Azione piena di simpatia in favore degli erranti
In mezzo a noi come popolo c’è stata una carenza di profonda, fervente e affettuosa simpatia e amore per quanti sono tentati ed erranti. Molti hanno manifestato una grande freddezza e una colpevole negligenza, rappresentata da Gesù come un passare oltre dall’altra parte, tenendosi il più lontano possibile da quanti hanno maggior bisogno di soccorso. L’anima da poco convertita spesso ha aspri conflitti contro certe radicate abitudini o contro qualche particolare tentazione. Sopraffatta da qualche forte tendenza o passione, essa si rende colpevole di certe indiscrezioni o di qualche torto reale. E’ proprio allora che energia, tatto e saggezza sono richieste ai fratelli per poter restituire quell’anima alla salute spirituale. In casi di questo genere valgono le istruzioni impartite dalla Parola di Dio: “Fratelli, quand’anche uno sia stato colto in qualche fallo, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. E bada bene a te stesso che talora anche tu non sii tentato”. Galati 6:1. “Or noi che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi”. Romani 15:1.TT2 168.1
Quanta poca tenerezza di Cristo è manifestata da quelli che si dicono suoi seguaci! Quando uno sbaglia, gli altri spesso si sentono liberi di fare apparire il caso più grave che sia possibile. Quanti probabilmente in altre cose sono colpevoli di peccati altrettanto gravi, trattano i loro fratelli con cruda severità. Errori commessi per ignoranza, per irriflessione o per debolezza vengono esagerati e presentati come peccati volontari e premeditati. Nel vedere delle anime che si sviano, essi giungono le mani e dicono: “Ve lo dicevo? Lo sapevo che non si poteva aver fiducia di loro!” Così facendo, essi assumono l’atteggiamento di Satana, esultando perché i loro sospetti sono risultati fondati.TT2 168.2
Dobbiamo aspettarci di trovare e sopportare grandi imperfezioni in quanti sono ancora giovani e inesperti. Cristo ci ha raccomandato di ristorare costoro con spirito di mansuetudine e ci ritiene responsabili se, per contro, seguiamo un procedimento che li spinga allo scoraggiamento, alla disperazione e alla rovina. A meno che non coltiviamo quotidianamente la preziosa pianticella dell’amore, noi corriamo il pericolo di diventare gretti, freddi, privi di simpatia, bigotti e critici, stimandoci giusti, mentre forse siamo ben lungi dall’essere approvati da Dio. Alcuni sono scortesi, sgarbati, aspri; simili ai ricci delle castagne, pungono ogni volta che sono toccati. Essi provocano un danno incalcolabile travisando il nostro amorevole Salvatore.TT2 168.3
O noi ci solleviamo a un livello superiore, o saremo indegni di chiamarci cristiani. Dovremmo alimentare lo spirito che animava Gesù nella nostra opera di salvezza degli erranti. Essi gli sono cari al pari di noi. Anch’essi possono essere i trofei della grazia di Cristo e gli eredi del suo regno. Ma sono esposti alle insidie di un nemico astuto, ai pericoli e alla contaminazione e perciò senza la grazia salvatrice di Cristo vanno incontro a sicura rovina. Se noi guardassimo tutto ciò nel suo giusto aspetto, quanto si rianimerebbe il nostro zelo e come si moltiplicherebbero i nostri sforzi altruistici per avvicinarci a chi ha bisogno della nostra assistenza, delle nostre preghiere, della nostra simpatia e del nostro affetto!TT2 168.4