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Principi di educazione cristiana

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    Possesso della terra

    Nel distribuire l’eredità al suo popolo, Dio intendeva insegnargli, e per mezzo di esso insegnare alle future generazioni, princìpi corretti circa il possesso della terra. Il paese di Canaan fu suddiviso fra tutto il popolo, a esclusione dei leviti, ministri del santuario. Sebbene una famiglia potesse disporre per un po’ di tempo a proprio piacere della sua terra, non poteva vendere l’eredità dei figli. Se anche vendeva, poteva dopo un certo tempo riscattare le sue terre. Ogni sette anni i debiti erano rimessi e il cinquantesimo anno, o anno giubilare, tutta la proprietà terriera ritornava al proprietario originario. In tal modo ogni famiglia era sicura dei propri beni e ciò costituiva una salvaguardia contro gli estremi della ricchezza e della povertà.PEC 28.1

    Nell’assegnare la terra al popolo, Dio gli fornì, come già aveva fatto in Eden, un’occupazione che fosse la più adatta al suo sviluppo: la cura degli animali e delle piante. Un’ulteriore misura educativa fu adottata con l’istituzione della sospensione del lavoro agricolo ogni settimo anno. La terra, quell’anno, rimaneva incolta, e il suo prodotto spontaneo era lasciato al povero. C’era così l’opportunità per approfondire lo studio, per gli incontri sociali, per il culto e per l’esercizio della beneficenza, attività spesso impedite dalle preoccupazioni e dalle fatiche quotidiane. Se anche ai nostri giorni fossero attuati i princìpi di Dio circa la ripartizione delle proprietà, quanto diversa sarebbe la condizione della gente! L’attuazione di queste regole eviterebbe quei mali terribili che in tutti i tempi sono stati causa di oppressione del povero da parte del ricco, e di odio verso il ricco da parte del povero. Contribuirebbe, inoltre, a far trovare soluzioni pacifiche a quei problemi che minacciano di riempire il mondo di anarchia e di sangue.PEC 28.2

    La consacrazione a Dio di un decimo di ogni rendita sia del frutteto sia dei campi, sia del gregge sia della mandria, sia dell’attività cerebrale sia di quella fisica, oltre alla consacrazione di una seconda decima per aiutare il povero e per altre forme di beneficenza, avevano lo scopo di mantenere viva nel popolo la verità secondo cui tutto appartiene a Dio e che all’uomo è offerta l’opportunità di essere lo strumento delle sue benedizioni. Si trattava di una forma di educazione che si prefiggeva di annullare ogni manifestazione di gretto egoismo e coltivare, invece, larghezza e nobiltà di carattere.PEC 28.3

    La conoscenza di Dio, la comunione con lui nello studio e nel lavoro, la somiglianza con il suo carattere, dovevano costituire la fonte, il mezzo, e lo scopo dell’educazione d’Israele che era impartita da Dio ai genitori e che questi, a loro volta, dovevano inculcare nei propri figli.PEC 28.4

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