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I tesori delle testimionianze 3

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    La nostra unica salvaguardia

    Il mondo osserva con piacere la disunione esistente fra i cristiani. L’incredulità ne è compiaciuta. Dio, però, chiede che un cambiamento avvenga nel suo popolo. In questi ultimi giorni la nostra unica salvezza consiste nel’unione con Cristo e nel’unione degli uni con gli altri. Non permettiamo a Satana di additare i nostri membri di chiesa dicendo: “Guardate: queste persone che pure militano sotto la bandiera di Cristo si odiano a vicenda. Noi non abbiamo nulla da temere da loro finché consacreranno maggiore energia a combattersi che a lottare contro le mie forze”.TT3 156.1

    Dopo la discesa dello Spirito Santo, i discepoli se ne andarono a predicare il Salvatore risuscitato, unica speranza di salvezza delle anime loro. Essi si rallegravano nella dolcezza della comunione dei santi ed erano teneri, solleciti, altruisti, disposti a fare qualsiasi sacrificio per amore della verità. Nei loro quotidiani contatti manifestavano l’amore che Cristo aveva loro ordinato di rivelare. Con parole e con azioni altruistiche si sforzavano di accendere questo stesso amore in altre persone.TT3 156.2

    I credenti dovevano coltivare sempre lo stesso amore che riempiva i cuori degli apostoli dopo la discesa dello Spirito Santo e andare avanti ubbidendo spontaneamente al nuovo comandamento: “Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri”. Giovanni 13:34. Essi dovevano essere talmente uniti con Cristo da essere in grado di soddisfarne le richieste. Per loro mezzo, gli uomini dovevano riconoscere la potenza di un Salvatore che con la sua giustizia li poteva giustificare.TT3 156.3

    Ma i primi cristiani cominciarono a cercare i difetti gli uni degli altri. Attardandosi sugli sbagli, lasciandosi andare alla critica, essi persero di vista il Salvatore e il grande amore da lui rivelato per i peccatori. Essi si fecero più esigenti per quel che riguardava le cerimonie esteriori, più meticolosi nel precisare i particolari della dottrina e più severi nella critica. Si impegnarono nel condannare gli altri perdendo di vista i propri errori, e dimenticando la lezione di amore fraterno che Gesù aveva loro insegnato. E cosa ancora più triste, non si resero conto di ciò che avevano perduto. Essi non capivano che la gioia e la felicità stavano uscendo dalla loro vita e che ben presto si sarebbero trovati immersi nelle tenebre poiché avevano escluso l’amore di Dio dai loro cuori.TT3 156.4

    L’apostolo Giovanni capì perfettamente che l’amore fraterno stava svanendo nella chiesa e si attardò proprio su questo punto. Fino al giorno della sua morte, egli non mancò di insistere perché i credenti esercitassero costantemente l’amore gli uni verso gli altri. Le sue lettere alla chiesa contengono un unico pensiero: “Diletti, amiamoci gli uni gli altri — egli scrive — perché l’amore è da Dio... Dio ha mandato il suo Unigenito Figliolo nel mondo, affinché, per mezzo di Lui, vivessimo... Diletti, se Dio ci ha così amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”. 1 Giovanni 4:7-11.TT3 156.5

    Oggi nella chiesa di Dio l’amore fraterno fa difetto. Molti di coloro che dicono di amare il Salvatore trascurano di amare coloro che sono uniti con loro da un vincolo di fratellanza cristiana. Noi siamo animati dalla stessa fede, siamo membri di una stessa famiglia, siamo tutti figli dello stesso Padre Celeste, siamo tutti sorretti dalla stessa beata speranza nel’immortalità. Quanto stretti e teneri dovrebbero essere i vincoli che ci uniscono! La gente del mondo ci osserva per vedere se la nostra fede esercita un ’influenza santificatrice sui nostri cuori. Essa è pronta a riscontrare ogni difetto della nostra vita, ogni incoerenza nelle nostre azioni. Non le diamo l’occasione di biasimare la nostra fede.TT3 156.6

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