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La Verità Sugli Angeli

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    Giacobbe ed Esau

    Giacobbe ed Esaù, i figli gemelli di Isacco, presentano un contrasto sorprendente sia nella loro vita sia nel loro carattere. Questa diversità fu predetta dall’angelo di Dio prima della loro nascita. Quando in risposta alla preghiera di Rebecca l’angelo gli annunciò che avrebbe avuto due gemelli, gli rivelò anche la loro storia futura, dicendogli che ognuno sarebbe diventato il capo di una potente nazione, ma che uno di loro sarebbe stato più grande dell’altro, e che il più giovane di loro avrebbe avuto la supremazia….VA 68.3

    Isacco stabilì con chiarezza che Esaù essendo il maggiore, aveva il diritto alla primogenitura. Ma Esaù non amava la devozione né era incline alla vita religiosa….VA 68.4

    Rebecca ricordava le parole dell’angelo, e studiando con maggiore attenzione del marito il carattere dei due figli si convinse che la promessa dell’eredità divina era diretta a Giacobbe; ripeté a Isacco le parole dell’angelo, ma egli non cambiò idea: amava troppo il figlio maggiore. PP 177, 178.VA 69.1

    Giacobbe era venuto a sapere dalla madre che secondo l’ordine divino il diritto di primogenitura sarebbe stato concesso a lui. Tutto ciò fece sorgere nel giovane un profondo desiderio dei privilegi che questo gli avrebbe conferito. Non desiderava le ricchezze del padre, ma il diritto alla primogenitura spirituale.VA 69.2

    Un giorno Esaù, tornando dalla caccia, debole, stanco e affamato, vedendo che Giacobbe stava preparando del cibo, gliene chiese una porzione. Giacobbe che aveva sempre in mente lo stesso pensiero, ne approfittò e si offrì di saziare la fame di suo fratello in cambio della primogenitura.VA 69.3

    “Ecco, io sto per morire, a che mi serve la primogenitura”. “E Giacobbe gli diede del pane e della minestra di lenticchie”.
    Genesi 25:31
    VA 69.4

    Così per un piatto di lenticchie egli rinunciò al suo diritto di primogenitura e lo confermò con un giuramento.VA 69.5

    Giacobbe e Rebecca riuscirono a realizzare i loro piani, ma questo inganno portò loro solo difficoltà e tristezza. Dio aveva dichiarato che Giacobbe avrebbe ricevuto il diritto alla primogenitura; la sua parola sì sarebbe adempiuta al momento opportuno, se essi avessero agito con fede, affidandogli la possibilità di operare in loro favore.VA 69.6

    Minacciato di morte dalla collera di Esaù, Giacobbe abbandonò la casa paterna come un fuggiasco…. Alla fine del secondo giorno di fuga era già lontano dalle tende di suo padre; si sentiva esiliato e riconobbe che tutti i suoi problemi erano una conseguenza del suo errore. Vittima della disperazione, quasi non osava pregare. Ma fu in questa terribile solitudine che avvertì, come mai prima, la necessità della protezione di Dio. Si umiliò profondamente e piangendo confessò il suo peccato, implorando un segno della protezione divina. Il Signore tuttavia non aveva dimenticato Giacobbe… pietosamente gli rivelò ciò di cui aveva bisogno: un Salvatore. Stanco del viaggio, il viandante si sdraiò sulla nuda terra e posò la sua testa su una pietra. Mentre dormiva, vide una scala luminosa e splendente, che collegava il cielo con la terra; gli angeli salivano e scendevano e in cima c’era il Signore della gloria, che dal cielo pronunciò queste parole: VA 69.7

    “Io sono l’Eterno, l’Iddio d’Abramo tuo padre e l’Iddio d’Isacco”.
    Genesi 28:13
    VA 70.1

    In questa visione, il piano di redenzione gli fu rivelato… La scala rappresenta Gesù, Colui che con i suoi meriti ha gettato un ponte fra Dio e l’uomo superando l’abisso aperto dal male, senza di lui, gli angeli non avrebbero potuto realizzare nessun contatto con gli uomini caduti.VA 70.2

    Con una fede nuova e salda nelle promesse divine, rassicurato dalla presenza e dalla protezione degli angeli, Giacobbe continuò il suo viaggio “e andò nel paese degli Orientali”. PP 178,179,180,183,184,188 VA 70.3

    Nonostante Giacobbe avesse lasciato Paddan-Aram per ubbidire alle direttive divine, il viaggio di ritorno, lungo la strada percorsa vent’anni prima mentre fuggiva, non fu privo di difficoltà. La sua colpa era viva nella sua mente: aveva ingannato suo padre… Mentre il patriarca si avvicinava alla sua destinazione, il ricordo di Esau suscitava in lui tristi presagi…. ma il Signore ancora una volta, diede a Giacobbe un segno della sua protezione. PP 195VA 70.4

    Quando Giacobbe continuò il suo viaggio, gli angeli si presentarono. Vedendoli disse: “Questo è il campo di Dio” — (Genesi 32:2) In sogno vide gli angeli di Dio accampati intorno a lui. 3 SG 127VA 70.5

    Direttamente davanti a lui, come se gli mostrassero la via, Giacobbe vide due compagnie di angeli celesti che lo guidavano e lo proteggevano. E vedendoli dalle sue labbra sgorgarono parole di lode ed egli esclamò: “Questo è il campo di Dio”, e chiamò quel luogo Mahanaim, che significa due campi o due eserciti. ST 20 novembre 1879VA 71.1

    Tuttavia, Giacobbe pensò di dover fare qualcosa anche lui per assicurarsi la propria salvezza. Decise, infatti, di inviare dei messaggeri per porgere a Esau un saluto conciliante… Ma i servi ritornarono con la notizia che Esau gli veniva incontro con quattrocento uomini, e non aveva risposto al suo messaggio amichevole…. “Allora Giacobbe fu preso da gran paura e angoscia”. Decise allora di dividere in due schiere la gente che era con lui, facendo in modo che se una fosse stata attaccata, l’atra avrebbe avuto l’opportunità di fuggire”.VA 71.2

    La sera, il gruppo raggiunse il torrente Jabbok, e Giacobbe mandò la sua famiglia sull’altra sponda del fiume. Aveva deciso di passare la notte in preghiera e desiderava essere solo con Dio.VA 71.3

    Improvvisamente una mano robusta lo afferrò, Giacobbe pensò subito che un nemico volesse ucciderlo, e cercò di liberarsi dalla presa del suo aggressore. I due uomini lottarono nel buio e in silenzio. Giacobbe s’impegnò con tutte le sue forze, senza fermarsi neanche un momento. Mentre lottava per sopravvivere, un profondo senso di colpa oppresse il suo animo: tornarono in mente gli errori commessi. Essi lo separavano da Dio come una barriera. In quella terribile situazione si ricordò delle promesse divine e con tutto il cuore invocò il perdono. La lotta continuò fino all’alba, e quando lo straniero toccò l’anca di Giacobbe, la paralizzò di colpo. In quel momento il patriarca riconobbe il suo antagonista. Egli si accorse di aver lottato con un Messaggero celeste. Comprese perché, nonostante lo sforzo quasi sovrumano non fosse riuscito a vincere. PP 196,197VA 71.4

    Colui, che lottò con Giacobbe è chiamato “un Uomo”. Osea lo identifica come “l’Angelo”. Giacobbe di lui disse: “Ho veduto Iddio faccia a faccia, e la mia vita è stata risparmiata”. Si dice anche che era forte e potente. Chi si era rivelato a Giacobbe era il Cristo, “l’Angelo del patto”, si era presentato davanti a lui nella forma e con l’aspetto di un uomo. ST 20 novembre 1879VA 72.1

    “L’Angelo del patto” era Cristo, e lui si era rivelato a Giacobbe. Il patriarca pur sentendosi debole e provando un dolore acuto, non voleva lasciarlo andare… Egli voleva avere la certezza che i suoi peccati fossero stati perdonati… L’Angelo, mentre cercava di liberarsi gridava: “Lasciami andare, che spunta l’alba”; ma Giacobbe rispose: “Non ti lascerò prima che tu m’abbia benedetto”.VA 72.2

    Se questa dichiarazione fosse stata suggerita dall’arroganza, Giacobbe avrebbe perso subito la vita. In realtà la sua richiesta era una prova della consapevolezza della sua indegnità, della sua fiducia nell’autenticità del patto stabilito da Dio. Giacobbe “vinse l’Angelo e prevalse”. (Osea 12:4)VA 72.3

    Mentre Giacobbe lottava con l’Angelo, un altro Messaggero celeste fu inviato a Esaù. Egli vide in sogno suo fratello, che per vent’anni era vissuto lontano dalla casa paterna; vide il suo dolore mentre gli comunicava la morte della madre. Lo vide circondato e protetto dagli eserciti di Dio. Raccontò il sogno ai suoi soldati e ordinò di non fare alcun male a Giacobbe, perché il Dio di suo padre era con lui.…VA 72.4

    L’esperienza di Giacobbe durante quella notte di lotta e di angoscia rappresenta la prova che dovrà sopportare il popolo di Dio prima della seconda venuta di Cristo. PP 197 -201VA 72.5

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