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I tesori delle testimionianze 2

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    Capitolo 6: L’uomo deruberà Dio?

    Il Signore fa dipendere la propagazione della luce della verità sulla terra dall’impegno e dalle offerte volontarie di quelli che sono partecipi dei doni celesti. Relativamente pochi sono chiamati a viaggiare come ministri e missionari; mentre le moltitudini debbono collaborare alla diffusione della verità mediante le loro risorse.TT2 26.1

    La storia di Anania e Saffira ci è stata presentata perché possiamo capire il peccato della disonestà in relazione ai nostri doni e alle nostre offerte. Essi avevano spontaneamente promesso di dare una parte delle loro proprietà per il progresso della causa di Cristo. Quando, però, il denaro fu nelle loro mani, essi rifiutarono di adempiere quell’impegno pur desiderando, allo stesso tempo, di far credere agli altri di avere dato tutto. La loro punizione fu esemplare, perché servisse di perenne monito ai cristiani di tutti i tempi. Il medesimo peccato prevale paurosamente nel nostro tempo, eppure non ci giunge notizia di analoghi castighi. Il Signore ha mostrato una volta agli uomini con quale orrore Egli considera una tale offesa nei confronti dei suoi sacri diritti e della sua dignità, e quindi lascia che essi si attengano ai princìpi generali dell’amministrazione divina.TT2 26.2

    Le offerte volontarie e la decima costituiscono le entrate dell’Evangelo. Dei mezzi affidati all’uomo, Dio rivendica per sé una certa parte: la decima; ma lascia tutti liberi di stabilire a quanto deve ammontare la decima, e se essi vogliono oppure no dare di più. L’uomo deve dare come ha deliberato in cuor suo. Quando, però, il cuore è stimolato dall’influsso dello Spirito di Dio e fa voto di dare una certa somma, l’uomo non ha più nessun diritto sulla porzione consacrata. Egli si è impegnato davanti agli uomini ed essi sono chiamati a testimoniare della promessa fatta. Allo stesso tempo egli ha contratto un’obbligazione del più sacro carattere di collaborare col Signore nell’edificazione del suo regno sulla terra.TT2 26.3

    Simili promesse fatte agli uomini sarebbero ritenute vincolanti. Non sono forse più sacre e impegnative quando vengono fatte a Dio? Le promesse formulate nel sacrario della coscienza vincolano forse meno degli impegni scritti stipulati con gli uomini?TT2 26.4

    Quando la luce divina risplende nel cuore con insolita chiarezza e potenza, l’egoismo abituale allenta la sua presa e si manifesta una disposizione a dare per la causa di Dio. Nessuno deve aspettarsi che gli sia permesso di adempiere le promesse fatte senza una protesta da parte di Satana. Questo non è contento di vedere che sulla terra si vada edificando il regno del Redentore, e insinua che l’impegno assunto è eccessivo, che può tornare a loro detrimento nei loro progetti di acquistare una proprietà o di soddisfare i desideri della propria famiglia. Il potere di Satana sulla mente umana è straordinario. Egli si adopera al massimo per incatenare il cuore all’egoismo.TT2 26.5

    Il solo mezzo ordinato da Dio per l’avanzamento della sua causa consiste nel benedire gli uomini col possesso di beni. Egli dà loro il sole e la pioggia; fa fiorire la vegetazione, accorda salute e abilità per accumulare denaro. Tutte le nostre benedizioni procedono dalla sua mano generosa. In cambio, Egli vorrebbe che uomini e donne esprimessero la loro gratitudine restituendogliene una parte sotto forma di decime e di offerte: offerte di ringraziamento, offerte spontanee, sacrifici espiatori.TT2 27.1

    I cuori degli uomini sono induriti dall’egoismo e, come Anania e Saffira, sono tentati di trattenere una parte del prezzo pur pretendendo di attenersi al principio della decima. L’uomo deruberà Dio? Se il denaro fosse versato nella tesoreria esattamente secondo il piano divino — un decimo dell’intero guadagno —, ci sarebbero risorse abbondanti per portare avanti la sua opera.TT2 27.2

    “Ebbene — dirà qualcuno — gli inviti a dare per la causa si susseguono continuamente e io sono stanco di dare”. Permettetemi di chiedervi: “Siete stanchi di continuare a ricevere dalla mano benefica di Dio?” Finché Egli non mancherà di benedirvi, voi non cesserete di essere nell’obbligo di restituirgli la quota cui Egli ha diritto. Egli vi benedice perché voi, a vostra volta, possiate fare del bene agli altri. Quando poi sarete stanchi di ricevere, allora potrete dire “sono stanco di questi inviti a dare”. Dio si riserva una parte di tutto quello che noi riceviamo, e una volta che questa gli è restituita, la parte che rimane è benedetta; se invece viene trattenuta, l’intera somma presto o tardi è maledetta. Prima viene il diritto divino; tutto il resto è secondario.TT2 27.3

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