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Supplemento Al Commentario Biblico Di (Ellen G. White) Volumi Da 1a7 (Vecchio Testamento)

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    Capitolo 16:10,11

    Davide accettò l’umiliazione come qualcosa di necessario CBVT7A 203.1

    Ma il re rispose: «Che ho io in comune con voi, figli di Zeruià? Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi potrà dire: Perché fai così? Poi Davide disse ad Abishai e a tutti i suoi servi: Ecco, il mio figliolo, uscito dalle mie viscere, cerca di togliermi la vita! Quanto più lo può fare ora questo Beniaminita! Lasciate ch’ei maledica, giacché glielo ha ordinato ‘Eterno . (2 Samuele 16:10,11)CBVT7A 203.2

    Davide, riconobbe davanti al suo popolo e davanti agli uomini di governo, che questo era il castigo che Dio gli aveva inflitto a causa del peccato commesso, perché questo peccato aveva dato l’occasione ai nemici del Signore di bestemmiare, e permise che il Beniaminita infuriato potesse compiere la sua parte nel castigo predetto; ma se egli si fosse umiliato davanti al Signore, la sua afflizione sarebbe stata mitigata, e la maledizione di Simei si sarebbe convertita in una benedizione. In un primo momento Davide non manifestò uno spirito incredulo. Dimostrò d’avere esperienza nelle cose di Dio. Manifestò una buona disposizione nel ricevere la correzione di Dio, e confidò in Lui come sua unica speranza. Dio ricompensò l’umile fiducia che Davide aveva riposto in Lui sconfiggendo il consiglio di Ahitofel e gli preservò la vita. (ISP 383)CBVT7A 203.3

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