Collaboratori inutili
Una certa categoria di persone furono definite collaboratori inutili. Quando gli occhi penetranti del Giudice si posarono su di loro, vennero rivelati i peccati di negligenza commessi. Con labbra livide e tremanti confessarono di aver tradito la fiducia che era stata riposta in loro: avevano ricevuto avvertimenti e goduto privilegi, ma avevano trascurato i primi e apprezzato poco i secondi. Ora si accorgevano di aver abusato troppo della misericordia di Dio. è vero che non dovevano confessare gravi peccati, ma erano stati maledetti come il fico sterile perché non avevano prodotto dei frutti e non avevano utilizzato i talenti loro affidati.TT1 351.1
Queste persone avevano concesso all’io il posto supremo e si erano impegnate unicamente per scopi egoistici. Non erano ricche agli occhi di Dio perché non avevano risposto positivamente alle sue aspettative. Si definivano suoi servitori, ma non avevano condotto altri uomini al Signore. Se l’opera di Dio avesse dovuto contare sul loro impegno, essa avrebbe languito perché, oltre ad aver trattenuto i beni loro affidati, non avevano donato se stessi. Ora, però, potevano rendersi conto che, avendo occupato irresponsabilmente una posizione nell’opera di Dio, si erano messi dalla parte dei condannati. Essi avevano avuto l’opportunità di agire, ma non hanno voluto fare il lavoro che avrebbero potuto e dovuto svolgere.TT1 351.2
Vennero pronunciati i nomi di tutti coloro che professavano di credere nella verità. Alcuni furono rimproverati per la loro incredulità, o per essere stati dei collaboratori pigri: avevano lasciato che altri lavorassero nella vigna del Maestro e portassero le maggiori responsabilità, mentre essi si occupavano egoisticamente dei propri interessi terreni. Se avessero coltivato le qualità che Dio aveva loro concesso avrebbero potuto essere collaboratori degni di fiducia e si sarebbero impegnati per gli interessi del Maestro. Il Giudice disse: “Tutti saranno giustificati per la loro fede e giudicati secondo le loro opere”. Come risultò chiara la loro negligenza e saggia la decisione di Dio che consisteva nel dare a ogni uomo un’opera da svolgere in vista del suo sviluppo e della salvezza degli uomini! Ognuno doveva manifestare, nella propria famiglia e nel vicinato, una fede viva, dimostrandosi cortese con il povero, pieno di simpatia per l’afflitto, zelante nell’attività missionaria, sostenitore, con i propri mezzi, dell’opera di Dio. Furono colpiti dalla maledizione di Dio, come nel caso di Meroz, per quello che non avevano fatto, preferendo un’attività che avrebbe assicurato loro il massimo profitto in questa vita; accanto ai loro nomi, nel registro delle buone opere, c’era un vuoto desolante.TT1 351.3