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Sulle orme del gran medico

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    “Ci ha salvati per la sua misericordia”

    Il servo di un centurione era paralizzato. Di solito tra i romani i servi erano veri e propri schiavi che venivano comprati e venduti al mercato e spesso maltrattati crudelmente. Ma quel centurione era affezionato al suo servo e voleva che guarisse. Credeva che Gesù fosse in grado di ridargli la salute. Non aveva mai conosciuto il Salvatore ma quello che aveva sentito dire di lui gli aveva ispirato fiducia. Nonostante il formalismo degli ebrei questo romano era convinto che la loro religione fosse migliore della sua. Pensando questo aveva già infranto le barriere dell’odio e del pregiudizio nazionalistico che separavano i conquistatori dal popolo conquistato. Aveva manifestato rispetto per il culto di Dio e bontà nei confronti degli ebrei che lo adoravano. Negli insegnamenti del Cristo, così come gli erano stati riferiti, trovava ciò che rispondeva ai bisogni dello spirito. Le parole del Salvatore avevano fatto leva sul suo cuore. Ma pensando di non essere degno di avvicinarsi a Gesù, si rivolse agli anziani del popolo per chiedere la guarigione del suo servo.OGM 28.4

    Gli anziani presentarono il caso a Gesù dicendo: “Egli merita che tu gli conceda questo; perché ama la nostra nazione ed è lui che ci ha costruito la sinagoga”. Luca 7:4, 5.OGM 29.1

    Ma, mentre sta dirigendosi verso la casa del centurione, Gesù riceve un messaggio dallo stesso ufficiale: “Signore, non darti questo incomodo, perché io non son degno che tu entri sotto il mio tetto”. Luca 7:6.OGM 29.2

    Nonostante ciò il Salvatore continua per la sua strada e allora il centurione lo raggiunge personalmente per completare il messaggio dicendo: “Perciò non mi sono neppure ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io sono uomo sottoposto all’autorità altrui, e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: Vai, ed egli va; a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa”. Luca 7:7; cfr. Matteo 8:8, 9.OGM 29.3

    “Io rappresento il potere di Roma e i miei soldati riconoscono la mia suprema autorità. Tu rappresenti la potenza infinita di Dio e tutte le creature ubbidiscono alla tua parola. Tu puoi comandare che il male se ne vada e ti ubbidirà. Di’ solo una parola e il mio servo guarirà”. “Va’” disse il Cristo “e ti sia fatto come hai creduto. E il servitore fu guarito in quella stessa ora”. Matteo 8:13.OGM 29.4

    Gli anziani del popolo d’Israele avevano raccomandato il centurione al Cristo per la benevolenza che aveva dimostrato nei confronti della loro “nazione”. “Egli merita che tu gli conceda questo” dicevano perché “ci ha costruito la sinagoga”. Ma il centurione diceva di se stesso: “Io non sono degno”. Eppure non aveva paura di chiedere aiuto a Gesù. Non si fidava della sua bontà ma della misericordia del Salvatore. Il suo unico argomento era il suo grande bisogno.OGM 29.5

    Ogni essere umano può presentarsi al Cristo nello stesso modo. “Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia”. Tito 3:5. Forse pensi che essendo un peccatore non puoi sperare di essere benedetto da Dio? Ricorda che il Cristo è venuto sulla terra per salvare i peccatori. Non c’è niente che possa raccomandarci di fronte a Dio; la richiesta che possiamo avanzare, ora e sempre, si basa sulla nostra evidente condizione di impotenza che rende necessario l’intervento della sua potenza che redime. Quando abbiamo capito che non possiamo farcela da soli possiamo guardare alla croce del Calvario e dire: “Le mie mani non possono pagare nessun prezzo, mi posso aggrappare solo alla tua croce”. “Se puoi! Ogni cosa è possibile per chi crede”. Marco 9:23. È la fede che ci unisce al cielo e ci dà la forza per affrontare con successo la potenza dell’oscurità. Attraverso il Cristo, Dio ci ha fornito i mezzi per dominare ogni tendenza negativa e resistere a ogni tentazione, anche alla più grande. Ma molti rimangono lontani dal Cristo perché pensano di avere poca fede. Queste persone, che si sentono così disperatamente indegne, dovrebbero affidarsi alla misericordia del loro Salvatore compassionevole. Non devono guardare a se stessi ma al Cristo che quando si trovava in mezzo agli uomini guarì i malati e scacciò i demoni, egli è sempre lo stesso potente Redentore. Aggrappatevi, quindi, alle sue promesse, come foglie all’albero della vita. “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori”. Giovanni 6:37.OGM 29.6

    Quando ti avvicinerai a lui devi credere che egli ti accetterà perché l’ha promesso. Se ci crederai, non morirai. “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”. Romani 5:8.OGM 30.1

    “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?” Romani 8:31, 32.OGM 30.2

    “Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”. Romani 8:38, 39.OGM 30.3

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