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Volgi lo sguardo a Gesù

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    Giugno 2—La natura è una grande scuola

    “Perché siete in ansietà intorno al vestire? Considerate come crescono i gigli dei campi; essi non faticano e non filano”. Matteo 6:28VG 161.1

    La chiesa dipende da Cristo per la sua esistenza. Solamente attraverso Lui può ottenere vita e forza. I suoi membri devono vivere costantemente una relazione intima e vitale col Salvatore. Devono seguire i suoi passi di abnegazione e sacrificio.VG 161.2

    Devono andare per le strade e i sentieri della vita e guadagnare anime per Lui, utilizzando ogni mezzo possibile affinché la verità appaia nel suo vero carattere davanti al mondo.VG 161.3

    Si deve presentare la verità in diverse forme. Alcuni di quelli che sono nelle alte sfere sociali, la capteranno quando gli sarà presentata in simboli e parabole. Che gli uomini, lavorino per rivelare la verità con chiarezza, affinché la convinzione che il Signore è presente come ha promesso, s’impossessi degli ascoltatori.VG 161.4

    Tutto quello che si può fare per chiarire il mistero della pietà dovrà essere fatto. Le cose della terra hanno la loro importanza per illustrare quelle del cielo. Tutta la natura è un libro di testo, un maestro del quale ognuno può imparare.VG 161.5

    Nel suo meraviglioso Sermone sul Monte, Cristo utilizzò i gigli del campo nella sua bellezza naturale per illustrare una grande verità. Adattò il suo linguaggio all’intelletto nascente della vita infantile. Il grande Maestro mise in contatto con la natura i suoi ascoltatori, affinché potessero ascoltare la voce che parlava in tutte le cose create; e quando i loro cuori s’intenerivano e le loro menti si sensibilizzavano, li aiutò a interpretare gli insegnamenti spirituali delle scene sulle quali riposavano i loro occhi. Le parabole, per mezzo delle quali amava insegnare lezioni di verità, mostrano quanto era aperto lo spirito di Cristo agli influssi della natura e come si dilettava nell’estrarre insegnamenti spirituali dalle cose della vita quotidiana che lo circondavano. Con gli uccelli dei cieli, i gigli del campo, il seminatore con la semenza, il pastore e le pecore, Cristo illustrò verità immortali. Mostrò illustrazioni dalla vita reale, dai fatti e dall’esperienza familiare dei suoi ascoltatori; il tesoro nascosto, la perla, la rete del pescatore, la dracma perduta, il figliolo prodigo, la casa edificata sulla roccia e sulla sabbia. Nelle sue lezioni vi era qualcosa capace d’interessare ogni mente, rivolgendosi a ogni persona. In questo modo i compiti quotidiani, invece d’essere solamente una routine faticosa, sprovvista di pensieri elevati, erano illuminati e innalzati per mezzo dei ricordi costanti spirituali e invisibili. Il Signor Gesù desidera che la vera filosofia del grande libro di testo della natura si apra davanti alla mente…. Abbiamo bisogno di operai che acquisiscano un’ampiezza di mente al fine di studiare il libro che Dio ha aperto davanti a noi per mezzo delle sue opere create. Gli angeli cooperano con quelli che proclamano le verità rappresentate dalle cose della natura. Queste cose non sono Dio, ma sono gli esempi dell’opera delle sue mani.VG 161.6

    (Lettera 223, del 2 Giugno 1905, diretta a J. A. Burden)VG 161.7

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