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La Verità Sugli Angeli

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    Gli angeli nel Getsemani

    Tutto l’universo celeste aveva osservato con intenso interesse l’intera vita di Cristo, cominciando dalla mangiatoia fino a questa terribile scena nel Getsemani. Che scena tremenda si presentò agli angeli, ai cherubini e ai serafini! ST 9 dicembre 1897VA 166.4

    Gli angeli contemplarono l’agonia del Salvatore nel giardino del Getsemani come testimoni di questa scena. 1 SG 47VA 167.1

    Videro il Figlio di Dio, il loro amato Comandante, nella sua agonia sovrumana, che apparentemente stava morendo sul campo di battaglia, per salvare un mondo perduto. Tutto il cielo ascoltò la preghiera di Cristo. Nell’agonia del suo spirito, tre volte le sue labbra pallide e tremanti gridarono:VA 167.2

    “Padre! Ogni cosa è possibile per Te…Allontana da me questo calice! Ma pure, non quello che io voglio, ma quello che vuoi Tu”.VA 167.3

    Tutto il cielo era sconvolto. Vedevano il loro Signore attorniato da legioni di forze sataniche, e la sua natura umana scossa da un tremendo e misterioso terrore. ST 9 dicembre 1897VA 167.4

    Gli angeli che erano stati agli ordini di Cristo in cielo, ora erano ansiosi di confortarlo, ma quest’angoscia sorpassava la loro comprensione; essi non avevano mai sentito il peso dei peccati del mondo. Potevano solo guardare spaventati e stupiti l’Essere che adoravano soggetto sottomesso a così tremenda sofferenza. Benché i discepoli non riuscirono a sostenere il loro Signore nell’ora più terribile del suo conflitto, tutto il cielo simpatizzò con lui, e attese l’esito di questa battaglia con intenso interesse. PT 3 dicembre 1885VA 167.5

    Per tre volte Gesù pronunciò la stessa preghiera. Il cielo non potendo più sopportare questa scena, mandò un messaggero per consolare il prostrato Figlio di Dio, che stava per svenire e morire a causa del peso dei peccati del mondo. PT 18 febbraio 1886.VA 167.6

    Nella crisi suprema, quando il cuore e lo spirito di Cristo stava soccombendo sotto il peso del peccato, Gabriele venne inviato a fortificare il divino Sofferente, per incoraggiarlo a continuare a percorrere il sentiero macchiato di sangue. ST 9 dicembre 1897VA 167.7

    In quella tremenda crisi, quando ogni cosa era in gioco e il calice misterioso tremava nelle mani di Cristo sofferente, i cieli si aprirono, una luce squarciò quelle tenebre oscure, e l’angelo più potente, che alla presenza di Dio, occupa il posto di Satana prima della sua caduta, scese al fianco di Cristo. L’angelo non venne per togliere il calice dalla mano di Cristo, ma per aiutarlo a berlo e per infondergli la certezza dell’amore del Padre. L’angelo venne a dare forza all’essere divino e umano che pregava.VA 167.8

    I discepoli erano stati improvvisamente svegliati dalla luce che circondava il Salvatore, e avevano scorto un angelo accanto a lui. Lo videro sollevare il capo del Maestro per appoggiarla sul suo petto, e per volgere i Suoi occhi verso il cielo. Udirono la Sua voce, simile a una musica dolcissima, che pronunciava parole di conforto e di speranza…. Subito dopo, i discepoli stanchi ricaddero in quello strano torpore che li dominava. Nuovamente si addormentarono e Gesù li trovò così per la terza volta. Li guardò rattristato e disse loro:VA 168.1

    “Dormite pure ormai, e riposatevi. L’ora è venuta. Ecco, il Figlio dell’uomo sta per essere dato nelle mani dei peccatori”.
    Marco 14 : 41
    VA 168.2

    E mentre Egli pronunciava queste parole, sentì i passi della plebaglia che lo cercava e aggiunse:VA 168.3

    “Levatevi, andiamo! Ecco, colui chi mi tradisce è vicino”.
    Marco 14: 42
    VA 168.4

    Dal volto di Gesù erano spariti i segni dell’agonia, ed Egli si mosse per andare incontro a chi lo tradiva. Si staccò dai discepoli e domandò: “Chi cercate”? E gli accusatori risposero: “Gesù di Nazareth”! Allora Gesù disse: “Sono io”. DA, 693,694VA 168.5

    Se voleva, Cristo poteva liberarsi. Quando pronunciò: “Sono io”, immediatamente i Suoi angeli lo circondarono per proteggerlo, dimostrando così che Cristo era sotto il potere divino. TDG 267VA 168.6

    Fu molto difficile per gli angeli del cielo sopportare questa scena, quanta tristezza e quanto dolore. Essi volevano intervenire e liberare Gesù… ma gli angeli che erano al comando delle schiere celesti lo proibirono. Gesù sapeva che i Suoi angeli erano testimoni della Sua umiliazione... Sapeva che il più debole degli angeli avrebbe potuto annientare le turbe e liberarlo. 1SG 50,51.VA 169.1

    L’angelo che poco prima aveva assistito Gesù nel Getsemani, anche se invisibile si pose tra lui e la folla. Una luce divina illuminò il volto di Gesù, e una forma di colomba si delineò su di lui. La folla sanguinaria non poté resistere neppure per un momento davanti a quella gloria divina. Tutti si ritrassero indietro. Sacerdoti, anziani, soldati, e perfino Giuda caddero a terra come morti… ma ben presto la scena cambiò. DA 694, 695.VA 169.2

    L’angelo si ritirò, lasciando Gesù in piedi tranquillo e padrone di sé, e i brillanti raggi della luna illuminavano il Suo volto pallido, mentre i suoi persecutori giacevano a terra senza forze, e i discepoli erano troppo sbalorditi e non osavano pronunciare una parola. Quando l’angelo si ritirò, i duri soldati romani con i sacerdoti e Giuda circondarono Cristo. Si vergognavano della loro debolezza e temevano che Egli fuggisse. ST 21 agosto 1879VA 169.3

    I discepoli pensavano che il Salvatore non si sarebbe lasciato catturare, e che la stessa potenza che aveva fatto cadere a terra la folla come morta, l’avrebbe resa inoffensiva perché Gesù e i suoi potessero fuggire; perciò provarono delusione e indignazione quando videro che venivano legate le mani di colui che essi amavano. Pietro, nella sua ira cercò di difendere il suo Maestro, estrasse la spada, ma riuscì solo a tagliare l’orecchio del servo del sommo sacerdote. Gesù intervenne, lo liberò dai soldati romani e disse: “Lasciate stare, basta”. E toccato l’orecchio ferito, lo guarì immediatamente. Poi Gesù disse a Pietro: “Riponi la tua spada al suo posto….” Credi tu forse che io non potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in quest’istante più di dodici legioni d’angeli? (Giovanni 26:52,53) DA 696VA 169.4

    Dopo che queste parole furono pronunciate, i volti degli angeli si rianimarono, e desideravano circondare il loro Comandante e disperdere la folla inferocita. Ma un’altra volta la tristezza li pervase quando Gesù disse che la Scrittura doveva compiersi. I cuori dei discepoli erano in preda alla disperazione e alla delusione, quando videro Gesù prigioniero della turba. 1 SG 48VA 170.1

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