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I tesori delle testimionianze 1

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    Le riunioni proposte da Gesù

    Gesù, il divino Maestro, non visse separato dagli uomini; anzi, in vista del loro bene, venne sulla terra affinché la purezza e la santità della sua vita potessero rappresentare un esempio per tutti e indicare la via che conduce al cielo. Il Redentore del mondo cercò di rendere i suoi insegnamenti chiari e semplici perché tutti li potessero capire. Generalmente si rivolgeva alle folle all’aria aperta. Non c’erano locali sufficientemente grandi per poter accogliere tutti coloro che lo seguivano, inoltre, per comunicare i suoi insegnamenti, sceglieva le colline o la riva del mare perché poteva avere un’ampia visione del paesaggio e servirsi di oggetti e di scenari familiari ai presenti per illustrare le verità più importanti. Le opere di Dio, così come si individuano nella natura, erano intimamente legate al suo insegnamento. Gli uccelli che cantavano senza preoccupazioni, i fiori della valle smaglianti di bellezza, il giglio che candido e puro spiccava in riva al lago, l’albero maestoso, la terra coltivata, il grano ondeggiante, il suolo arido, l’albero sterile, le colline eterne, il mormorio del ruscello, il sole che tramonta infiammando maestosamente il cielo: tutte queste cose erano utilizzate per imprimere nella mente degli uditori le verità divine. Egli ricollegava le opere di Dio nei cieli e sulla terra con le parole di vita che voleva rimanessero impresse nelle loro menti affinché, contemplando la natura, potessero ricordare meglio i suoi insegnamenti.TT1 190.3

    Il Cristo si impegnava per rendere interessanti questi insegnamenti. Egli sapeva che una folla stanca e affamata non poteva godere di nessun beneficio spirituale e per questo non dimenticava le sue esigenze materiali. In una certa occasione egli fece un miracolo: nutrì cinquemila persone che si erano riunite per ascoltare le parole di vita che sgorgavano dalle sue labbra.TT1 191.1

    Gesù, mentre insegnava le sue preziose verità, osservava attentamente il paesaggio circostante. La scena era tale da incantare gli occhi e suscitare l’ammirazione di chi ama ciò che è bello. Egli poteva esaltare la sapienza di Dio manifestata nella creazione e, tramite la contemplazione della natura, elevare la mente dei presenti fino a Dio.TT1 191.2

    In tal modo, il paesaggio, gli alberi, gli uccelli, i fiori dei campi, le colline, il lago, il cielo meraviglioso erano associati alle sacre verità che essi avrebbero ricordato anche dopo l’ascensione del Cristo in cielo.TT1 191.3

    Quando Gesù insegnava alla folla non consacrava del tempo alla preghiera. Egli non imponeva loro, come facevano i farisei, delle lunghe preghiere e delle noiose cerimonie. Egli insegnò ai discepoli come dovevano pregare: “E quando pregate, non siate come gl’ipocriti; poiché essi amano di fare orazione stando in piè nelle sinagoghe e ai canti delle piazze per esser veduti dagli uomini. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, e serratone l’uscio fa’ orazione al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. E nel pregare non usate soverchie dicerie come fanno i pagani, i quali pensano d’essere esauditi per la moltitudine delle loro parole. Non li rassomigliate dunque, poiché il Padre vostro sa le cose di cui avete bisogno, prima che gliele chiediate”. Matteo 6:5-8.TT1 191.4

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