava così assicurarsi la loro collaborazione e il loro sostegno per la grande opera che doveva essere realizzata. Per il suo stato di debolezza non ci si poteva aspettare che il re potesse occuparsi personalmente della cessione dei preziosi materiali ma ispirato da Dio, con una forza e un fervore maggiori, poté rivolgersi per l’ultima volta al popolo. Parlò loro del suo desiderio di costruire il tempio, e del fatto che il Signore aveva detto che l’opera doveva essere affidata a suo figlio Salomone di cui l’Eterno disse: “Salomone tuo figliuolo sarà quegli che edificherà la mia casa e i miei cortili, poiché io l’ho scelto per mio figliuolo, ed io gli sarò padre. E stabilirò saldamente il suo regno in perpetuo, s’egli sarà perseverante nella pratica dei miei comandamenti e dei miei precetti, com’è oggi”. “Or dunque” disse Davide “in presenza di tutto Israele, dell’assemblea dell’Eterno, e dinanzi al nostro Dio che ci ascolta, io v’esorto a osservare e a prendere a cuore tutti i comandamenti dell’Eterno, ch’è il vostro Dio, affinché possiate rimanere in possesso di questo buon paese, e lasciarlo in eredità ai vostri figliuoli, dopo di voi, in perpetuo”. 1 Cronache 28:6-8.PP 627.4

    Davide aveva imparato per esperienza personale quanto fosse difficile la via di coloro che si allontanano da Dio. Era stato condannato dalla legge infranta, ne aveva subìto le conseguenze e ora con tutta l’anima incitava i capi d’Israele a essere fedeli all’Eterno, e incoraggiava Salomone a ubbidire alla legge di Dio, evitando i peccati che avevano indebolito la sua autorità, che gli avevano reso la vita amara e avevano disonorato il Signore. Davide sapeva che ciò avrebbe richiesto umiltà, costante fiducia in Dio attenzione incessante per resistere alle tentazioni che avrebbero sicuramente assalito Salomone nella sua alta responsabilità. Chi occupa posizioni elevate è particolarmente tentato da Satana. Rivolgendosi al figlio che riconobbe già come successore al trono, Davide aggiunse: “E tu Salomone, figliuol mio, riconosci l’Iddio di tuo padre, e servilo con cuore integro e con animo volenteroso; poiché l’Eterno scruta tutti i cuori, e penetra tutti i disegni e tutti i pensieri. Se tu lo cerchi, Egli si lascia trovare da te; ma, se lo abbandoni, Egli ti rigetterà in perpetuo. Considera ora che l’Eterno ha scelto te per edificare una casa, che serva da santuario; sii forte e mettiti all’opera!” 1 Cronache 28:9, 10.PP 628.1

    Davide dette a Salomone indicazioni dettagliate per costruire il tempio con il modello di ogni sua parte e di tutti gli oggetti del rituale, come gli era stato rivelato per ispirazione divina. Salomone era ancora giovane e di fronte alle pesanti responsabilità che la costruzione del tempio e il governo del popolo di Dio implicavano indietreggiò, ma Davide gli disse: “Sii forte, fatti animo, e mettiti all’opra; non temere, non ti sgomentare; poiché l’Eterno Iddio, il mio Dio, sarà teco; Egli non ti lascerà e non ti abbandonerà”. 1 Cronache 28:20.PP 628.2

    Poi Davide si rivolse nuovamente al popolo dicendo: “Salomone, mio figliuolo, il solo che Dio abbia scelto, è ancora giovane e in tenera età, e l’opera è grande; poiché questo palazzo non è destinato a un uomo ma a Dio, all’Eterno. Ora io ho impiegato tutte le mie forze a preparare per la casa del mio Dio...” (1 Cronache 29:1, 2); ed elencò il materiale che aveva raccolto, aggiungendo: “Per l’affezione che porto per la casa del mio Dio, siccome io posseggo in proprio un tesoro d’oro e d’argento, io lo do alla casa del mio Dio, oltre a tutto quello che ho preparato per la casa del santuario: cioè tremila talenti d’oro, d’oro d’Ofir, e settemila talenti d’argento purissimo, per rivestirne le pareti delle sale. Chi” chiese alla folla che aveva portato generosamente dei doni “è disposto a fare oggi qualche offerta all’Eterno?” 1 Cronache 29:3-5.PP 628.3

    La risposta dell’assemblea era già pronta. “I capi delle case patriarcali, i capi delle tribù d’Israele, i capi delle migliaia e delle centinaia e gli amministratori degli affari del re fecero delle offerte volontarie; e diedero per il servizio della casa di Dio cinquemila talenti d’oro, diecimila darighe, diecimila talenti d’argento, diciottomila talenti di rame, e centomila talenti di ferro. Quelli che possedevano le pietre preziose, le consegnarono... perché fossero riposte nel tesoro della casa dell’Eterno. Il popolo si rallegrò di quelle loro offerte volontarie, perché avean fatte quelle offerte all’Eterno con tutto il cuore; e anche il re Davide se ne rallegrò grandemente”. 1 Cronache 29:6-9.PP 629.1

    “Davide benedisse l’Eterno in presenza di tutta la raunanza, e disse: Benedetto sii tu, o Eterno, Dio del padre nostro Israele, di secolo in secolo! A te, o Eterno, la grandezza, la potenza, la gloria, lo splendore, la maestà, poiché tutto quello che sta in cielo e sulla terra è tuo! A te, o Eterno, il regno; a te, che t’innalzi come sovrano al disopra di tutte le cose! Da te vengono la ricchezza e la gloria; tu signoreggi su tutto; in tua mano sono la forza e la potenza, e sta in tuo potere il far grande e il rendere forte ogni cosa. Or dunque, o Dio nostro, noi ti rendiamo grazie, e celebriamo il tuo nome glorioso. Poiché chi son io, e chi è il mio popolo, che siamo in grado di offrirti volenterosamente cotanto? Giacché tutto viene da te; e noi t’abbiam dato quello che dalla tua mano abbiam ricevuto. Noi siamo dinanzi a te dei forestieri e dei pellegrini, come furon tutti i nostri padri; i nostri giorni sulla terra son come un’ombra, e non v’è speranza. O Eterno, Dio nostro, tutta questa abbondanza di cose che abbiam preparata per edificare una casa a te, al tuo santo nome, viene dalla tua mano, tutta ti appartiene. Io so, o mio Dio, che tu scruti il cuore, e ti compiaci della rettitudine; perciò, nella rettitudine del cuor mio, t’ho fatte tutte queste offerte volontarie, e ho veduto ora con gioia il tuo popolo che si trova qui, farti volenterosamente le offerte sue. O Eterno, o Dio d’Abrahamo, d’Isacco e d’Israele nostri padri, mantieni in perpetuo nel cuore del tuo popolo queste disposizioni, questi pensieri, e rendi saldo il suo cuore in te; e da’ a Salomone, mio figliuolo, un cuore integro, affinch’egli osservi i tuoi comandamenti, i tuoi precetti e le tue leggi, affinché eseguisca tutti questi miei piani, e costruisca il palazzo, per il quale ho fatto i preparativi. Poi Davide disse a tutta la raunanza: Or, benedite l’Eterno, il vostro Dio. E tutta la raunanza benedì l’Eterno, l’Iddio dei loro padri; e s’inginocchiarono, e si prostrarono dinanzi all’Eterno”. 1 Cronache 29:10-20.PP 629.2

    Il re aveva dimostrato un grandissimo interesse nel raccogliere il ricco materiale per costruire e abbellire il tempio, e aveva composto inni gloriosi che in futuro sarebbero echeggiati nei cortili sacri. Ora che i capi degli anziani e i prìncipi d’Israele avevano risposto così positivamente al suo appello e si offrivano per l’importante lavoro che li attendeva, Davide provava una felicità profonda in Dio. A mano a mano che essi offrivano il loro servizio, si dimostravano disposti a fare ancora di più. Aumentavano la quantità di beni e offerte per il tesoro. Davide si era sentito profondamente indegno di raccogliere il materiale per l’opera di Dio e la prontezza con cui risposero i nobili del suo regno, la sincerità con cui dedicarono i loro tesori all’Eterno e consacrarono loro stessi al servizio, lo riempì di gioia. Ma colui che aveva dato le disposizioni al popolo era unicamente Dio e la gloria doveva essere resa a lui, non a un uomo. Egli aveva conferito al popolo le ricchezze terrene e il suo Spirito li aveva indotti a portare doni preziosi per il tempio. Era tutta opera del Signore: se l’amore divino non avesse ispirato i sentimenti del popolo, gli sforzi del re sarebbero stati inutili, e il tempio non sarebbe mai stato costruito.PP 630.1

    Tutto ciò che gli uomini ricevono per generosità divina, appartiene a Dio. Tutte le cose belle e preziose della terra, concesse da Dio sono state affidate agli uomini per metterli alla prova, per sondare quanto sia profondo il loro amore per lui e quanto apprezzino i suoi favori. Le ricchezze sia materiali sia intellettuali, devono essere presentate, come offerta volontaria, ai piedi di Gesù dicendo come Davide: “Tutto viene da te; e noi t’abbiam dato quello che dalla tua mano abbiam ricevuto”. 1 Cronache 29:14.PP 630.2

    Quando Davide sentì che la morte si stava avvicinando aveva ancora un peso sul cuore: la prosperità di Salomone e del regno d’Israele che tanto dipendevano dalla fedeltà del re. “Egli diede i suoi ordini a Salomone suo figliuolo, dicendo: Io me ne vo’ per la via di tutti gli abitanti della terra; fortificati e portati da uomo! Osserva quello che l’Eterno, il tuo Dio, t’ha comandato d’osservare, camminando nelle sue vie e mettendo in pratica le sue leggi, i suoi comandamenti, i suoi precetti, i suoi insegnamenti... affinché tu riesca in tutto ciò che farai e dovunque tu ti volga, e affinché l’Eterno adempia la parola da lui pronunciata a mio riguardo quando disse: “Se i tuoi figliuoli veglieranno sulla loro condotta camminando nel mio cospetto con fedeltà, con tutto il loro cuore e con tutta l’anima loro, non ti mancherà mai qualcuno che segga sul trono d’Israele”. 1 Re 2:1-4.PP 630.3

    Le ultime parole di Davide costituiscono un canto di fiducia, permeato di princìpi nobilissimi e di fede immortale: “Parola di Davide figliuolo d’Isai, parola dell’uomo che fu elevato ad alta dignità, dell’Unto dell’Iddio di Giacobbe, del dolce cantore d’Israele: Lo spirito dell’Eterno ha parlato per mio mezzo... Colui che regna sugli uomini con giustizia, colui che regna con timor di Dio, è come la luce mattutina, quando il sole si leva in un mattino senza nuvole, e col suo splendore, dopo la pioggia, fa spuntare l’erbetta dalla terra. Non è egli così della mia casa dinanzi a Dio? Poich’Egli ha fermato con me un patto eterno, in ogni punto ben regolato e sicuro appieno. Non farà Egli germogliare la mia completa salvezza e tutto ciò ch’io bramo?” 2 Samuele 23:1-5.PP 631.1

    Il peccato di Davide era stato grande, ma il suo pentimento fu profondo, il suo amore ardente e la sua fede ben salda. Egli amava molto perché gli era stato perdonato molto. Cfr. Luca 7:47.PP 631.2

    I salmi di Davide descrivono tutta l’esperienza del credente, dalla disperazione per una colpa commessa consapevolmente e dalla condanna di sé, alla fede più elevata e alla più sublime comunione con Dio.PP 631.3

    Il racconto della sua vita insegna che il peccato genera solo vergogna e dolore, e che l’amore di Dio incoraggerà il pentito che sarà adottato come figlio di Dio. Tra le rassicurazioni che la Parola divina contiene, questa è una delle più incisive testimonianze in favore della fedeltà, della giustizia e del patto di misericordia di Dio.PP 631.4

    L’uomo “fugge come un’ombra, e non dura” (Giobbe 14:2), “ma la parola del nostro Dio sussiste in eterno”. Isaia 40:8. “La benignità dell’Eterno dura ab eterno e in eterno, sopra quelli che lo temono, e la sua giustizia sopra i figliuoli dei figliuoli di quelli che osservano il suo patto, e si ricordano de’ suoi comandamenti per metterli in opra”. Salmi 103:17, 18. “Tutto quello che Dio fa è per sempre”. Ecclesiaste 3:14. Le promesse fatte a Davide e alla sua famiglia sono meravigliose; esse si estendono fino all’eternità e trovano il loro adempimento completo in Cristo. Il Signore ha dichiarato: “Ho fatto questo giuramento a Davide, mio servitore... La mia mano sarà salda nel sostenerlo, e il mio braccio lo fortificherà... La mia fedeltà e la mia benignità saranno con lui, e nel mio nome la sua potenza sarà esaltata. E stenderò la sua mano sul mare, e la sua destra sui fiumi. Egli m’invocherà..., lo farò il primogenito, il più eccelso dei re della terra. Dicendo: Tu sei il mio Padre il mio Dio e la rocca della mia salvezza. Io, gli conserverò la mia benignità in perpetuo, e il mio patto rimarrà fermo con lui... Io renderò la sua progenie eterna, e il suo trono simile ai giorni dei cieli”. Salmi 89:3, 21, 24-29.PP 631.5

    “Egli farà ragione ai miseri del popolo, salverà i figliuoli del bisognoso, e fiaccherà l’oppressore! Ti temeranno finché duri il sole, finché duri la luna, per ogni età...! Ai di d’esso il giusto fiorirà, e vi sarà abbondanza di pace finché non vi sia più luna. Egli signoreggerà da un mare all’altro, e dal fiume fino all’estremità della terra... Il suo nome durerà in eterno, il suo nome sarà perpetuato finché duri il sole, e gli uomini si benediranno a vicenda in lui; tutte le nazioni lo chiameranno beato!” Salmi 72:4-8, 17.PP 632.1

    “Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”. Isaia 9:5.PP 632.2

    “Questi sarà grande, sarà chiamato figliolo dell’Altissimo, e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre ed Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine”. Luca 1:32, 33.PP 632.3

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