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    La crocifissione

    Il Figlio di Dio fu dato nelle mani del popolo per essere crocifisso e fu portato via con grida di trionfo. Egli era debole a causa della stanchezza, del dolore e della perdita di sangue dovuta ai colpi che aveva ricevuto. Nonostante ciò fu costretto a portare la pesante croce su cui sarebbe stato inchiodato. Gesù svenne per il peso. Per tre volte la croce gli fu posta sulle spalle, e per tre volte svenne.PSCR 165.1

    Uno dei suoi discepoli, che non aveva professato apertamente la fede in Cristo ma credeva in lui, fu fermato e caricato della croce che portò fino al luogo del supplizio. Gruppi di angeli erano presenti. Alcuni discepoli di Cristo lo seguirono al Calvario, amaramente addolorati e piangenti. Si ricordarono del suo ingresso trionfale a Gerusalemme, solo alcuni giorni prima, quando lo avevano seguito gridando: “Osanna nell'alto dei cieli!”, coprendo la strada con i loro mantelli e con rami di palma. Avevano sperato che in quel momento assumesse la responsabilità del regno per governare su Israele. Ma tutto era cambiato ora! Le loro speranze illusorie erano state deluse! Non con gioia, non con speranza, con i cuori pervasi da timore e disperazione, seguivano lentamente e tristemente colui che era stato umiliato, rifiutato e ora stava per morire.PSCR 165.2

    Anche la madre di Gesù era presente, con il cuore spezzato da un'angoscia che solo una madre può provare. Nonostante tutto anche lei, come i discepoli, sperava ancora che Cristo compisse un gran miracolo e si liberasse dai suoi assassini. Non poteva sopportare il pensiero che si sarebbe lasciato crocifiggere.PSCR 165.3

    I preparativi si conclusero e Gesù fu posto sulla croce. Furono portati il martello e i chiodi. I cuori dei discepoli erano lacerati dal dolore. La madre di Gesù era prostrata per una sofferenza che andava al di là di ogni sopportazione. Prima che il Salvatore fosse inchiodato sulla croce, i discepoli la allontanarono dalla scena perché non sentisse i colpi sui chiodi che trafiggevano l'osso e il muscolo delle mani e dei piedi. Il volto di Gesù era pallido, e grosse gocce di sudore cadevano dalla sua fronte. Satana esultava per la sofferenza che stava provando il Figlio di Dio, ma temeva che i suoi sforzi per contrastare il piano della salvezza fossero inutili; pensava di aver perso il regno e che lui stesso alla fine sarebbe stato distrutto.PSCR 165.4

    Dopo essere stato inchiodato alla croce, questa fu alzata e sistemata con forza nella fossa scavata nel terreno. Questi spostamenti strapparono la carne di Cristo, provocandogli atroci sofferenze. Inoltre, per rendere la morte di Gesù più vergognosa possibile, due ladri furono crocifissi al suo fianco. I ladri erano stati presi con la forza e, dopo molta resistenza da parte loro, erano stati inchiodati alle loro croci. Gesù, invece, si era sottomesso umilmente. Nessuno aveva avuto bisogno di usare la forza per stendere le sue braccia sulla croce. Mentre i ladri maledicevano i loro esecutori, il Salvatore in agonia pregava per i suoi nemici: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Luca 23:34.PSCR 166.1

    Non era solo un'agonia fisica quella che Cristo provava; i peccati di tutto il mondo pesavano sul suo cuore. Mentre Gesù era lì, sulla croce, alcuni che passavano lo insultavano, e abbassando la testa come se si stessero inchinando davanti a un re, dicevano: “Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se sei il Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce”. Matteo 27:40.PSCR 166.2

    Satana usava le stesse parole utilizzate con Cristo nel deserto: “Se sei il Figlio di Dio”. I capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi dicevano schernendolo: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se lui è il re d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui”. Matteo 27:42. Gli angeli che assistevano alla scena della crocifissione erano indignati mentre i governatori lo deridevano e dicevano: “Se è il Figlio di Dio lasciate che si liberi da solo”. In quel momento avrebbero voluto salvare Gesù e liberarlo, ma non potevano farlo. L'obiettivo della sua missione non era ancora raggiunto.PSCR 166.3

    Mentre Gesù era sulla croce, durante quelle lunghe ore di agonia, non dimenticò sua madre. Ella era ritornata nel luogo di quella terribile scena, perché non poteva rimanere lontana dal Figlio. L'ultima lezione di vita di Gesù fu caratterizzata dalla compassione e dall'umanità. Guardò il volto di sua madre, afflitto per il dolore e poi quello del suo amato discepolo Giovanni. Disse a sua madre: “‘Donna, ecco tuo figlio!’. Poi disse al discepolo: ‘Ecco tua madre!’. E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua”. Giovanni 19:27.PSCR 166.4

    Gesù durante la sua agonia ebbe sete: gli fu offerta da bere una mistura di aceto e fiele, ma quando l'assaggiò, la rifiutò. Gli angeli furono testimoni dell'agonia del loro Capo, ma a un certo punto non riuscirono più a sopportarla e si coprirono il volto, perfino il sole si ritirò da quello scenario. Gesù emise un forte grido, che suscitò un profondo terrore nei suoi assassini: “È compiuto!”. Allora la cortina del tempio si squarciò da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spaccarono e fitte tenebre ricoprirono la terra.PSCR 166.5

    Quando Gesù morì l'ultima speranza dei discepoli sembrò svanire. Molti avevano assistito alle sue sofferenze e alla morte, e la loro tristezza aveva raggiunto il culmine.PSCR 167.1

    Satana non esultò in quel momento come aveva fatto in precedenza. Aveva sperato che il piano della salvezza fallisse, ma esso si era rivelato perfetto. Ora sapeva che Cristo era morto e sarebbe dovuto morire anche lui e il suo regno sarebbe stato dato a Gesù.PSCR 167.2

    Tenne un consiglio con i suoi angeli, non era riuscito a prevalere contro il Figlio di Dio, e ora avrebbe dovuto intensificare gli sforzi e dirigerli contro i discepoli. Avrebbe dovuto impedire al maggior numero di persone possibile di beneficiare della salvezza acquisita da Gesù. In questo modo Satana avrebbe potuto continuare a lavorare contro il regno di Dio. Aveva interesse ad allontanare il maggior numero di persone possibile da Gesù. I peccati di coloro che sono stati redenti con il sangue di Cristo alla fine ricadranno su colui che ne è stato l'istigatore. È lui che dovrà subire il castigo, mentre coloro che non accetteranno la salvezza tramite Gesù subiranno la punizione per i loro peccati.PSCR 167.3

    Cristo ha vissuto la sua vita in povertà, senza onori mondani e senza forme di esibizionismo. La sua umiltà e la sua abnegazione erano in forte contrasto con l'orgoglio e l'indulgenza dei sacerdoti e dei capi del popolo. La sua purezza era un rimprovero continuo per i loro peccati. Essi lo disprezzavano per la sua umiltà, la sua santità e la sua purezza. Ma coloro che lo hanno odiato sulla terra un giorno lo vedranno nella grandezza del cielo e nella gloria ineffabile del Padre.PSCR 167.4

    Nel pretorio Gesù fu circondato da nemici assetati del suo sangue; ma coloro che insensibili a ogni appello gridarono: “Il suo sangue ricada su noi e sui nostri figli”, lo vedranno quando riceverà gli onori di un re. Tutti gli esseri del cielo lo scorteranno cantando inni di vittoria, di trionfo, di potenza, per lui che è morto ma è ritornato in vita come un potente vincitore.PSCR 167.5

    Uomini deboli e miserabili sputarono in faccia al re di gloria, mentre dalla folla si elevava un terribile grido di trionfo per questi insulti degradanti. Quel volto che suscitava l'ammirazione del cielo, che era stato colpito con crudeltà, un giorno risplenderà come il sole a mezzogiorno. Allora essi cercheranno di nascondersi. Quel grido di trionfo selvaggio sarà sostituito dai loro lamenti.PSCR 167.6

    Gesù farà vedere le sue mani con i segni della crocifissione. I segni della crudeltà che ha dovuto sopportare saranno visibili per sempre. Ogni traccia dei chiodi racconterà la storia della meravigliosa redenzione dell'uomo e del prezzo elevato con cui fu acquistata. Proprio gli uomini che trafissero il fianco del Signore della vita, vedranno il segno della lancia e rimpiangeranno con profonda amarezza di aver mutilato quel corpo.PSCR 167.7

    I suoi assassini, contrariati per la scritta “Il re dei Giudei” posta sulla croce, proprio sulla sua testa, in quel giorno saranno obbligati a vederlo in tutta la sua gloria e potenza regali. Sugli abiti e sulla coscia vedranno scritto in caratteri ben visibili: “Re dei re e Signore dei signori”. Quando era sulla croce avevano gridato deridendolo: “Se lui è il Re d'Israele, scenda ora giù dalla croce, e noi crederemo in lui”. In quel giorno lo vedranno in tutta la sua potenza e la sua autorità regale. Non chiederanno nessuna prova della sua identità di Re d'Israele, ma sopraffatti dalla consapevolezza della sua maestà, si sentiranno costretti a riconoscerlo affermando: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”.PSCR 168.1

    II terremoto, le rocce spaccate, l'oscurità su tutta la terra e il forte grido di Gesù: “È compiuto”, mentre stava morendo, avevano turbato i suoi nemici e avevano fatto tremare i suoi assassini. I discepoli rimasero meravigliati di fronte a queste singolari manifestazioni, ma le loro speranze furono infrante. Temevano che i giudei avrebbero cercato anche loro per ucciderli. Erano certi che le manifestazioni di odio nei confronti del Figlio di Dio non si sarebbero fermate al Calvario.PSCR 168.2

    Trascorsero ore in solitudine, piangendo per la loro delusione. Avevano pensato che Gesù avrebbe regnato come un principe terreno, ma le loro speranze morirono con lui. In preda al dolore e alla delusione dubitarono e si chiesero se non fossero stati ingannati. Anche sua madre si chiedeva se fosse proprio lui il Messia.PSCR 168.3

    Nonostante le speranze deluse i discepoli amavano Gesù e desideravano offrirgli una sepoltura onorevole, ma non sapevano come fare. Giuseppe d'Arimatea, un ricco e influente membro del Consiglio dei giudei e un vero discepolo di Gesù, si recò in privato da Pilato e con coraggio lo pregò di dargli il corpo del Salvatore. Non osò farlo apertamente a causa dell'odio del popolo. I discepoli temevano che i giudei avrebbero tentato di impedire che il corpo di Cristo avesse una sepoltura onorevole. Pilato acconsentì alla richiesta e i discepoli presero il corpo senza vita dalla croce, mentre piangevano con una sofferenza profonda per le speranze ormai svanite. Con cura lo avvolsero in un panno di lino e lo misero nella tomba nuova di Giuseppe.PSCR 168.4

    Le donne che avevano seguito umilmente Cristo quando era in vita non abbandonarono il suo corpo prima di aver visto dove lo avrebbero deposto. Una pietra pesante fu collocata davanti alla porta, per evitare che i suoi nemici trafugassero il corpo. Ma non dovevano temere nulla perché vidi che degli angeli controllavano con profondo interesse il luogo in cui riposava Gesù, aspettando di ricevere l'ordine di liberare dalla sua prigione il Re di gloria.PSCR 169.1

    Gli assassini di Cristo temevano che potesse ritornare in vita e sfuggire al loro controllo, quindi chiesero a Pilato delle guardie perché vigilassero sul sepolcro fino al terzo giorno. Ciò che avevano chiesto fu accordato e la pietra sulla porta venne sigillata per evitare che i discepoli rubassero il corpo dicendo che Gesù era risuscitato dai morti.PSCR 169.2

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