Capitolo 5
Le relazioni pubbliche di Davide - (1 Re 5:2-9) CBVT7A 211.5
Davide ebbe buone relazioni con gli abitanti di Tiro e Sidone, poiché non avevano molestato il popolo d’Israele in alcun modo. Hiram, il re di Tiro, riconosceva Jehovah come il vero Dio, e alcuni Sidoni stavano abbandonando il culto agli idoli. Anche noi, oggi, nei rapporti con i nostri vicini, dobbiamo essere gentili e cortesi. Dobbiamo essere come insegne che testimoniano nel mondo la potenza della grazia divina per raffinare e nobilitare coloro che si dedicano all’opera di Dio. (MS 18, 1905)CBVT7A 211.6
3-18 — Uno spirito di sacrificio è vitale in ogni fase della nostra opera - (cap. 7:13, 14, 40; 2 Cronache 2:3-14) CBVT7A 211.7
L’inizio dell’apostasia di Salomone, si può riscontrare in molte deviazioni dei princìpi corretti, apparentemente lievi. Le sue relazioni con donne idolatre non furono l’unica causa della sua caduta. Tra le cause principali che portarono Salomone al lusso smodato e all’oppressione tirannica, vi fu il fatto che sviluppò e fomentò uno spirito avido.CBVT7A 211.8
Ai giorni dell’antico Israele, quando Mosè ai piedi del monte Sinai trasmise al popolo l’ordine divino: Mi facciano un santuario perché io abiti in mezzo a loro (Esodo 25:8) la risposta degli Israeliti fu accompagnata da doni e offerte. Per la costruzione del santuario necessitavano grandi preparativi e una quantità di prezioso materiale; ma il Signore accettò soltanto i doni offerti liberamente. Voi accetterete offerta da ogni uomo che sarà disposto a farmela di cuore, (Esodo 25:2) questo fu l’ordine del Signore ripetuto da Mosè al popolo. Consacrazione a Dio e uno spirito di sacrificio furono i primi requisiti per preparare una dimora all’Altissimo.CBVT7A 212.1
Un simile appello fu fatto da Davide a Salomone quando a quest’ultimo gli fu conferita la responsabilità di costruire il tempio. Alla folla riunita che aveva portato i doni per questo scopo, Davide domandò: Chi dunque è disposto a fare un servizio volontario al Signore? Questa esortazione sarebbe stata sempre ricordata da coloro che si sarebbero occupati della costruzione del tempio. Dio donò abilità e saggezza agli uomini che scelse per la costruzione del tabernacolo nel deserto. Mosè disse ai figli d’Israele: Ecco, il Signore ha chiamato Bezaleel della tribù di Giuda e lo ha ripieno dello Spirito di Dio, di abilità, d’intelligenza e di sapere per ogni sorta di lavori, per concepire opere d’arte, per lavorare l’oro, per incidere pietre da incastonare, per scolpire il legno, per eseguire ogni sorta di lavori. Ed ecco, gli ho dato per aiutante Ooliab, figlio di Aisamac, della tribù di Dan; ho messo sapienza nella mente di tutti gli uomini abili, perché possano fare tutto quello che ti ho ordinato. (Esodo 31:2-6) E Bezaleel e ogni altro uomo saggio, nel quale Dio mise sapienza e intendimento obbedì al Signore. Le intelligenze celesti collaborarono con questi uomini che Dio stesso aveva scelto.CBVT7A 212.2
I discendenti di questi uomini, ereditarono le grandi capacità conferite a suo tempo ai loro antenati. Nelle tribù di Giuda e di Dan vi erano uomini particolarmente abili nei lavori più delicati. Per un po’ di tempo quelle persone, furono umili e devoti ma gradualmente quasi impercettibilmente, smisero di dipendere da Dio e dalla Sua verità, iniziarono a chiedere salari più alti a causa delle loro capacità superiori. In alcuni casi la loro richiesta fu accolta, ma frequentemente coloro che chiedevano maggiori salari, cercarono impieghi nelle nazioni circostanti. Invece del nobile spirito di sacrificio che aveva riempito il cuore dei loro illustri antenati, albergarono uno spirito di avidità e di ambizione sempre più grande. Servirono i re pagani grazie ai talenti ricevuti da Dio, e disonorarono il loro Creatore. Salomone ricorse a questi apostati per cercare un maestro artigiano come sovrintendente per la costruzione del tempio sul monte Moriah. Al re furono affidate per iscritto minuziose specificazioni riguardo ogni piccola parte della struttura sacra e lui avrebbe dovuto rivolgersi a Dio con fede in cerca di aiutanti consacrati, a cui si sarebbero concesse abilità speciali per realizzare con esattezza l’opera richiesta. Ma Salomone trascurò questa opportunità di esercitare la fede in Dio. Salomone chiese al re di Tiro: Mandami un uomo abile a lavorare l'oro, l'argento, il rame, il ferro, la porpora, lo scarlatto, il violaceo, che sappia fare ogni sorta di lavori d'intaglio, collaborando con gli artisti che sono presso di me in Giuda e a Gerusalemme, e che Davide mio padre aveva preparati . (2 Cronache 2:7)CBVT7A 212.3
Il re fenicio rispose inviando Hiram-abi: Io ti mando un uomo abile e intelligente…figlio di una donna della tribù di Dan e suo padre di Tiro . (2 Cronache 2: 13,14) Questo maestro artigiano era un discendente per parte di madre di Oholiab, a cui centinaia di anni prima, Dio aveva dato abilità speciale per la costruzione del tabernacolo. Così, a capo degli operai di Salomone, vi era un uomo che non era stato consacrato e che chiese salari alti a causa della sua abilità eccezionale.CBVT7A 213.1
Gli sforzi di Hiram non furono spinti dal desiderio di rendere un ottimo servizio a Dio, perché lui serviva Mammona - il dio di questo mondo. Nelle stesse fibre del suo essere erano interconnessi quei princìpi di egoismo, che si rivelavano attraverso la sua ricerca e avidità di guadagno. Poi, a poco a poco, questi princìpi erronei furono trasmessi ai suoi collaboratori. Mentre lavoravano con lui giorno dopo giorno, cominciarono a confrontare il loro salario col suo, così, col tempo persero di vista il carattere sacro dell’opera, perché si soffermarono a pensare sulla differenza tra i due salari. Gradualmente persero il loro spirito di abnegazione e subentrò uno spirito di avarizia. In risultato fu che fecero richiesta di un maggiore salario, e gli fu concesso.CBVT7A 213.2
L’influsso nefasto iniziato con la collaborazione di quest’uomo dallo spirito avido, si propagò in tutti i rami dell’opera del Signore, e si estese in tutto il regno di Salomone. I salari elevati richiesti e quindi ricevuti, diedero a molti la possibilità di compiacersi nei lussi e negli sprechi. La vasta portata di questo influsso, si rivelò essere una delle principali cause della terribile apostasia di colui che un tempo fu il più saggio dei mortali. Il re non era il solo a trovarsi nell’apostasia, ma dovunque nel regno si vedevano corruzione e sprechi. I poveri erano oppressi dai ricchi. Lo spirito di sacrificio al servizio di Dio era pressoché scomparso. CBVT7A 214.1
Questa storia è una grande lezione per il popolo di Dio anche ai nostri giorni, ma che molti sono lenti a imparare. Lo spirito di avarizia, la ricerca di posizioni elevate, o ottenere salari più alti, è diffusa in tutto il mondo. L’antico spirito di abnegazione e autosacrificio si incontra sempre più raramente, ma questo è l’unico spirito che deve muovere il vero seguace di Cristo. Il nostro divino Maestro ci ha dato un esempio di come dobbiamo lavorare. A coloro che ordinò: Seguimi, e io vi farò pescatori d’uomini , non offrì alcuna somma di denaro come ricompensa per i loro servizi. Essi devono condividere con Lui la Sua abnegazione e sacrificio.CBVT7A 214.2
Coloro che affermano di essere seguaci del Maestro, e si impegnano nell’opera come collaboratori di Dio, devono mettere nel loro lavoro la precisione e l’abilità, il tatto e la saggezza che il Dio della perfezione richiese nella costruzione del tabernacolo terreno. Ed ora, come allora, e ai giorni del ministero terreno di Cristo, la consacrazione a Dio e lo spirito di sacrificio devono essere considerati come i primi requisiti di un servizio accettabile. Il Signore non tollera nemmeno un filo d’egoismo nella Sua opera.CBVT7A 214.3
Si dovrebbe fare molta attenzione allo spirito che entra nelle istituzioni del Signore. Queste istituzioni furono fondate con grandi sacrifici, e si sono sviluppate con le offerte e l’abnegazione del popolo di Dio, e il lavoro disinteressato dei Suoi servi. Tutto ciò che è relazionato col servizio di queste istituzioni, dovrebbe recare la firma del cielo. Si dovrebbe incoraggiare e coltivare un sentimento di santità per le istituzioni di Dio. Gli operai dovrebbero umiliare i loro cuori davanti al Signore riconoscendo la Sua sovranità. Tutti devono vivere in accordo ai princìpi di abnegazione. Nella misura in cui l’operaio leale e abnegato con la sua lampada spirituale preparata si sforza disinteressatamente di promuovere gli interessi dell’istituzione in cui lavora, acquisirà una preziosa esperienza e potrà dire: Il Signore infatti è in questo luogo. Comprenderà d’avere un grande privilegio nell’essere qualificato a dare all’istituzione del Signore le sue capacità, la sia disponibilità e la sua instancabile vigilanza.CBVT7A 215.1
Nei primi giorni del messaggio del terzo angelo, coloro che fondarono le nostre istituzioni, e coloro che lavorarono in esse erano spinti da motivi nobili e disinteressati. Per il loro arduo lavoro ricevevano nulla più che una semplice elemosina, appena sufficiente per sostenersi, ma il loro cuore era battezzato dal ministero dell’amore. La loro ricompensa per il loro altruismo indubbiamente risiedeva nell’intima comunione con lo Spirito del Supremo Maestro. Praticavano la più stretta economia affinché un maggior numero possibile di altri lavoratori potesse piantare lo stendardo della verità in posti nuovi. Poi, col tempo arrivò il cambiamento, lo spirito di sacrificio venne a mancare. In alcune delle nostre istituzioni, il salario di alcuni operai fu aumentato al di là della ragione. Coloro che ricevevano questi compensi pretendevano di meritare una somma maggiore rispetto agli altri, a causa dei loro talenti superiori. Ma chi ha dato loro questi talenti? Con l’aumento dei salari crebbe costantemente l’avarizia — che è idolatria — e un continuo declino della spiritualità. Si infiltrarono grandi mali e si disonorò Dio. Nella mente di molti che furono testimoni di questo desiderio di salari elevati ogni volta sempre maggiori, fu seminato il dubbio e l’incredulità.CBVT7A 215.2
Princìpi strani come quello del lievito corrotto si propagarono all’intero corpo dei credenti. Molti cessarono di contribuire nelle decime e nelle offerte per puro egoismo. Il Signore nella Sua provvidenza chiede una riforma nella Sua opera sacra, la quale deve iniziare nel cuore, e dare frutti esterni. Alcuni che ciecamente continuarono ad attribuirsi un’esagerata importanza ai loro servizi, furono eliminati. Altri ricevettero il messaggio datogli e ritornarono a Dio con tutto il cuore, e impararono a detestare il loro spirito avaro. Per quanto possibile, essi si sforzarono di dare un buon esempio davanti agli altri riducendo volontariamente il loro salario. Compresero che unicamente una completa trasformazione della mente e del cuore li avrebbe salvati da quella sottilissima tentazione. CBVT7A 216.1
In tutta la Sua vasta estensione l’opera di Dio è una; e in tutti i suoi rami si dovrebbero avere gli stessi princìpi e si dovrebbe rivelare lo stesso spirito, essa deve portare il sigillo dell’opera missionaria. Ogni dipartimento dell’opera è relazionato con tutte le parti del campo evangelico e lo spirito che prevale in un dipartimento si dovrà sentire in tutto il campo. Se una parte degli operai riceve un salario maggiore, nei diversi rami dell’opera ci saranno altri che chiederanno lo stesso aumento, e gradualmente lo spirito di sacrificio si perderà. Poi, le altre istituzioni e associazioni percepiranno lo stesso spirito, e il favore del Signore verrà tolto, perché Lui non può approvare l’egoismo. Così la nostra opera prevaricatrice giungerà al termine. Possiamo andare avanti solo con costanti sacrifici. CBVT7A 216.2
Dio metterà alla prova la fede di ogni anima. Cristo ci ha acquistato con un sacrificio infinito. Benché era ricco, si è fatto povero per noi, affinché mediante la Sua povertà noi potessimo possedere le ricchezze eterne. Tutto ciò che noi possediamo, compresa l’abilità e l’intelletto, ci è stato affidato in deposito dal Signore, affinché potessimo utilizzarlo per Lui. È nostro privilegio essere compartecipi con Cristo al Suo sacrificio. (RH, Jan. 4, 1906)CBVT7A 216.3
Le relazioni con gli uomini saggi mondani preparò la via per la rovina CBVT7A 217.1
Salomone preparò la via della propria rovina quando, per la costruzione del tempio si rivolse ai saggi di altre nazioni. Il vero educatore del suo popolo era stato il Signore, e Lui si era proposto che Israele rimanesse dentro la saggezza divina e fosse alla testa di tutti i popoli grazie ai talenti impartiti da Dio stesso. Se Salomone avesse avuto le mani pulite, il cuore puro e scopi nobili e santificati, il Signore gli avrebbe comunicato la Sua Grazia. Invece, Salomone dipese dagli uomini anziché dipendere da Dio, e scoprì che la sua supposta forza non era altro che debolezza. Portò a Gerusalemme il lievito corrotto di quelle nefaste influenze che si perpetuarono in forma di poligamia e idolatria. (GCB, Feb. 25, 1895).CBVT7A 217.2