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I tesori delle testimionianze 2

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    Capitolo 40: La natura e l’influsso delle “testimonianze”

    Mentre la fine si avvicina e si estende l’opera di propagazione dell’ultimo avvertimento al mondo, è sempre più importante per quanti accettano la verità presente avere una chiara comprensione della natura e dell’influsso delle Testimonianze che Dio, nella sua provvidenza, ha connesso con la missione del messaggio del terzo angelo fin dal suo sorgere. Nelle pagine che seguono sono riportati alcuni brani di quanto io ho scritto nel corso degli ultimi quarant’anni, in rapporto con la mia esperienza iniziale con quest’opera particolare e che espongono quello che Dio mi ha mostrato sulla natura e l’importanza delle Testimonianze, il modo in cui esse vengono date e come debbono essere considerate.TT2 182.1

    La prima visione mi fu data poco dopo l’esperienza del 1844. Mi trovavo in casa di una cara sorella in Cristo la quale mi era molto affezionata. Eravamo in cinque, tutte donne, inginochiate intorno all’altare di famiglia. Mentre pregavamo, la potenza di Dio scese su di me come mai l’avevo sentita prima. Mi pareva di essere avvolta di luce e di sollevarmi sempre più su dalla terra. Ebbi allora una visione dell’esperienza dei credenti dell’avvento, della venuta di Cristo e del premio reservato ai fedeli.TT2 182.2

    In una seconda visione che seguì di poco la prima, mi vennero mostrate le prove che avrei dovuto affrontare, e (mi fu detto) che era mio dovere andare a raccontare agli altri ciò che Dio mi aveva rivelato. Mi fu detto che le mie fatiche avrebbero incontrato una forte opposizione, che il mio cuore sarebbe stato straziato dall’angoscia, ma che la grazia divina sarebbe stata sufficiente a sostenermi in ogni frangente. Questa visione mi turbò profondamente perché indicava il mio dovere di andare fra la gente a presentare la verità.TT2 182.3

    Ero oppressa da un grande timore, perché se ubbidivo al richiamo del dovere e mi dichiaravo favorita dall’Eterno con visioni e rivelazioni per la gente, avrei potuto cedere a una colpevole esaltazione e innalzarmi al di sopra della posizione che occupavo, attirando così il rincrescimento di Dio e perdendo la mia anima. Avevo dinanzi a me vari casi consimili e il mio cuore si ritraeva dinanzi al difficile compito.TT2 182.4

    A questo punto supplicai Dio che se era indispensabile che io dovessi andare a riferire ciò che il Signore mi aveva mostrato, fossi preservata da ogni indebita esaltazione. L’angelo disse: “Le tue preghiere sono state ascoltate e saranno esaudite. Se il male che paventi dovesse minacciarti, la mano di Dio si stenderà verso di te e ti libererà mediante l’afflizione. Egli ti attirerà a sé e salvaguarderà la tua umiltà. Annuncia fedelmente il messaggio; resisti sino alla fine: mangerai il frutto dell’albero della vita e berrai l’acqua della vita”.TT2 182.5

    A quell’epoca c’era del fanatismo in alcuni che avevano accettato il primo messaggio. Si coltivavano gravi errori sia circa la dottrina sia la pratica, e c’era la tendenza, da parte di parecchi, a condannare tutti coloro che non accettavano i loro punti di vista. Dio mi rivelò in visione questi errori e mi mandò presso i suoi figli erranti per esporli. Nell’attuazione di questo incarico incontrai amara opposizione e biasimo.TT2 182.6

    Per me era davvero una croce dire a quanti andavano errando quello che mi era stato rivelato nei loro riguardi. Vedere gli animi turbati o crucciati produceva in me una grande tristezza. Quando poi ero costretta ad annunciare i messaggi, spesso cercavo di attenuarli per farli apparire a chi erano diretti più favorevoli possibile; poi mi ritiravo a piangere, angustiata com’ero. Consideravo coloro che dovevano curare solo la propria anima e mi chiedevo se io, trovandomi nelle loro condizioni, avrei mormorato. Era cosa ardua trasmettere le schiette e taglienti testimonianze datemi da Dio. Vigilavo con ansia sul risultato e, se le persone si ribellavano alla riprensione e si opponevano alla verità, sorgevano nella mia mente domande come queste: “Ho dato il messaggio esattamente come avrei dovuto? Non ci sarebbe stato qualche altro modo per salvarle?” Allora la mia anima era oppressa da tale angoscia tanto da indurmi a pensare che la morte sarebbe stata la benvenuta e la tomba un dolce luogo di riposo.TT2 183.1

    Io non mi resi conto del pericolo e del peccato di tale atteggiamento fino a quando, in visione, non fui portata al cospetto di Gesù. Egli mi guardò accigliato e quindi distolse gli occhi da me. E’ impossibile descrivere il terrore e l’angoscia che provai. Caddi sulla mia faccia davanti a lui senza poter pronunciare una parola. Oh, come bramavo essere coperta e nascosta da quel pauroso cipiglio! Capii allora, fino a un certo punto, quali saranno i sentimenti dei perduti quando grideranno alle montagne e alle rocce: “Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello”. Apocalisse 6:16.TT2 183.2

    Subito dopo un angelo mi ordinò di rialzarmi e la scena che si presentò davanti ai miei occhi può essere difficilmente descritta: c’era un gruppo di persone coi capelli scompigliati e gli abiti stracciati i cui volti erano il vero ritratto della disperazione e dell’orrore. Si accostarono a me e strofinarono i loro indumenti sui miei. Guardando il mio vestito mi accorsi che era macchiato di sangue. Di nuovo caddi come morta ai piedi dell’angelo che mi accompagnava. Non potevo addurre nessuna scusa e desideravo solo trovarmi lontana da quel santo luogo. L’angelo mi rialzò e mi disse: “Questo non è ancora il tuo caso; però questa scena ti è stata fatta vedere perché tu sappia quale sarà la tua situazione se trascuri di dichiarare agli altri quello che il Signore ti ha rivelato”. Con questo solenne monito presente nel mio spirito, andai a riferire alle persone le parole di rimprovero e di ammaestramento dettemi da Dio.TT2 183.3

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